mercoledì 8 agosto 2012

FIT, una federazione scandalosa

«Gent.mo Ministro Gnudi

spero abbia avuto il tempo di dare un'occhiata, se non a tutto il libro, all'indice del libro "Mezzo Secolo di Campioni" che Le ho consegnato l'altra sera in occasione della serata del Credito Sportivo a Palazzo Brancaccio.
Già dall'indice sono certo che avrà riconosciuto tanti campioni che hanno contribuito in certi momenti a rendere lieta, o meno pesante, la nostra esistenza.
Come anticipato in un flash quella sera, io mi auguro che Lei riesca a lasciare una traccia importante e il più possibile significativa nel mondo dello sport, un po' come il Governo Monti la sta lasciando sotto diversi profili, economico e anche etico, nonostante i mille laccioli imposti dai partiti  Da autentico innamorato dello sport mi auguro, e Le auguro, che ci si possa ricordare di Lei come di una persona per bene che ha inciso positivamente modificando l'intollerabile andazzo del Paese Italia anche per quanto concerne lo sport.
La cristallizzazione delle dirigenze sportive, conseguenza di una serie di norme artatamente introdotte a protezione delle stesse dirigenze, è uno dei mali peggiori del nostro sistema sportivo, autoreferenziale e dotato di un potere "politico-gestionale" enorme, ben al di là dei 450 milioni di euro che il Coni distribuisce a federazioni che in maggioranza gestiscono la cosa pubblica come se fosse privata, quasi mai amministrando con la dovuta trasparenza i propri inaccessibili bilanci.
Per prima cosa credo che se Lei riuscisse a introdurre fin da subito la regola - tassativa - che dopo due mandati di 4 anni sia i presidenti federali sia i vice-presidenti non siano rieleggibili, non si produrrebbero tutte le attuali cancrene derivanti da un potere eterno che logora chi non ce l'ha.
Almeno il secondo mandato di ciascun presidente sarebbe (forse) volto soprattutto a far bene, a lasciare un buon ricordo di sé, e non a preoccuparsi soltanto della terza rielezione e di allargare il proprio clientelismo.
Io conosco da vicino la realtà di alcune federazioni, dopo 40 anni di giornalismo sportivo e parecchie Olimpiadi in cui ho scritto di decine di sport e di incresciose situazioni politico-federali. Sulla situazione CONI e Coni Servizi non credo che abbia bisogno di mie Verità, perché a Roma non c'è chi non le conosca. Meno male il Governo Monti ci ha risparmiato il peso economico delle Olimpiadi, con tutto quel che ne sarebbe conseguito.
Ma fra le varie gestioni federali forse nessuna più di quella del tennis mi pare intollerabile, e ciò ben al di là delle interrogazioni parlamentari che Le sono state proposte da più parti politiche (altre sono in via di presentazione) e da persone che, per una volta, non mi risultano essere mosse da interessi particolari e/o personalistici.
Machiavelliche manovre statutarie hanno consentito ai due presidenti del tennis Galgani e Binaghi di restare sulla poltrona per 36 anni, dal 1976 al 1998 a Galgani, dal 2000 al 2012 a Binaghi che ha tutte le intenzioni di restarci fino al 2016 (!!!), dopo aver reso di fatto praticamente impossibile candidarsi in sua alternativa. Già nel 2008 non si era presentato alcun altro candidato, ed è impensabile che qualcuno possa farlo nel 2012. I contenuti delle due interrogazioni parlamentari pervenuteLe, e in attesa di una Sua risposta, sono più che esaustivi.
L’ultima perla a questo proposito è l’aver annunciato sabato scorso, 20 di luglio, la convocazione anticipata delle elezioni federali per il 9 di settembre. Rendendo così ancora… più impossibile (con agosto di mezzo) una eventuale candidatura alternativa: vanno raccolte firme di 300 Tennis Club, 200 atleti, 20 tecnici!
Fra l’altro, al momento in cui scrivo, non è stato ancora pubblicato il bilancio federale relativo al 2011. E non credo sia legittimo
convocare un'assemblea elettiva (prima di tutte le federazioni, quasi si temesse un suo intervento tempestivo e un probabile commissariamento) senza di esso.
La Federtennis ha lanciato 4 anni fa, promettendo il "break even" in 3 anni, l'unica tv "federale" esistente al mondo. Gli introiti ammontano a 300.000 euro l'anno, le uscite a oltre 3 milioni di euro, anche se individuarle tutte è impresa diabolica.
Il presidente Binaghi ha affidato la gestione di questo grosso investimento e di questo palese insuccesso finanziario allo zio, fratello della madre. La tv si è trasformata in una formidabile macchina per le assunzioni: credo siano già 71. Inoltre essa consente agli attuali dirigenti continue vetrine promozionali per se stessi, per gli elettori più fedeli. Vi si esaltano propagandisticamente risultati sportivi inesistenti o dubbi, dubbi soprattutto per quanto concerne l'attribuibilità al lavoro federale.
Nella tv come nelle tre società partecipate dalla FIT tramite l'escamotage CONI-Servizi, chi ha la responsabilità di effettuare i "presunti" investimenti sono dirigenti che si autocontrollano. Controllati e controllori.
Oltre 10 milioni di euro investiti in poco tempo in una tv che non potrà comunque mai avere futuro per l'esorbitante costo dei diritti televisivi per gli eventi davvero importanti. Mentre tutto il bilancio annuo della Federtennis (tolti i 14 milioni il giro di fatturato dei Campionati Internazionali d'Italia) è pari ad appena 14 milioni di
euro.
Insomma non c'è nessuna proporzione con quanto viene investito nel settore tecnico che da 30 anni fa acqua e non ha prodotto un solo "proprio" giocatore fra i primi 200 del mondo (né giocatrice, attenzione: al di fuori della propaganda, quelle che hanno conquistato risultati e posizioni sono cresciute in Spagna o in modo autonomo, non in Italia e in ambito federale!).
Ma si è creata una situazione nella quale nessuna società sportiva osa opporsi al potere politico e finanziario di chi può distribuire contributi e favori incontrollati e incontrollabili.
Esemplare il caso in cui il presidente federale Binaghi ha deciso di "regalare" demagogicamente 400.000 euro ad un'atleta già supericca (8 milioni di dollari vinti di soli premi senza contare sponsorizzazioni, esibizioni, ingaggi) senza praticamente consultare nessuno. Il messaggio che ne consegue è che un presidente può, così come per i 400.000 euro regalati a Francesca Schiavone campionessa a Parigi nel 2010 e assolutamente non necessari, disporre dei soldi che vuole e darli a chi vuole, nei modi apparentemente più legali e giustificabili.
Dovrebbe essere inconcepibile per un presidente federale che in continuazione asserisce di non avere sufficienti risorse per aiutare i giovani ad emergere in uno sport assai dispendioso (per i genitori) per chi voglia cimentarsi in attività internazionali.
E' davvero perverso il meccanismo secondo cui i presidenti federali eleggono il presidente del Coni e questi consente a loro di tutto e di più, soprattutto in prossimità delle elezioni dell'uno e degli altri.
Io spero che Lei possa fare qualcosa, intervenendo ove Lei ne riscontri gli estremi, anche commissariando quelle federazioni che
agiscono in modo sprezzante delle normali regole del viver civile ed etico.
Cordiali saluti
Ubaldo Scanagatta (www.ubitennis.com

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