Nella smania di archiviare tutto si perde la memoria. E' ovvio, tanto l'ho archiviato! Questo il semplicistico e sclerotico ragionamento dettato dalla pervasiva realtà digitale.
Prendiamo le foto, ad esempio: ormai tutti scattano foto con qualunque cosa in ogni momento, e abbiamo archivi di giga, anzi terabyte che non guardiamo nemmeno. C'era più gusto a stampare le foto e ogni tanto sfogliare l'album. Oggi questo non accade più, e decine di centinaia di foto cadono nell'oblio, direi definitivo, per la nostra incapacità di ritrovarle e riguardarle con calma, troppo intenti a fotografare altro, ancora, sempre di più.
Con i documenti è lo stesso. Archiviamo quantità industriali di pagine ma al momento opportuno non le troviamo mai, soprattutto quando servono, e di solito quando servono andiamo molto, molto di fretta, ma quel cacchio di cd/dvd non vuol saperne di aprirsi.
Il problema dei supporti sui quali mettere un archivio è reale, perchè al momento nulla è più duraturo della carta, visto e considerato che leggiamo ancora libri stampati molti secoli fa. Le audiocassette sono sparite, idem per diapositive e nastri vhs. Qualcuno offre il servizio di conversione in digitale, 0,10 euro per le diapo, 5 euro/h per le musicassette, 8/h per quelle video; siamo nell'ordine dei 0,13 centesimi di euro al minuto, le vecchie 250 lire, il prezzo è destinato a scendere, ma probabilmente è il valore di mercato della nostra memoria.
Soprattutto: una volta convertito in digitale, quanto tempo durerà?
Personalmente consiglio di non buttare via i vecchi nastri e gli apparecchi in grado di leggerli. A breve vedremo sparire anche i dvd, tutto verrà trasferito su hardisk e memorie flash, col pericolo di immagazzinare enormi quantità di dati in supporti che potrebbero, un bel giorno, decidere di non funzionare più per mero capriccio. Le macchine hanno un'anima? Ricordo che mio padre, patito di automobili sportive, era solito parlare con loro, come fossero esseri in grado di sentirlo. E' certamente vero che ogni macchina ha un suo funzionamento e che questo stabilisce o meno un "feeling" con l'utente; devo approfindire l'animismo.
Scendendo più in profondità, prendo atto di come la velocità del sistema stia rendendo particamente inutile la memoria, e quindi l'archivio. Se sono materialmente impossibilitato a metabolizzare il vissuto, se tutto è vissuto un eterno presente, la funzione della memoria è declassata e il passato non conta nulla. Insieme a questi anche il concetto di responsabilità è vanificato dalla potente macchina tritatutto della comunicazione istantanea, della perfetta falsificabilità, duplucabilità e riproducibilità dell'era digitale: quando ogni copia è uguale a un'altra non è più possibile risalire all'origine/ale, alla fonte, ad un apice, tutto viene schiacciato, appiattito.
Perchè scrivo questo? Perchè cercavo disperatamente un documento nei miei archivi digitali, e quel cazzo di dvd ovviamente non voleva saperne di aprirsi; l'ho dovuto "scassinare" con un apposito software, che non mi ha restituito tutto il contenuto, avendo la sorte deciso prendersi gioco di me e di mantenere occulta per sempre proprio la cartellina al cui interno avrebbe pouto esservi - perchè sono sicuro che lì era - il mio documento.
Al suo posto un altro file, di tutt'altro genere, che però ha avuto il merito di farmi riflettere con un sorriso su quanto accaduto.
Il contenuto del file è il seguente:
«La cosa più ingiusta della vita è come finisce. Nel senso che la vita è dura e impiega la maggior parte del nostro tempo. E cosa ottieni alla fine? La morte. Che cos'è la morte, un bonus per aver vissuto? Il ciclo della vita dovrebbe essere completamente rovesciato. Bisognerebbe iniziare morendo, così ci si leva subito il pensiero.
Poi in un ospizio dal quale si viene cacciati perchè non abbastanza vecchi.
Cominci a lavorare, per vent'anni, fino a quando sei sufficientemente giovane per goderti la pensione di gioventù.
Subito a seguire feste, sesso, alcool, erba e il liceo.
Finalmente cominciano le elementari, diventi bambino, giochi e non hai responsabilità.
Una volta neonato, gatton gattoni fino a ritornare nel ventre di tua madre.
Trascorri lì tuoi ultimi nove mesi, galleggiando come su un materassimo in mezzo al mare, per finire la tua vita con un bell'orgasmo».
Ineccepibile questo passo della Genesi. La vita dovrebbe essere vissuta al contrario, invertendo la direzione della freccia del tempo
Può darsi - è una mia ipotesi - che la caduta della memoria nell'oblio sia un segno di questa inversione, un punto di svolta, una boa esistenziale, un "omega point".
Ma può darsi anche di no.
Schiacciato tra Ila Prigogine e Frank Tipler, non sono in grado di fare ipotesi per il futuro. posso solo essere consapevole di vivere un'era di transizione sotto TUTTI i punti di vista, sociale-politico-economica.
La scala di valori otto-novecentesca (famiglia, scuola, lavoro, denaro, sesso ...) è stata sovvertita, triturata, miscelata, e non è possibile separare nuovamente i vari frutti una volta passati e messi nel bicchiere.
Mi fermo qui ...
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