domenica 22 marzo 2009

Una vita al contrario

Nella smania di archiviare tutto si perde la memoria. E' ovvio, tanto l'ho archiviato! Questo il semplicistico e sclerotico ragionamento dettato dalla pervasiva realtà digitale.
Prendiamo le foto, ad esempio: ormai tutti scattano foto con qualunque cosa in ogni momento, e abbiamo archivi di giga, anzi terabyte che non guardiamo nemmeno. C'era più gusto a stampare le foto e ogni tanto sfogliare l'album. Oggi questo non accade più, e decine di centinaia di foto cadono nell'oblio, direi definitivo, per la nostra incapacità di ritrovarle e riguardarle con calma, troppo intenti a fotografare altro, ancora, sempre di più.
Con i documenti è lo stesso. Archiviamo quantità industriali di pagine ma al momento opportuno non le troviamo mai, soprattutto quando servono, e di solito quando servono andiamo molto, molto di fretta, ma quel cacchio di cd/dvd non vuol saperne di aprirsi.
Il problema dei supporti sui quali mettere un archivio è reale, perchè al momento nulla è più duraturo della carta, visto e considerato che leggiamo ancora libri stampati molti secoli fa. Le audiocassette sono sparite, idem per diapositive e nastri vhs. Qualcuno offre il servizio di conversione in digitale, 0,10 euro per le diapo, 5 euro/h per le musicassette, 8/h per quelle video; siamo nell'ordine dei 0,13 centesimi di euro al minuto, le vecchie 250 lire, il prezzo è destinato a scendere, ma probabilmente è il valore di mercato della nostra memoria.
Soprattutto: una volta convertito in digitale, quanto tempo durerà?
Personalmente consiglio di non buttare via i vecchi nastri e gli apparecchi in grado di leggerli. A breve vedremo sparire anche i dvd, tutto verrà trasferito su hardisk e memorie flash, col pericolo di immagazzinare enormi quantità di dati in supporti che potrebbero, un bel giorno, decidere di non funzionare più per mero capriccio. Le macchine hanno un'anima? Ricordo che mio padre, patito di automobili sportive, era solito parlare con loro, come fossero esseri in grado di sentirlo. E' certamente vero che ogni macchina ha un suo funzionamento e che questo stabilisce o meno un "feeling" con l'utente; devo approfindire l'animismo.
Scendendo più in profondità, prendo atto di come la velocità del sistema stia rendendo particamente inutile la memoria, e quindi l'archivio. Se sono materialmente impossibilitato a metabolizzare il vissuto, se tutto è vissuto un eterno presente, la funzione della memoria è declassata e il passato non conta nulla. Insieme a questi anche il concetto di responsabilità è vanificato dalla potente macchina tritatutto della comunicazione istantanea, della perfetta falsificabilità, duplucabilità e riproducibilità dell'era digitale: quando ogni copia è uguale a un'altra non è più possibile risalire all'origine/ale, alla fonte, ad un apice, tutto viene schiacciato, appiattito.
Perchè scrivo questo? Perchè cercavo disperatamente un documento nei miei archivi digitali, e quel cazzo di dvd ovviamente non voleva saperne di aprirsi; l'ho dovuto "scassinare" con un apposito software, che non mi ha restituito tutto il contenuto, avendo la sorte deciso prendersi gioco di me e di mantenere occulta per sempre proprio la cartellina al cui interno avrebbe pouto esservi - perchè sono sicuro che lì era - il mio documento.
Al suo posto un altro file, di tutt'altro genere, che però ha avuto il merito di farmi riflettere con un sorriso su quanto accaduto.
Il contenuto del file è il seguente:
«La cosa più ingiusta della vita è come finisce. Nel senso che la vita è dura e impiega la maggior parte del nostro tempo. E cosa ottieni alla fine? La morte. Che cos'è la morte, un bonus per aver vissuto? Il ciclo della vita dovrebbe essere completamente rovesciato. Bisognerebbe iniziare morendo, così ci si leva subito il pensiero.
Poi in un ospizio dal quale si viene cacciati perchè non abbastanza vecchi.
Cominci a lavorare, per vent'anni, fino a quando sei sufficientemente giovane per goderti la pensione di gioventù.
Subito a seguire feste, sesso, alcool, erba e il liceo.
Finalmente cominciano le elementari, diventi bambino, giochi e non hai responsabilità.
Una volta neonato, gatton gattoni fino a ritornare nel ventre di tua madre.
Trascorri lì tuoi ultimi nove mesi, galleggiando come su un materassimo in mezzo al mare, per finire la tua vita con un bell'orgasmo
».

Ineccepibile questo passo della Genesi. La vita dovrebbe essere vissuta al contrario, invertendo la direzione della freccia del tempo
Può darsi - è una mia ipotesi - che la caduta della memoria nell'oblio sia un segno di questa inversione, un punto di svolta, una boa esistenziale, un "omega point".
Ma può darsi anche di no.
Schiacciato tra Ila Prigogine e Frank Tipler, non sono in grado di fare ipotesi per il futuro. posso solo essere consapevole di vivere un'era di transizione sotto TUTTI i punti di vista, sociale-politico-economica.
La scala di valori otto-novecentesca (famiglia, scuola, lavoro, denaro, sesso ...) è stata sovvertita, triturata, miscelata, e non è possibile separare nuovamente i vari frutti una volta passati e messi nel bicchiere.
Mi fermo qui ...

mercoledì 4 marzo 2009

La sindrome di Stanford

Agosto 1971, Università di Stanford (California): lo psicologo Philip Zimbardo pubblica un annuncio su un giornale per selezionare 24 studenti sani, intelligenti, benestanti e appartenenti alla classe media, psicologicamente normali e senza nessun precedente violento con lo scopo di prendere parte a uno studio psicologico sulle dinamiche interpersonali insorgenti nell'ambito della vita in carcere.

L’esperimento, che avrebbe dovuto durare due settimane e coinvolgere i soggetti in una simulazione di vita carceraria condotta in ambiente scientifico strettamente monitorato, viene interrotto dopo soli cinque giorni perchè sfugge al controllo: una metà degli studenti si era trasformata in un branco di spietati aguzzini mentre l'altra metà mostrava evidenti segni di traumi psichici, depressione, apatico adattamento a restrizioni e abusi.

Lo stesso Zimbardo perde completamente la necessaria obiettività di supervisore finendo per immedesimarsi e lasciarsi coinvolgere nella repressione di una possibile fuga.
Non solo le cavie quindi, ma lo stesso sperimentatore perdono completamente il senso del limite tra realtà e finzione, e solo il provvidenziale intervento di amici e visitatori esterni riuscirà a far ravvedere e rinsavire Zimbardo, che subito sospende l'esperimento.

Ora, se l'idea di avere una popolazione costituita interamente da matti senza dubbio non aggrada nemmeno il potere totalitario, per l'ovvia impossibilità di potersene servire, la trasformazione di soggetti in apatici e disgregati sudditi nelle mani di pochi detentori del potere è invece una velleità molto più fascinosa.

Non va esclusa quindi l'ipotesi che qualcuno vi abbia pensato, tant'è che siamo qui a parlarne. Il punto è come riuscire nell'intento in maniera indolore, quasi piacevole, così da avere sudditi felici o schiavi rincoglioniti che mai e poi mai penseranno di ribellarsi.

Una tecnica potrebbe essere quella di fare in modo che la sensazione di prigionia sia impercettibile, pressochè nulla, rendendo invisibili sia i muri del carcere sia ogni possibile sospetto sull'esistenza di controllori. E invece che portarli in prigione, ad esempio, si potrebbe portare direttamente la prigione nelle loro case.
La televisione è un magnifico modo per imprigionare piacevolmente, creare quell'inconscio collettivo che essi poi realizzeranno, proprio come nell'esperimento di Stanford, finendo per crederci in pieno ritenendola l'unica realtà possibile. Mia suocera, ad esempio, è già interamente preda di questa sindrome, e chissà quanti altri come lei ve ne sono in giro.

Si tratterebbe insomma di raccontare delle balle, creare dal niente un gioco con regole dettate da noi: loro ci crederanno fino in fondo, e noi che abbiamo fatto le regole ne trarremo i benefici.
Il gioco si chiamerà "Economia" e sarà condotto con le regole della moneta, del signoraggio, e del debito pubblico; alcuni si divertiranno anche molto, altri meno, ma nessuno sospetterà, mai e poi mai, che si tratterà di una realtà virtuale.
Poi si potrebbe fare un altro gioco chiamato "Guerra", così se qualcuno perde nel gioco "Economia" e si arrabbia potrà azzannarsi coi compagni di cella senza sognare nemmeno di pensare a noi, cioè a quelli che hanno inventato il gioco.

Come ha dimostrato lo stesso Zimbardo divenuto cavia del suo esperimento, i controllori del gioco sbaglieranno facendosene troppo coinvolgere, contravvendo alla regola n.1 per cui il gioco, per essere sempre efficace, deve mantenersi invisibile.
Ma in seguito alla creazione della rete internet, inventata nel gioco chiamato "guerra", ed alla sua diffusione planetaria, il controllo è sfuggito di mano, e questa è una delle ragioni per cui in occidente stanno tentando - in ritardo - di regolamentarla, mentre in altri paesi la Rete è tenuta strettamente "a regime".

Come i Prigionieri di Stanford, dunque, completamente immersi in una realtà virtuale senza muri nè chiavi, è necessario liberarsi autonomamente da quei muri e quelle chiavi presenti unicamente nella nostra testa.

Tre gli scenari possibili:

- METODO INCRUENTO -
Se la maggior parte di voi diventerà consapevole di tutto ciò, non servirà praticamente altro per far crollare automaticamente, in modo del tutto incruento e nel giro di pochi giorni, l'intera prigione: basterà spegnere il televisore, usare i giornali solo per incartare il pesce o come fondale per i secchi di spazzatura organica, boicottare le banche e la finanza virtuale, astenervi da qualsiasi votazione e attribuzione di legittimità rappresentativa ai partiti, ascoltare il prossimo (che oggi vogliamo solo fregare) e coalizzarci contro il comune nemico.
Bisogna prendere atto che si tratta di una finzione, e dire "Mi sono stancato di questo gioco. Arrivederci". Tutto il diabolico incantesimo crollerebbe all'istante, ma bisogna essere in tanti, tantissimi, per poterlo fare.

- METODO CRUENTO -
Come ha dimostrato lo stesso Zimbardo, l'esperimento messo in atto è destinato a coinvolgere tutti gli attori, ad ogni livello, e non si arresterà proprio perchè tutti lo crederanno reale. Anzi, proprio quelli che dovevano esserne i controllori hanno dimostrato di essere travolti dal loro stesso gioco, e troppe cose sono trapelate, o sono comunque troppo sospette agli occhi dei più ( 11/9, signoraggio, esportazione della democrazia con la guerra, falsi attentati di Stato, attacchi a magistrati non politicizzati, smantellamento delle Nazioni e della Legalità in favore di "Trattati" riconosciuti unilateralmente, privatizzazione di beni pubblici come suolo, aria, acqua, esasperazione del controllo, e la lista potrebbe continuare).
Però le rivolte, scoppiando singolarmente qua e là, sarebbero lunghe, sanguinose, dolorosissime. Meglio svegliarsi insomma, e adottare SUBITO i semplici e incruenti accorgimenti di cui sopra.

- IL PIANETA DEI FOLLI -
La terza ipotesi, la peggiore di tutte, prevede che l' "esperimento", andando avanti a oltranza, sarà l' unico vincitore, senza che nessuno riesca più a fermarlo: le cavie, completamente e bilateralmente impazzite nel loro folle scambio di realtà, guideranno nello spazio un pianeta di pazzi finchè non sarà la Natura ad auto-tutelarsi ponendo fine all'esperienza umana.