«Gli Ebrei, quel popolo sacerdotale che ha saputo prendersi soddisfazione dai propri nemici e dominatori unicamente attraverso una RADICALE TRASVALUTAZIONE dei loro valori, dunque attraverso un atto improntato alla più spirituale vendetta.
Sono stati gli ebrei, stringendolo ben saldo con i denti dell'odio, il rovesciamento dell'equazione di valore bello=nobile=potente=bello=caro agli dèi, trasmutandolo in "solo i poveri, gli impotenti e gli umili sono i buoni, i sofferenti, gli indigenti e gli infermi, gli unici per i quali esiste beatitudine, mentre invece voi, nobili e potenti, siete per l'eternità i malvagi, i crudeli, i lascivi, e sarete anche per l'eternità i maledetti e i dannati ... Sul tronco di codesto albero della vendetta e dell'odio, l'odio giudaico (e non per il giudaico - ndR) germogliò questo Gesu di Nazareth, il redentore che portava beatitudine e vittoria a i poveri, agli infermi, ai peccatori, cioè la seduzione nella sua forma più inquietante e più inarrestabile ... Israele stesso ha dovuto metter in croce dinanzi a tutto il mondo - come un nemico mortale - il VERO STRUMENTO della sua vendetta affinchè tutto il mondo potesse abboccare a quest'esca».
F. Nietzsche: Genealogia della morale (1887)
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