mercoledì 18 febbraio 2009

dal Vangelo secondo Luca: 16,1-13

Arrivare in una posizione di comando è un'aspirazione che prima o poi coglie tutti, dunque inutile vergognarsene. Come ogni malattia che non prevede cure, la voglia di affermarsi alimenta se stessi senza pentimenti nella propria personale conquista della "posizione".
Ma il potere finisce quasi sempre per avere il suo inevitabile appeal, e poichè a nessuno fa schifo avere ragione, non c'è modo migliore per averla che quella di poterla imporre proprio sulla base della posizione che si occupa o dei rapporti di forza che si stabiliscono.
Godere del potere è una sensazione che una volta provata non si può dimenticare, così tanto vale puntare a godere il più a lungo possibile, costi quel che costi, alla faccia di quanti dovranno pagare dazio per la nostra soddisfazione: per uno che gode, ci sono molti che dovranno soffrire.
Dunque il potere, volenti o nolenti, contribuisce in maniera rilevante a rendere plausibile la sindrome della "carogna di rispetto", la coltiva e la razionalizza: chi comanda non ha tempo di andare per il sottile, di farsi degli scrupoli, e se c'è qualcuno che vuole convincerrti del contrario quello è il più pericoloso. Ogni tentennamento sarebbe infatti un segno di debolezza, metterebbe sul chi va là gli obbedienti recalcitranti, alimenterebbe tentazioni alla defezione, finirebbe con il legittimare i mediocri consentendo a tutti di sperare; ma la speranza è un vizio che produce aspetattive, e queste prima o poi pretenderanno di essere soddisfatte. Mai lasciare spazio alle speranze.
Il potere, com'è noto, non può essere di tutti, per questo è essenziale partire avvantaggiati. Chi lo ha detto che bisogna essere corretti alla partenza? In fondo, essere "figli di ..." non è colpa di nessuno, si nasce senza volerlo, tanto vale approfittarne. Qui, tanto per esser chiari, non è questioni di giustizia o di altre malinconie del genere, ma è solo semplicemente questione di culo, che, come tutti forse sanno, in prospettiva non sarà mai un fattore democratico, mentre è assolutamente neutro nella sua distribuzione originaria.
Per i figli nati bene c'è sempre unm paradiso. Gli altri? Chi se ne frega degli altri! E' vero che qualcuno senza storia mastica voglie che non gli competono, ed è anche probabile che qualcuno ce la faccia, è già accaduto. Ma c'è pronta una compensazione tra i predestinati e alla lunga si converge; e così, chi impropriamente afferma se stesso alzando la testa senza pudore finirà quesi sempre per somigliare - in anticipo - a quelli che una storia ce l'hanno già in proprio. In fondo, è un piacere scoprire qualcuno che afferma il potere come unica ragione di vita.
Il mondo corre, tutti si affrettano, ognuno ha la sua chance, l'agitazione è generale, e i cammini alle volte si intrecciano, convergendo oppure ostacolandosi tra loro.
Tu sei lì, con quella sensazione di impotenza che deriva dal fatto di non avere risorse pregiate da giocare; un curriculum, il tuo, senza né arte né parte, grigio come la giornata che si profila. Qualche lavoretto di supporto, per carità fatto con diligenza, è roba da poco, non si può andare al mercato con merce così striminzita. Almeno parlassi bene l'inglese! Tua madre te lo aveva detto, quando le estati erano ancora lunghe e libere, di profittare per impararlo; ma tu avevi ben altro per la testa, e come al solito sei in ritardo. Si, è vero, biascichi qualcosa, ma nel complesso fai ridere.
Tutto ciò che è a buon mercato quasi sempre non vale niente, per questo non dovrebbe essere concesso di sperare a chi non ha i fondamenti per guardare un futuro migliore, potrebbero crearsi false aspettative e aumentare la delusione per un futuro che non verrà mai, o che non verrà come si era immaginato.
Come conciliare dunque la propensione al comando con una condizione oggettivamente svantaggiata? Come canalizzare la frustrazione al di là di un'assemblea condominiale o di un sorpasso azzardato dopo un'ora di traffico inutilmente bloccato? Quale strada imboccare per arrivare a soddisfare i propri inattuali progetti senza lasciarsi prendere dallo sconforto per il deprecabile punto di partenza cui il destino ci ha costretti?
Se la spinta ad arrivare è tale da non poter essere controllata, soprattutto per via dell'ambizione o dello spirito di rivalsa che tormenta in seguito a tutte le umiliazioni subite, è dunque giunto il momento di aiutarsi con i classici, che sono sempre un'autorevole fonte d'ispirazione.
E cosa c'è di più classico del Vangelo? Avendo una risposta per ogni tipo di problema, non ci resta che cercare e trovare quella che fa al caso nostro, così che l'occhio finalmente è rapito dalle illuminanti suggestioni della Parabola del servitore infedele (Luca: 16,1 -13).
Da questa parabola abbiamo imparato che:
1) c'è sempre un momento di crisi nella vita di ogni uomo, basta non farsi trovare impreparati;
2) ciascun momento dipana sempre un rapporto privilegiato con qualcuno che si fida di noi;
3) per essere apprezzati, talvolta bisogna barare.
Incredibile, ma è così.

Nessun commento:

Posta un commento