lunedì 31 dicembre 2012

Lo sbadiglio populista



Con quest'ultimo post a pochi minuti dalla mezzanotte che separa il 2013 dal vecchio anno, voglio scrivere di un termine tornato prepotentemente in voga finanche sulla bocca della massima carica dello Stato nel suo discorso di fine anno: populismo.
Il termine populismo trova un suo primo tentativo di delegittimazione da parte della casta politica attraverso  la diffusione di un'accezione più marcatamente negativa che per un periodo è circolata su tutti media italiani:  "anti-politica". Il tentativo fallisce allorquando privilegi e corruzione della medesima casta rivoltano l'antipolitica proprio contro coloro che l'avevano propugnata.
Si passa così - sempre mediaticamente - al termine "populismo", meno violento ma surrettiziamente più dequalificante, volendo con tale espressione designare tutti i nascenti movimenti nati spontaneamente in rete o in realtà locali e collegati tra loro tramite la rete stessa.
La casta politica gerontocratica e corrotta tenta quindi di delegittimare i movimenti bollandoli con il termine "populismo".
Ma a ben vedere e soprattutto a leggere la storia della locuzione politico-sociologica balza subito in evidenza come, in primis, si tratti di un movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia tra l’ultimo quarto del sec. 19° e gli inizî del sec. 20° che si proponeva di raggiungere, attraverso l’attività di propaganda e proselitismo svolta dagli intellettuali presso il popolo e con una diretta azione rivoluzionaria (culminata nel 1881 con l’uccisione dello zar Alessandro II), un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate  in antitesi alla società industriale occidentale.
La definizione sembra calzare in gran parte con l'attuale situazione politica e sociale: movimenti spontanei nati dal basso si propongono di ostacolare l'orda neoliberista che mediante atti legislativi di volta in volta approvati dalla casta dei corrotti tende a divaricare la forbice tra i privilegiati abitanti della semiosfera ed un magma indefinito, che a partire dai colletti bianchi passando per la classe media e via via fino agli ultimi gradini della scala sociale, tritura beni comuni  e diritti costituzionalmente garantiti la cui sintesi è vissuta quotidianamente in una sorta di macelleria sociale ove i genitori perdono il posto di lavoro a 55 anni ed i figli, diplomati, laureati, spesso con specializzazioni, master, lingue straniere e ottime conoscenze di informatica, stentano finanche a diventare precari. Ciò a dispetto della casta di privilegiati e corrotti che invece piazza la progenie nei posti più ambiti e meglio retribuiti scapolando le bolge dei concorsi pubblici con odiose quanto vergognose scorciatoie cooptative.
L'unica - fondamentale - differenza con la storia del populismo russo è la totale assenza della c.d. "classe di intellettuali", che da noi è stata ed è tuttora impegnata a difendere le proprie rendite mediante vergognosi abboccamenti nei confronti dei politicanti destrimani o nazisinistri che via via si sono susseguiti al governo del paese da vent'anni a questa parte.
Dagli anni '60 in poi il termine populismo, ad opera di questi fantomatici intellettuali, viene di volta in volta manipolato al fine di evitare che qualsivoglia "scellerato" con un minimo di buon senso possa dire cose poco gradite alla casta dominante, che mentre svende a privati il patrimonio pubblico decide nelle segreterie dei partiti i portaborse facilmente manovrabili e ricattabili da piazzare in lista e quindi nel governo e sottogoverno. Fare in modo, insomma, che se per puro caso una scheggia impazzita comincia effettivamente a dire le cose come stanno, tipo che il re è nudo, questi possa immediatamente essere bollato come folle e pazzo, equivalente a populista nello slang politichese.
Ma la consapevolezza è contagiosa. Come uno sbadiglio che immette più ossigeno nel sangue per mandare via il sopraggiungere del torpore, sempre più persone cominciano a  lentamente a stiracchiarsi, a sbadigliare, a muoversi, a rendersi conto dell'ipnocrazia mediatica e quindi a constatare che si - effettivamente - essere populista è meglio che essere un putrido corrotto che spinge alla fame la propria gente per arricchire se stesso.
Finisce un'epoca e crolla nuovamente un ancien regime, che vigliaccamente ri-proporrà il terrore in cambio della sua caduta. Non abbiamo paura, anche perchè la storia, come qualcuno insegna, si ripete prima come tragedia e poi come farsa.
Buon 2013.

Aggiornamento del 6 marzo 2013: il premio nobel Dario Fo viene in soccorso con questo breve filmato in cui spiega - molto meglio di me - l'accezione positiva di "populismo":

lunedì 5 novembre 2012

La sveglia impossibile


Lui. Ho appena preso la pastiglia. Siccome devo prendere la prossima esattamente tra sei ore, temo che dovrò svegliarti nel mezzo della notte…
Lei. Non preoccuparti. Adesso mettiamo la sveglia.
Lui. Grazie.
Lei. Allora, vediamo. Sono le 21:30. Hai detto sei ore? Quindi fisso l’allarme per le 3:30. Ecco fatto.
Lui. Mi dispiace davvero per la seccatura.
Lei. Di nulla. (Pausa.) Un momento, c’è un problema…
Lui. Non dirmi che le batterie della sveglia si sono scaricate proprio oggi?
Lei. No. Il problema è che questa notte finisce l’ora legale. È l’ultimo sabato di ottobre, quindi da domani si torna all’ora solare.
Lui. Rilassati. È una sveglia digitale, col calendario, quindi ci penserà lei ad aggiustare le cose.
Lei. Appunto, proprio questo è il problema.
Lui. Spiegati.
Lei. L’ora solare scatterà esattamente alle 3:00, giusto? A quel punto l’orologio tornerà indietro di un’ora e saranno soltanto le 2:00. Che è come dire che questa notte l’ora che inizia alle 2:00 e termina alle 3:00  viene ripetuta due volte.
Lui. Esattamente. Dormiremo un’ora in più.
Lei. Ma capisci allora che quando la sveglia suonerà alle 3:30, è come se fossero le 4:30. Saranno trascorse sette ore da adesso, non sei ore.
Lui. Accidenti. Io la pastiglia devo prenderla  esattamente tra sei  ore. Per favore, metti l’allarme un’ora prima.
Lei. Alle 2:30? Ma in tal caso saremo ancora nell’ora legale, quindi ci sveglieremo tra cinque ore. Non va bene nemmeno così.
Lui. Mannaggia, ma io voglio svegliarmi tra sei ore, non una di più, non una di meno. Ci sarà pure un modo!
Lei. Di modi ce ne sono tanti, ma la sveglia non può aiutarci.
Lui. È assurdo. Le sveglie sono fatte proprio per questo!
Lei. Non quelle digitali con calendario incorporato, temo.
Lui. Usiamo la sveglia sul cellulare.
Lei. Stesso problema.
Lui. Quella sul computer?
Lei. Idem.
Lui. Il servizio di sveglia telefonica della Telecom! Se non sbaglio basta chiamare il 42-142.
Lei. Bravo. E secondo te quelli a che ora ti chiameranno?
Lui. Ma allora è una persecuzione! Vorrei proprio sapere chi ha avuto questa bella pensata dell’ora legale. Ci sarà pure un sistema per svegliarsi tra sei ore!
Lei. Te l’ho detto, di sistemi ce ne sono tanti. A partire da una vecchia sveglia analogica. Sali tu in soffitta a prendere quella che ci aveva regalato Giuliano, e di cui ti eri fatto beffa con il solito sarcasmo di chi si  affida sempre e solo alle nuove tecnologie?

(Roberto Casati e Achille C. Varzi Il Sole 24 Ore, 28 ottobre 2012, pag.27)

sabato 3 novembre 2012

La videocrazia all'attacco di Beppe Grillo

Riporto quest'ottimo approfondimento di Sergio Di Cori Modigliani sul rapporto tra vecchia e nuova politica, che l'attuale gerontocrazia al potere si ostina a definire "anti-politica", ed il relativo rapporto tra vecchi e nuovi mass media (qui il testo originale).

«L’immaginario collettivo della nazione, teledipendente e acritico, si muove a ondate modaiole da sempre, gettandosi a capofitto, come di consueto, in quell' italianissimo guazzabuglio di pensiero unico omologato che è sempre stato il confronto/scontro tra guelfi e ghibellini. Uscire da questo binario forzato per topi da laboratorio, rimane il primo punto fondamentale di una auspicata rivoluzione culturale che rimane tappa fondamentale per riuscire a poter cominciare a crescere come collettività di cittadini liberi.
L’intero sistema mediatico è strutturato, in Italia, in modo tale da spingere l’utente a partecipare sempre e soltanto a condizione di porsi come tifoso partigiano, per consentire dei meccanismi di identificazione facili da strutturare (e quindi manipolabili) e garantirsi così il consenso nel nome di principii astratti, teorie, bandiere, divise da indossare, che ruotano intorno alla costruzione immediata di un ghetto culturale, miope e ottuso, che esclude – in quanto ghetto- chiunque tenti, cerchi o provi una qualsivoglia forma di elaborazione, argomentazione, magari una contestazione di merito, che possano contribuire ad avviare delle riflessioni ad uso della collettività. Se oggi, novembre 2012, ci troviamo in una esasperante condizione di totale sbandamento della nazione, è dovuto in grandissima parte al trionfo di questo principio basico dell’immaginario collettivo, vero e proprio trionfo delle oligarchie che gestiscono il potere nel nostro paese; basterebbe un semplice ed elementare esempio: non c’è stata nessuna forza politica, nessun soggetto politico, nessun intellettuale, nessun economista, nessun gruppo organizzato, movimento, partito o associazione che, negli anni’90, abbia lanciato e avviato con forza, nel paese, una discussione generale con un tema facile facile da porre, come necessaria e unica domanda: “A noi italiani, e all’Italia come nazione, conviene entrare a far parte dell’euro?” Gli italiani hanno aderito all’euro e la domanda è stata posta soltanto nel giugno del 2011, con 15 anni di ritardo. Il dibattito è diventato ben presto avvilente, come sarebbe avvilente e tragicamente ridicolo se oggi gli aquilani si riunissero per discutere se è il caso o meno di attuare un piano di ristrutturazione edile e di prevenzione per evitare che venga danneggiato il centro storico, scomparso tra le macerie nel 2009.  
La nuova moda è’ finita nel solito calderone guelfi/ghibellini creando due fronti “religiosi”; da una parte “morire pur di salvare l’euro”, dall’altra “moriamo se non usciamo dall’euro”. Due posizioni estreme e irrazionali, entrambe stupide e prive di significato, perché portate avanti, fondamentalmente, su basi irrazionali emotive, logiche settarie pilotate e gestite da demagoghi, furbi, furbetti e furboni di varia natura, età, genere, censo e professione, che hanno trovato il cavallo giusto da cavalcare per tirare la volata al proprio specifico padrone, partito, associazione e, strada facendo, dilettarsi nello sport in cui siamo campioni olimpionici: ottenere un vantaggio personale, anche solo per soddisfare il proprio narcisismo, sull’onda del tifo. Scoperto il nuovo sport italiota guelfo/ghibellino, poiché si tratta di una materia che implica la conoscenza tecnica di alcuni meccanismi e dispositivi economici, sono tutti diventati economisti, tutti esperti addirittura in quei complicati micro aspetti di una materia di cui a nessuno è mai importato nulla finora. Va da sé, neppure a dirlo, ciascuno con la propria teoria unica e santa, con il talk show giusto al quale partecipare, con le proprie pagine specifiche su facebook, dove non esiste confronto, se non la pura e semplice auto-referenzialità esaltata, utile a confermare la propria aderenza fideistica a quel vessillo.
E così gli italiani hanno scoperto, con qualche centinaio di anni di ritardo, che esistono le banche potenti e impietose; hanno scoperto con circa quaranta anni di ritardo che la propria classe politica è immonda; hanno scoperto con ottocento anni di ritardo che esistono le dinastie dei signori aristocratici regionali che usano il territorio, il danaro, le risorse umane, come loro esclusiva proprietà e dominio e non intendono in alcun modo che i loro patrimoni e ricchezze vengano intaccati neppure di un grammo; scoprono all’improvviso dopo sessant’anni, che la Fiat è una struttura finanziaria immorale, anti-italiana, del tutto indifferente al destino della nazione, che ha alimentato, inventato e collettivizzato l’idea base della corruzione facendone la propria bandiera, infettando l’intero sistema politico-industriale del paese; infine, cominciano poco a poco a scoprire adesso, con cinquanta anni di ritardo, (novità post-mediatica) che i guru televisivi e i colonnelli della cupola mediatica asservita, sono dei semplici funzionari e impiegati di quella classe politica immonda e di quelle banche impietose, e così via dicendo. Gli italiani vengono a scoprire adesso, nell’autunno del 2012, che il 25 aprile del 1945 è finita una guerra che l’Italia, distrutta e devastata e messa in ginocchio da vent’anni di fascismo, aveva perso; ragion per cui è stata obbligata a pagare durissime sanzioni, danni di guerra, micidiali interessi, mascherati in parte sotto “il piano Marshall” che agli italiani è stato fatto credere fosse stato un regalo degli anglo-americani per ringraziarli del fatto che l’Italia aveva dichiarato loro guerra, aveva ucciso i loro soldati e voleva impossessarsi delle loro ricchezze. E invece ce l’hanno fatta pagare, presentando il conto, genialità mediatica della classe politica italiana, mascherato da qualcosa di diverso. Gli Italiani scoprono oggi che la nazione non è sovrana, che il Vaticano non ha mai pagato né pagherà mai alcuna tassazione sui suoi beni e che sono sempre stati ingannati dai propri rappresentanti politici perché non vi è mai stata alcuna elaborazione sui fatti storici avvenuti in termini di realtà oggettiva.
Oggi, gli italiani, sembrano accorgersi di tutto ciò.
Eppure, nonostante questi vagiti di consapevolezza collettiva, gli italiani insistono e persistono nel seguitare a partecipare volontariamente allo stesso identico gioco di sempre.
Sull’onda delle nuove recenti mode, vengono usati termini come Politica e Anti-politica, ormai diventati francobolli mediatici buoni da appiccicare –in un senso o nell’altro- agli avversari membri del club, loggia, setta, associazione o movimento, diverso e/o opposto al proprio, perpetrando un gioco delle parti che serve soltanto ai rappresentanti delle oligarchie dominanti.
Politica è una parola semplice ed elementare: “scienza o arte o attività che definisce l’esercizio del bene comune nel perseguire le esigenze della collettività”. Il ”Politico” è colui/colei che “riceve dai cittadini una delega formale e legale per rappresentare le istanze, esigenze, bisogni e desideri di una intera comunità”. Fine della definizione.
Tutto ciò che esula “dall’interesse collettivo e dall’esercizio di una azione personale che va identificata come proiezione e sintesi della volontà collettiva” viene situata all’infuori della politica. E’ per l’appunto “Anti-politica”.
La confusione che oggi regna è tale per cui viene chiamata “anti-politica” una idea, una teoria, un atteggiamento, un humus. Mentre “anti-politica” ha un suo Senso Oggettivo. Lo ripeto: “tutto ciò che non riguarda la collettività bensì è riferito a singolo o singoli”.
Quindi, coloro che non si occupano della cittadinanza perché perseguono un fine soggettivo (sia individuale o gruppale) non si stanno occupando di politica, bensì di qualcosa d’altro.
Il tornaconto personale è la “non-politica”. Non si tratta né di morale né di etica. Si tratta di etimologia, di logica del Senso.
Bisogna ritornare a definire le cose con il loro nome, per ciò che esse sono.
Il solo fatto di far credere ai lettori che un quotidiano (prendo uno a caso) come “Il Foglio” si occupi di “politica” è un FALSO. Notoriamente è gestito da persone che rappresentano interessi privati, il cui obiettivo – con l’aggravante per l’intelligenza degli italiani di essere dichiarato, pubblico e documentato- consiste nel salvaguardare le rendite di posizione di specifiche famiglie e dinastie. E questo vale per tutti gli altri. Compresa la Rai che è “il regno dell’Anti-politica”.
Non è certo un caso che le discussioni, analisi, dibattiti sui risultati elettorali delle elezioni in Sicilia siano stati per lo più argomentati in maniera anti-politica.
Qui di seguito c’è il commento di un mio lettore, un siciliano per bene, che nel mio blog si firma Nino P. In maniera molto chiara ed elementare ha presentato la situazione reale elettorale siciliana:
PD: 505.922 voti nel 2008
      257.274 voti nel 2012
      Il calo è del -49%, pari a 248.648 voti in meno.
UDC: 337.108 voti nel 2008
        207.827 voti nel 2012
        Il calo è del -38%, pari a 129.281 voti.
PDL: 901.503 nel 2008
        247.351 nel 2012
        Il calo è del -73% in meno, pari a  654.152 voti persi.
M5S: 46.895 nel 2008
        285.202 nel 2012
       L’incremento è di un +512% pari a 238.607 nuovi voti conquistati.
Il PD, UDC e PDL insieme hanno perso 1.032.211 voti, solo in parte recuperati dai 5 Stelle. Mancano all'appello ben 793.504 voti.
Invece di fare polemiche sterili o trionfalismo fuori luoghi, i nostri politici dovrebbero cercare di capire come fare a recuperare la fiducia degli elettori. Lo slogan di Nello Musumeci era: io mi fido di voi.
Ebbene gli elettori, senz'altro più maturi e disincantati, hanno mostrato chiaramente che non si fidano più di loro!
Il risultato quindi equivale a una sconfitta storica dell’intera classe politica italiana (nessuno escluso, né a destra né a sinistra) e presenta come novità l’affermazione del movimento di Beppe Grillo.
Non esiste nessun altro tipo di lettura, perché “le cifre” e i “documenti oggettivi” sono, per l’appunto, politici. Qualunque affermazione contraria a questa non è utile alla collettività, è “anti-politica”, che piaccia o non piaccia.

Questo enorme preambolo era per introdurre la mia opinione sulla esternazione di reprimenda da parte di Beppe Grillo nei confronti di una candidata appena eletta che ha scelto di andare in televisione partecipando a un talk show. La persona in questione è un attivista del M5s (altrimenti non avrebbe potuto essere eletta) di conseguenza ha aderito a un programma, a un codice collettivo, a delle regole di comportamento che non sono “etiche o morali” bensì squisitamente politiche, il che è diverso. Si è quindi impegnata, a nome della collettività, ad interpretare esigenze della comunità. L’idea base di Grillo è “politica”, ovverossia ruota intorno al concetto di “gestione comune della cosa pubblica al servizio della collettività”. In Italia non esiste rete televisiva che si occupi di “politica”, perseguono tutte interessi privati. Tutte hanno aderito, pur con sfumature diverse, in maniera consociativa, al principio di promozione del concetto di “visibilità”, inteso come anticamera narcisista dell’Anti-politica. Beppe Grillo ha smascherato dall’inizio l’intera cupola mediatica televisiva italiana come “il regno dell’Anti-politica”.
In conseguenza della sua interpretazione ha stabilito il divieto per gli eletti di partecipare a dibattiti televisivi.  E’ un fatto notorio.
E’ un atto politico, non è un vezzo isterico.
E’ una linea politica.
Chi aderisce ad un partito (o un movimento) ne deve condividere la linea politica. Ma bisogna saperla riconoscere e condividere (e qui si apre il mondo del “voto secondo coscienza”!)
Chi sostiene che, in questo specifico caso, Grillo sia isterico o dittatoriale, sbaglia (se è in buona fede) oppure cerca di fare il furbo manipolatore (se è in malafede).
Si tratta di POLITICA.
Il M5s, in questo momento, è l’unica realtà immune dall’Anti-politica.
Forse finirà come gli altri.
Non lo sappiamo. Non si può dire. Gli eletti meritano il credito sulla fiducia: questa è la scommessa.
Noi non possiamo che sperare rimangano Politici.
La candidata eletta che ha commesso questo atto ha compiuto un gravissimo errore dimostrando, da subito, di non essere persona rispettosa delle “regole comuni” (base della Politica).
In Politica, la severità civica è la Somma Virtù. E’ la garanzia per la collettività.
Non c’entra nulla la dittatura, anzi.
L’Italia è stata messa in ginocchio dalla ”videocrazia” gestita in totale consociativismo.
La scelta di Beppe Grillo è molto chiara e netta: ha smascherato la Grande Truffa dell’Italia: la videocrazia oppiacea delle oligarchie del privilegio.
Se uno non lo capisce, allora è meglio che non si candidi neppure nel M5s.
E, se cominciano ad andare in video pure loro, allora vuol dire che anche il movimento di Beppe Grillo sta scegliendo l’Anti-politica.
Tutti  a casa a seguire i gladiatori al grande Colosseo della Vanità Narcisista, facendo il tifo per l’uno o il tifo per l’altro.
Tanto a decidere se il pollice è verso l’alto o verso il basso, sarà sempre Cesare. Perché l’ultima parola è sempre quella dell’Imperatore.
Per fare Politica, oggi, e farla come opposizione, c’è soltanto un’unica maniera e un’unica possibilità: disinnescare il meccanismo perverso che ha devastato la nazione, ovverossia sottrarsi al balletto narcisista di chi gestisce l’Anti-politica. Per chi fa politica, non comparire in televisione è, oggi, in Italia, un Atto Politico micidiale.
Chi conosce i media italiani, sa che le cose stanno esattamente così.
Tutto il resto sono chiacchiere dei cultori dell’Anti-politica.
I dati elettorali parlano chiaro e sono incontrovertibili.
I siciliani, la svegliata se la sono data.
Comunque vogliate vedere le cose, le cifre parlano chiaro.
La considero un’ottima notizia Politica».

sabato 20 ottobre 2012

Perchè siamo fruttariani (di Valdo Vaccaro)


«Lettera a Valdo Vaccaro
Salve, abbiamo ricevuto due suoi files (Superstizione del contagio e cultura della salute, e Peste suina e porco-economia), che ci hanno fatto riflettere sulle errate informazioni che possediamo su virus, batteri e alimentazione. Veniamo a chiederle aiuto, visto che lei è un esperto in materia a riguardo di domande alle quali non sappiamo dare una risposta e che, però, ci sembrano importanti per la vita di tutti i giorni.
1) Da quali fonti risulta che l’apparato digerente dell’essere umano è fruttariano?
2) Da dove vengono ricavati gli 8 aminoacidi essenziali che il corpo umano non è in grado di sintetizzare (fonti di medicina)?
3) Ci sembra che in ogni tempo ed in ogni civiltà (se così si può chiamare il cammino dell’ignoranza umana) l’essere umano abbia sempre mangiato carne, verdure, carboidrati, ecc, per cui non riusciamo a capire come mai, salvo seguendo particolari filosofie spiritualizzanti, oggi dovremmo mangiare solo frutta.
4) E gli enzimi digestivi (amilasi, proteasi, ecc.) a che cosa servono?
5) In qualità di naturopata e biologa, vorremmo aiutare meglio le persone, ammesso che fino ad oggi non le abbiamo aiutate correttamente sul piano alimentare.
6) Ci avevano fatto capire che il virus è una specie di mostro che attacca il corpo umano sadicamente e di sua spontanea animazione.
Da quello che leggiamo sul suo rendiconto, si tratta di pezzetti di codice inanimati che possono attivarsi in condizioni particolari ed alterare il funzionamento della cellula, cioè la produzione delle proteine, proprio come il virus del computer. Dunque si tratta di coincidenze di allineamento di codici che, quando avvengono accidentalmente, danno luogo a un meccanismo capace di attaccare e distruggere ciò che trova.
A noi, come studiosi anche della filosofia informatica del corpo umano, la sua spiegazione torna parecchio, ma in tal caso c’è da riscrivere libri di medicina e da re-istruire tutti i medici che la pensano nei modi soliti, in quei modi che lasciano tutti piuttosto perplessi e insoddisfatti.
Ma allora, come mai alcuni virus esistono già e sono classificabili? Cioè, una volta allineati, seppur casualmente, così rimangono e così si trasmettono? Infine, come mai nel metabolismo cellulare vegetale non si formano tali pezzettini, non si collegano fra loro e non formano virus virulenti, mentre invece nella cellula animale sì? Altrimenti anche i vegetali sono potenziali veicoli di virus.
7) Se oramai siamo abituati a dare al corpo (oltre ai soliti quintali di tossine industriali) gli aminoacidi essenziali, cosa farà esso domani, quando lo alimenteremo solo a frutta?
Per ora le porgiamo solo queste piccole domande che ci permetterebbero di rimetterci sui libri, magari anche su quelli che lei stesso ci vorrà consigliare, o su degli appunti da lei scritti, per conoscere sempre di più questa macchina che ci porta a spasso per il mondo e che torturiamo con una sempre più inaccettabile ignoranza.
Saluti. Giuseppe Guidi, naturopata, ed Elena Marano, biologa».

*******************************************

RISPOSTA

Alimentazione Naturale
Il mio testo Alimentazione Naturale, ordinabile a diversi editori che lo propongono on-line e che dovrebbe pure trovarsi nelle migliori librerie, contiene parecchi spunti utili al riguardo, ed anche dei dati bibliografici. Basta andare su Google.it e digitare valdo vaccaro, per trovare dati sul mio testo ed anche diversi miei scritti sui vari blog di Medicina Naturale e della ABIN, su quello di Luigi Boschi, di Arianna, ed altri. Veniamo ora alle vostre 7 domande basilari.

Da quali fonti l’apparato digerente umano è fruttariano? Via le fonti classiche.
Premetto che quando dico fruttariano intendo tutta la frutta, anche quella orticola (zucchine, zucche, cetrioli, pomodori, melanzane, tegoline, piselli), e intendo pure la verdura, nel senso di includere tuberi, foglie, germogli, radici, cereali e semi vari. Vorrei rispondervi citandovi le fonti classiche, tipo Talete e Pitagora, Platone ed Aristotele, Leonardo e Savonarola, Rousseau e Voltaire, Tilden ed Einstein, ma pare che i grandi del passato siano passati di moda, mentre nuova gente interessante viene portata sul palmo della mano, nella società odierna. Il professor Giorgio Calabrese, il prof Carlo Cannella, la professoressa Carla Favaro, il ministro Luca Zaia (quello contrario all’ananas), e altri simili a loro, sono tutti in aspettativa di un trono nel Nuovo Olimpo degli Dei dell’Alimentazione Italica, tanto per fare un esempio nostrano.

Quali allora le fonti che confermano la fruttarianeità dell’apparato digerente e del corpo umano?
1 – Dallo stesso latte umano che ha l’identica formula della frutta naturale.
2 – Dal fatto che frutta e verdura crude danno nutrimento al 100 per cento, senza rubare niente in termini di costi energetico-digestivi-assimilativi-emuntori.
3 – Dal fatto che la frutta e la verdura crude producono zero leucocitosi in sede digestiva, come esperimenti Kautchakoff 1930, per i quali altri studiosi vinsero poi il Nobel per la Medicina nel 1948.
4 – Dal fatto che il sangue umano è alcalino e non acido come negli animali onnivoro-carnivori, e che la frutta nutre e stranutre alla perfezione senza acidificare, l’esatto contrario di carne e latticini.
5 – Dal fatto che il nostro stomaco ha 10 volte meno acido cloridrico, atto a demolire e trasformare le proteine in aminoacidi, rispetto agli animali onnivoro-carnivori, per cui è adatto a frutta e verdura, ma non al resto.
6 – Dal fatto che il nostro intestino è assai intricato, complesso e lungo quasi 10 metri, contro i 2 metri dei normali onnivoro-carnivori, e che è inoltre molto spugnoso, per nulla adatto a trattare proteine animali.
7 – Dal fatto che il carburante frutta-verdura crude è l’unico a non causare crisi ossidative e rilascio di radicali liberi.
8 – Dal fatto che il carburante frutta e verdura crude non contiene acidi urici , e va a pennello nel nostro corpo fruttariano totalmente sprovvisto di enzimi uricasi indispensabili per la demolizione dell’acido urico (28 gr per kg nella carne). Enzimi uricasi che abbondano negli animali di segno opposto, cioè negli anti-fruttariani od onnivori che dir si voglia.
9 – Dal fatto che servono almeno 5 piatti sazianti di sola frutta al giorno per eludere totalmente cancro e cardiopatia (i due maggiori killer mondiali), come dimostrato dal maggiore esperimento nutrizionale di tutti i tempi (Cambridge University 2000), invano segretato ed insabbiato da FBI e da Scotland Yard.
1O – Dal fatto che l’uomo paleolitico faceva ben 12 pasti di sola frutta al giorno, come dimostrato dai reperti analizzati dal maggiore studioso mondiale di alimentazione paleolitica dr Boyd Eaton.
11 – Dal fatto che i Pimas americani dell’Arizona erano un popolo sanissimo quando nel 1900 vivevano da vegani e che in soli 100 anni sono diventati il popolo più obeso-diabetico-canceroso del mondo, dopo che furono costretti con la forza (deviazione fiumi da parte dei federali) a cambiare radicalmente dieta (mentre i Pimas della regione messicana adiacente restano oggi sani e pimpanti con 28 kg in meno di peso individuale medio rispetto ai fratelli vicini).
12 – Dal fatto che il più importante-scientifico-affidabile laboratorio sperimentale ricerche del mondo, che per me è il mio corpo, in 65 anni non mi abbia mai tradito, e mi abbia dato esaustive e implacabili dimostrazioni a getto continuo in favore della teoria vegana-crudista.

L’isovalenza tra proteine vegetali e proteine animali provata nel 1728 da Bartolomeo Beccari
Le proteine animali danno molti inconvenienti
In natura esistono diversi milioni di proteine, mentre nel corpo umano se ne contano circa 10 mila. Le proteine animali danno molti inconvenienti al corpo umano come appena visto (acido urico e gotta, acidità ed osteoporosi, putrefazione e cancro, crisi ossidative e radicali liberi), mentre le proteine vegetali non lasciano traccia. Già nel 1728, il grande Bartolomeo Beccari, scopritore del glutine nel frumento, dimostrò scientificamente l’isovalenza tra proteine vegetali e proteine animali (via quindi i termini nobile ed essenziale, usati ed abusati a sproposito).

L’alta biodisponibilità proteica dei cibi basso-proteici come la frutta (100%)
L’utilizzazione della proteina da un determinato alimento è tanto più grande quanto minore è la sua percentuale proteica (vedi l’esempio eclatante del bebè umano che nel suo periodo di massimo fabbisogno proteico marcia a latte umano, che ha percentuale proteica bassa al pari della frutta). L’organismo umano riesce a utilizzare dalle patate una quantità di proteine 7 volte maggiore di quella della carne o del formaggio.

La percentuale proteica utilizzata dalla frutta è addirittura del 100%.
E la frutta, come ogni cosa sotto il sole e sotto la nostra atmosfera alto-proteica (80% azoto N e 20% ossigeno O2), contiene proteine nella giusta percentuale. Il valore biologico, ovvero la biodisponibilità delle proteine, è strettamente condizionato dalla presenza di vitamine-minerali-enzimi. Frutta e verdura crude sono al top della digeribilità e della biodisponibilità senza perversi effetti collaterali di breve o lungo periodo.

L’alimentazione anti-frutta, ovvero la carno-lattea, provoca segni cancerogeni inequivocabili
Non stiamo qui a citare la rapida proliferazione delle cellule cancerogene non appena entrano proteine animali nel corpo umano. La prova non sta solo nel fatto che, nelle sale di anatomia, il sezionamento dei cancri evidenzia in continuazione bacilli tipo il bacillus enteridis, il bacillus Breslay, il bacillus suispestifer, il bacillus clostridium, il bacillus streptococcus bovis, tutti derivanti dalle varie carni di animali di terra e di acqua.
Se si prende un malato di tumore o di cancro, e lo si sottopone a dieta rigorosamente priva di proteine animali, il tumore benigno nel primo e la neoplasia maligna nel secondo rallentano lo sviluppo a vista d’occhio. Ne sapeva qualcosa in proposito il celebre terapista dei malati terminali di cancro, il medico tedesco-americano Max Gerson, che li imbottiva di frutta da mattina a sera. Metchnikoff dimostrò poi in passato come l’origine di tutte le malattie è da individuare nella putrefazione degli alimenti nell’intestino, nei miasmi incredibili che vi si sviluppano per colpa di carni e latticini.

I disastri delle scorie proteiche ineliminate all’interno del corpo umano
Le scorie prodotte dal consumo proteico-animale affaticano incredibilmente fegato-reni-pancreas, gli organi-chiave del funzionamento chimico del corpo umano, e sono causa dimostratissima di uricemia, obesità, diabete, calcolosi, reumatismi, dispepsie, eczemi, arteriosclerosi. Quel che è peggio, le proteine eccedenti il fabbisogno giornaliero non possono essere accumulate nell’organismo sottoforma di grassi, e il fegato le deve trasformare in urea ed indirizzarle ai poveri reni. Il sistema renale, stressato da questi ripetuti insulti, non ce la fa ad espellere il veleno, non lo elimina totalmente, ed il corpo lo riassorbe intossicandosi. Il sistema immunitario, prende malvolentieri gli scarti proteici ineliminati e li lega alle pareti dei capillari che così si ispessiscono e perdono funzionalità, e alle pareti delle arterie che così sviluppano ateromi.
Tutto questo non succede affatto con le proteine vegetali, le quali non acidificano e non avvelenano il sangue.
Non esiste al mondo una singola malattia da carenza proteica, mentre siamo flagellati da morbi carneo-derivati

Più proteine animali mangiamo e più acidifichiamo il nostro sangue alcalino.
Acidificazione significa blocco immediato di tutte le reazioni bioelettriche corporali e dunque morte immediata. Ecco allora l’intervento disperato del sistema immunitario a richiamare osseina dal midollo. Ecco lo svuotamento misterioso di calcio buono dal sistema osseo ogniqualvolta si mangiano carni-uova-pesce-latticini, tutti cibi anti-frutta. L’uomo deve dunque aver paura dell’eccesso di proteine, non certo della carenza. Non esiste al mondo una singola malattia dovuta a carenze proteiche, mentre il pianeta è flagellato da moltissime affezioni da eccesso proteico di tipo animale.

Dove ricaviamo dunque gli 8 aminoacidi essenziali?
Venendo alla domanda specifica, trattasi di un quesito di retroguardia. Sappiamo da anni ormai che non esistono affatto questi 8 aminoacidi essenziali. Soltanto due aminoacidi, la treonina e la lisina risultanto infatti essere indispensabili e, partendo da essi il corpo umano ricava agevolmente tutti gli altri per trasformazione biologica. Treonina e lisina si trovano in abbondanza in tutta la frutta oleosa (arachidi, pinoli, mandorle, pistacchi, anacardi, noci, nocciole), ma anche nei semi, nei cereali, nei germogli, nei funghi, negli spinaci, negli asparagi, nei carciofi. Le carote sono poi una fonte incredibile di proteine vegetali, coprendo l’intera gamma degli aminoacidi.

La formula biochimica del latte umano è prova inconfutabile del fruttarianismo umano
Il latte umano ha poi una formula biochimica che è decisiva per capire come siamo fatti e di cosa abbiamo realmente bisogno. Nel periodo di massima crescita, il cucciolo dell’uomo si serve di un alimento che ha una percentuale proteica 20 volte inferiore a quella della carne, e 7 volte inferiore a quella del latticini mucca-derivati. La parola svezzamento significa abbandono rigoroso del latte materno e ancor di più del latte di altri, cosa che ogni animale rispetta, fuorchè lo stolto animale umano. In questa delicata fase di svezzamento, far passare il bebé umano da una dieta naturale ipo-proteica a una dieta 7-20 volte più proteica, è quanto di peggio si possa fare contro l’infanzia. Una autentica follia, una mazzata sulla testolina dei piccoli che restano poi segnati a vita da tale ingiuria iniziale. Un vile attentato alla salute futura di tale ignaro essere.

Un continuo furto di vita e di salute.
Il bimbo è OK? Non andare dal pediatra. Sta male? Non andare dal pediatra. Firmato Mendelsohn.
Le pratiche e la cultura pediatrica prevalenti in tutto il globo rubano all’essere umano qualcosa come 70 anni di vita supplementare e 120 anni di salute. Questo è quanto viene fatto dalla diabolica rete medico-pediatrica mondiale, che a questo misfatto ne fa seguire altre decine tramite gli interventi vaccinatori successivi, intesi proprio contro le malattie infantili generate dagli omogeneizzati e dalle assassine diete alto-proteiche imposte con ignoranza stratosferica e infinita perfidia all’infanzia.
Non a caso il più grande pediatra americano Robert Mendelsohn, ha coniato i suoi famosi postulati: Il tuo bimbo sta bene? Non andare dal pediatra, te lo ammalerebbe. Sta male? Non andare dal pediatra, te lo aggraverebbe. Ci sei andato? Fa esattamente l’opposto di quanto ti ha detto, e farai un grande favore al tuo piccolo. Chiaro che l’uomo è già bravo a raggiungere 70-80 anni malamente, e non i suoi 120-150 canonici, con tutte le torture che subisce sin dai suoi primi esordi.

Gli enormi ed irreversibili danni dei latticini al sistema renale
Il carnivorismo e l’eccesso di proteine imposto ai piccoli umani appena svezzati predispone a tutte le malattie che sono esclusiva dell’animale umano, e conduce all’ipertrofia (ingrossamento) epatico e renale ed all’obesità infantile. Il caso incredibile e indimenticabile della melammina cinese dovrebbe far riflettere il mondo intero. Si è scoperto infatti una cosa che ha lasciato esterrefatti e confusi gli ispettori cinesi.
Una percentuale notevole dei bambini ospitalizzati erano consumatori di latte normalissimo e non addizionato di cacca e pipì sintetizzate in melammina. Come dire che la melammina fa di sicuro schifo, e fa pure male, ma che i danni più gravi al sistema renale sono causati dal vero e proprio consumo di latte normale. Cosa del resto che si sapeva benissimo in campo medico-igienistico.

Omogeneizzato, ovvero un frullato di cadavere per gli ignari bambini umani
La composizione biologica più vicina al latte materno è la frutta, e non certo il frullato di cadavere, misto a verdurine cotte, denominato eufemisticamente omogeneizzato. Gli unici bambini sani al mondo sono quei pochi super-privilegiati che hanno la fortuna di avere dei genitori avveduti, informati e quindi vegani. Quei bambini avranno due grossi vantaggi nella vita. Saranno molto più sani degli altri, con organi e peso-forma normalissimi, con crescita appropriatamente lenta ed equilibrata, e saranno dotati di particolare sensibilità ed intelligenza. In più non avranno sulla coscienza indirettamente l’uccisione dei loro fratelli cuccioli di altre specie.

In ogni tempo l’uomo ha mangiato carne, almeno ci sembra
Giuseppe ed Elena, mettono sempre un Ci sembra, davanti alle loro affermazioni, il che la dice lunga sul loro spirito saggio, prudente e scientifico. Dire che l’uomo ha sempre e dovunque mangiato carne non risponde per niente alla realtà storica. Gli antichi greci erano tutti essenzialmente vegetariani, sia a Sparta che ad Atene. Questo non riguardava solo gli artisti e i grandi filosofi, ma anche i soldati, anche il popolo. Etruschi, romani, sabini, avevano una alimentazione bilanciata, con abbondanza di frutta, ortaggi e cereali. A quei tempi non c’era divorzio tra salute e tavola. Il cuoco era anche medico. Gli insegnamenti di Pitagora e di Ippocrate, che prescrivevano cibi crudi per prevenire i mali, erano ancora troppo recenti per essere dimenticati.

La caduta dell’Impero Romano causata dal pasticcio di carne e dai cibi stracotti
Ad Olimpia si sapeva benissimo che il crudo rende più forti e veloci, e che fa pure vincere le maratone. E’ stato grazie al cavolo crudo che i romani hanno fatto a meno dei medici per 6 secoli ininterrotti, scrive Catone. E fu poi il cotto, lo stracotto, i pasticci di caccia, ad affossare l’impero romano, non le sconfitte militari. I legionari e i combattenti romani avevano un rancio basato su vegetali, frutta ed orzo abbrustolito. Furono le diete intossicanti e devitalizzate della classe agiata a indebolire Roma. Il cotto ha sempre caratterizzato il declino dell’individuo e quello dei popoli.

Un esercito di cuochi e di sommelier col nobile scopo di rovinare l’umanità
La cottura è un processo di adulterazione e di corruzione dei cibi giusti, e un trionfo dei cibi assassini. Un esercito interminabile di cuochi occupati a rovinare i micronutrienti e a rendere attraenti e appetitose le peggiore schifezze dei macelli, con frotte di sommelier pronti ad ingozzare di vino, a mandare giù ed a nascondere i miasmi, le puzze e il voltastomaco delle carogne. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. I conti tornano alla perfezione.

Miliardi di animali sgozzati e brutalizzati ogni poco-santo giorno da un lato, e milioni di malati gravi in tutto il pianeta. La putredine reale che diventa putredine popolare
Nel periodo medioevale e negli anni successivi, la plebe mangiava a volte carne, ma solo a Pasqua e a Natale, più per imitare le gozzovigliate continue dei re e dei loro cortigiani. Tanto che, a quel tempo, il cancro non si chiamava cancro, ma putredine reale. Oggi, la putredine reale si è finalmente trasformata in putredine popolare, visto che il veleno carne è a pronta disposizione del popolo. Anche nelle nostre campagne di un tempo, la carne veniva consumata assai raramente. Non erano di moda le pratiche sado-masochistiche e le teorie suicide che affliggono la nostra società dei consumi sballati.

A cosa servono allora gli enzimi digestivi (amilasi, proteasi, ecc)?
Servono sicuramente. Servono a digerire gli amidi (amilasi) e le proteine (proteasi), ma sempre e solo quelle delle piante. La proteine vegetali stanno infatti confezionate in un guscio difensivo leggero, demolibile, commisurato allo stomaco ipo-cloridrico umano. Aggiungo che mi piace molto la voglia di ristudiare e di rimettersi in discussione, cercando una seconda e una terza opinione quando non si è totalmente soddisfatti delle proprie convinzioni. Questo è segno di saggezza e di intelligenza, non di precarietà. Solo l’ignorante è sempre convinto al 100 %, salvo cambiare poi opinione di colpo.

La verità sta oggettivamente dalla nostra parte, non altrove
Noi vegani siamo, direi per fortuna, costretti a non variare troppo opinione. Meritata o casuale che sia, godiamo di una rendita di posizione. Quando arrivi infatti in zona fuoco-fuoco, quando sfiori la verità, rimane poco spazio per divagare e svariare, per concedere delle chance alla parte avversa. Possiamo solo approfondire, correndo magari il rischio di sembrare presuntuosi. Noi siamo davvero in zona verità, non per motivazioni ideologiche, spirituali, fideistiche, ma perché la scienza, la logica, la natura, i fatti, ci permettono continue verifiche e ci regalano continue conferme.
Noi siamo con le leggi della creazione, con le leggi divine o della evoluzione. Siamo con l’uomo e con l’animale, con gli alimenti naturali dell’uomo e contro tutto il resto. Siamo contro tutta la monnezza anti-uomo ed anti-vita, ideologica e pratica, prima tra esse la carne e il latte, che nascondono dietro di sé il top della indecenza, della crudeltà, della sopraffazione, della viltà, della vera peste bubbonica.

Spiegazioni sui virus che tornano parecchio
Vi posso solo confermare l’innocenza di batteri e virus. Quanto ai virus, pariamo di materiale defunto da scarto fisiologico cellulare. Se uno mangia male, digerisce peggio (troppo lentamente), si tiene i suoi miasmi putrefattivi intestinali per 50 ore, pensa male e dorme male, è chiaro poi che il suo bagaglio giornaliero di detriti cellulari, di sporcizia, di pietruzze definite virus, non viene scopato via come dovrebbe, per cui la spocizia rimane all’interno.

Il problema, in ogni caso, non è la malattia da mandar via, ma la salute da mantenere
Non è la malattia poi il problema, visto che malattia vuol dire riaggiustamento (quando ciò è umanamente possibile) o morte quando si è spacciati. Malattia vuol dire espulsione logica e salubre di tossine. Malattia vuol dire guarigione. Il problema è la salute, il mantenimento dell’equilibrio e dell’omeostàsi senza cadere possibilmente nella malattia, che può sempre essere fastidiosa e debilitante.

Andare oltre la punta del proprio naso
Occorre solo andare oltre la punta del naso, e non partire colpo in canna e con l’immagine preconcetta del demonio-virus nella propria tasca. Non è, nel modo più assoluto, il virus a causare malattia, ma l’occupazione di spazio prezioso, il rallentamento metabolico causato dall’accumulazione virale. Rallentamento causato dal mal-cibo e dal mal-comportamento.
Quelli sono i virus virulenti e attivi. Rallentamento che porta a crisi tossiemica, ovvero al solito superamento del livello tossicologico di guardia, che ti impone di fermarti, di metterti a letto, di digiunare, di riflettere sugli errori, di bere tanta acqua e mandare fuori le tossine in eccesso attraverso i punti di sfogo più logici che il tuo sistema immunitario presceglie.

La moltiplicazione dei pani e dei pesci, da parte dei monatti col teschio sulla schiena
Nota bene, ho parlato di accumulazione giornaliera o di sommatoria di virus, non di moltiplicazione. Anche perché, se qualcuno parla di moltiplicazione, mi deve prima presentare la foto di una bella viressa con tanto di labbra carnose, tette, culo e vagina, allora forse gli crederò, e mai prima. Confesso di non avere un buon rapporto coi virologi. La maggior parte di essi hanno il teschio disegnato sulla schiena. Chiamarli monatti ed untori è un complimento.
Chiamarli aguzzini da strapazzo, o miserabili necrofori, biechi opportunisti, rincorritori di pecunia facile e di immeritata fama è assai più appropriato.
Possono essere battuti soltanto dagli immunologi.

Gli scovatori di pietruzze inanimate chiamate virologi
Mi accontento di essere un filosofo e di ispirarmi a Pitagora. E trovo una grande soddisfazione quando i ricercatori, persa la bussola, hanno bisogno urgente della illuminazione filosofica o spirituale, che essi smarriscono regolarmente tra gli odoracci e le emicranie dei loro gelidi e psichedelici laboratori. Non mi affascina né mi convince Stefan Lanka, per quanto bravo sia stato a scoprire diversi virus. Isolare virus in laboratorio può essere significativo, ma è sempre una questione di lenti magnificatorie e di microscopi. Se uno vuole fare un salto di qualità e diventare pure scienziato, oltre che fare lo scovatore di pietruzze inanimate chiamato virologo, deve usare il cervello, deve saper interpretare correttamente le sue eventuali scoperte.
Lanka dice coraggiosamente che non ha mai visto un virus ammazzare nessuno? Bravo. Lo hanno persino bersagliato e messo in croce per aver detto una cosa fin troppo ovvia. Ma poi aggiunge che ha visto pure il virus fare il facchino e il trasportatore. Ha cioè trasformato le sue creature morte e defunte, in inopinati operai del trasporto, con tanto di berretto e tuta.
A quel punto gli chiedo se ha sentito pure le loro parolacce, o se li ha visti toccare il sedere alle signore per strada, come fanno spesso i facchini nei quali mi imbatto. Siamo un po’ tutti più seri e più coerenti. Vediamo di rientrare tutti nei ranghi. Vediamo di cambiare mestiere e di cancellare dal menù delle scienze la parola virologo, che è già di per sé un insulto all’intelligenza umana.

La grandezza di Peter Duesberg è fuori discussione
Peter Duesberg è l’unico noto virologo al mondo che si è guadagnato ai miei occhi pieno rispetto, descrivendo per filo e per segno le magagne della virologia, la grande voglia di primeggiare e di diventare dei futuri Pasteur, travolgendo ogni logica ed ogni verità. Spretandosi del tutto da virologo rimarrebbe sempre il più grande scienziato vivente di biologia molecolare e cellulare, nonostante l’insulto del Nobel andato a uno come Montagnier.

Come farà un corpo abituato ad aminoacidi e a tossine, a funzionare bene con la purezza del pomo?
Rispondo con una domanda. Come fa il corpo di un malato di tumore quando lo si priva di proteine animali e gli si dà tanta frutta? Migliora rapidamente, e con l’aggiunta di qualche digiuno il tumore si rimpicciolisce e poi scompare del tutto senza tornare mai più, senza tagliare niente, senza farmaci, senza radio-chemio terapie. Lo sanno troppo bene le cliniche salutistiche naturali del mondo intero. Lo sanno a memoria medici igienisti come Burton, Cinque, Sabatino, Goldhamer, Fuhrman, Cridland, e anche altri medici semplicemente dotati di acume tipo Robert Pritikin e gli eredi di Max Gerson.

martedì 25 settembre 2012

Perchè uscire (subito) dall'euro

 di Salvatore Brizzi

«Questa mattina mi sono svegliato e, poiché l’Universo si espande, ho impiegato più tempo rispetto a ieri per trovare le pantofole.

Mentre facevo colazione, al tg del mattino, tanto per cambiare, si parlava di evasori. L’azienda di famiglia dove due dipendenti lavoravano in nero, il commerciante che non fa lo scontrino, il falso cieco, il falso zoppo, il falso impotente… e riflettendo su questi esempi mi chiedevo: ma davvero queste cose c’entrano con la crisi? Davvero i soldi presi dalle tasche dei falsi ciechi risaneranno la nostra economia? Questo giro di vite viene dato al momento giusto o è totalmente asincrono rispetto a ciò che sta accadendo?
E soprattutto: perché si parla di evasione tutti i giorni, in tutti i tg, con una frequenza che definirei mantrica?

Un mio conoscente –amico di un amico di un amico– che qui chiameremo col nome fittizio di Mr. Goodkat, sicuramente più esperto di me in termini di macroeconomia e geostrategie, mi ha spiegato alcune cosette interessanti. Innanzitutto mi ha fatto notare che l’euro è una moneta non sovrana, ossia non più appartenente a un popolo, ma emessa dalla BCE (Banca Centrale Europea), una banca a tutti gli effetti privata il cui capitale è detenuto –in quote proporzionali al “peso” del singolo Paese– dalle banche centrali, anch’esse private, dei Paesi che hanno adottato l’euro; ma anche da semplici membri UE, come nel bizzarro caso della Gran Bretagna, la quale ha furbamente evitato di adottare l’euro ma detiene una partecipazione per il 16% (più alta di quella dell’Italia) nella BCE. Il che significa che può dire la sua –e anche in maniera importante, perché la sua è la terza partecipazione in ordine di grandezza dopo Germania e Francia– ma non corre gli stessi rischi di chi vola sulle montagne russe di eurolandia come sta accadendo a noi.

Come fa un Paese che ha adottato l’euro a procurarsi la massa monetaria di cui ha bisogno? Semplice, –mi spiega Mr. Goodkat– non potendo emettere moneta per finanziare essa stessa il proprio debito, si deve indebitare con altri soggetti!

Emette cioè titoli del debito pubblico che qualcuno acquista. L’Italia, non potendo più, alla pari delle altre nazioni europee che aderiscono all’euro, battere moneta propria (ha perso la sovranità monetaria), deve sperare che i “mercati” (in realtà, pochi soggetti che sostanzialmente oligopolizzano l’offerta di moneta) acquistino i suoi titoli al saggio d’interesse imposto dai mercati stessi.

Il debito pubblico italiano è detenuto (dati del 2011) per il 56,4% da soggetti italiani, ma per il 43,4% è in mano a soggetti stranieri. Inoltre, altro dato importante, la quota di debito detenuto dalle famiglie a giugno 2011 era del solo 12,7%, il che significa che tutto il resto si trova nelle tasche di banche (italiane e straniere), assicurazioni e fondi (italiani e stranieri). Per fare un esempio, gli investitori asiatici da soli ne posseggono il 6%. Tutti questi soggetti, per usare una terminologia tecnica appartenente al mondo dell’economia… ci tengono per le palle.

Data questa premessa di dipendenza quasi totale dello Stato nei confronti di soggetti privati –continua a spiegarmi Mr. Goodkat– possono realizzarsi le manovre di speculazione. La speculazione è una strategia attuata da parte di banche, assicurazioni e fondi, sia italiani che esteri, per guadagnare sul debito a più riprese. Le tecniche finanziarie sono molte, ma una delle più ricorrenti è la speculazione al ribasso che consiste nel vendere, al prezzo di oggi, titoli che saranno consegnati fra una settimana o fra un mese. Il vero segreto è che non possiedono i titoli che offrono, per cui vendono, poi manovrano i mercati per far scendere il prezzo e quindi ricomprano i titoli a un prezzo più basso, perché l’acquirente se ne vorrà disfare.
Uno stato che non può battere moneta non ha più modo di difendersi rispetto agli speculatori. Non è più un interlocutore forte.

Ma la speculazione è possibile solo perché la legge la consente. Niente vieterebbe al governo di prendere dei provvedimenti che impediscono gli attacchi speculativi almeno sui titoli pubblici, proprio per difendere l’integrità e l’autonomia dello Stato, affinché non diventi una semplice colonia nelle mani di soggetti privati. Per farlo, basterebbe possedere un’etica politica forte e il coraggio di mettersi contro il potere finanziario, coraggio che però i nostri governanti –la cui etica politica si basa sul Codice di Hammurabi– ancora non hanno, perché per rimanere al potere non è del popolo che hanno bisogno, ma della complicità del potere economico.

Gli Stati europei –e quello italiano su tutti– si piegano al ricatto dei poteri oligarchici della finanza internazionale e costringono i loro cittadini, attraverso tasse e sacrifici, a pagare gli interessi a questi speculatori, che in cambio li tengono seduti sulle loro poltrone e li fanno rieleggere manovrando i media. Quando qualcuno non serve più gli interessi dell’oligarchia, si creano degli scandali ad hoc e lo si fa cacciare via. Nel passato fu clamoroso il caso di Bettino Craxi, in realtà uno dei maggiori statisti che abbiamo mai avuto (capace di tenere testa a Reagan nella crisi di Sigonella); più di recente Silvio Berlusconi –checché se ne dica, uno dei più grandi imprenditori che abbiamo mai avuto– e ultimamente hanno occupato i media gli scandali legati alla famiglia Bossi. Un caso da manuale per chi vuole apprendere come lavora l’oligarchia fu quello ai danni del direttore del fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn, accusato di violenza sessuale su una cameriera, costretto a dare le dimissioni e poi totalmente scagionato perché il fatto non sussisteva!

Finché, invece, qualcuno risulta essere molto utile all’oligarchia, ogni irregolarità viene messa a tacere e lo si può persino far diventare Presidente del Consiglio senza nemmeno passare dalla scomoda procedura delle elezioni.

La disponibilità dei nostri politici a piegarsi nella classica posizione ad angolo retto non conosce limiti e non protestano neanche quando gli interessi si fanno così esosi da correre il rischio che lo stato fallisca. Del resto questa prospettiva fa proprio il gioco dei grandi banchieri internazionali: se fallisci perché non puoi più pagare, allora sei costretto a svendere!

Mi raccontava Mr. Goodkat che se uno Stato si trova sull’orlo del fallimento perché non puoi più pagare il suo debito, prima strangola i suoi cittadini con più tasse e con la famosa riduzione della spesa pubblica (leggi: riduzione dei servizi al pubblico), e poi comincia a svendere!

E qui arriviamo al vero scopo di tutto questo gioco perfettamente architettato –mi spiegava Mr. Goodkat. Il vero disegno di grandi finanzieri, banche, assicurazioni… è di mettere le mani sulle proprietà dei vari Stati. Prima si toglie la sovranità monetaria agli Stati, così da impedirgli di essere padroni della propria economia e trasformarli in pesci rossi in balìa degli squali; poi li si porta al fallimento attraverso le speculazioni e applicando una tassazione predatoria alle medie-piccole imprese –quelle che fanno la ricchezza di un Paese. A questo punto iniziano le privatizzazioni: i soggetti privati verso cui lo Stato è indebitato si accaparrano palazzi storici, coste, parchi, isole, ma anche acqua, scuola, sanità, elettricità, gas, strade e tutto ciò che gli Stati possiedono e gestiscono. Beni comuni che la struttura pubblica mette gratuitamente a disposizione di tutti per il bene di tutti, ma che l’oligarchia finanziaria internazionale vuole per sé per ricavarci profitto.

Qualcosa di simile era già stato fatto negli anni ’90 quando, in seguito a un attacco speculativo di George Soros, furono smantellati e svenduti interi settori dell’economia italiana: Italtel, IMI, ENI, Fincantieri, Telecom, ecc.

In realtà, la stessa BCE, sotto la veste di autorità “tecnica” ( e quindi teoricamente imparziale, terza, ecc. ), indossa l’abito del principale attore nella vicenda, poiché essa impone a Stati sovrani di cedere la residua sovranità e di implementare determinate politiche sociali e di bilancio, tese a distruggere i tessuti produttivi dei Paesi bersaglio, per poi far ricomprare tutti i beni, attraverso le privatizzazioni, alle propaggini periferiche dell’oligarchia ( grandi finanzieri internazionali che si muovono al di sopra di Stati, partiti, religioni… ).

Tutto ciò inneggiando all’irreversibilità dell’euro: le parole d’ordine dei politici infatti sono “non si torna indietro” e “l’euro va preservato a tutti i costi”, perché così conviene ai poteri oligarchici da cui sono manovrati, i quali mirano a distruggere le economie dei singoli Stati per poterseli letteralmente comprare a un prezzo stracciato, esattamente come quando si porta un’azienda sull’orlo del fallimento per poterla poi acquisire a un prezzo minore.

In tal contesto, il silenzio e l’ignavia dei politici sono sintomatici del loro totale asservimento a questi poteri oligarchici. Loro svolgono il ruolo dell’amministratore delegato di un’azienda che si è venduto ai concorrenti e porta la sua azienda al fallimento in maniera che i concorrenti possano acquisirla a un prezzo minore, intascando una percentuale per aver svolto questo sporco lavoro. E i continui richiami dei politici – e dei media asserviti – alla lotta all’evasione fiscale ( “dagli all’evasore”, “dagli al finto cieco che intasca la pensione d’invalidità”… ) mirano a convincere il popolino ignorante che sono questi ultimi la vera causa delle nostre disgrazie e non le macro speculazioni internazionali che lavorano per impadronirsi dei beni patrimoniali nazionali.

In questo modo si divide il popolo stesso, si fa leva sul desiderio inquisitivo e punitivo delle masse (ognuno guarda l’altro con sospetto ed è pronto ad accusarlo di essere un evasore), distraendo le folle dalle cause reali. Dirottando l’attenzione del cittadino dalle reali cause della crisi, che abbiamo spiegato in questi due post, si acquisisce il consenso popolare riguardo la lotta all’evasione, l’aumento delle tasse, la riduzione dei servizi pubblici. Solo non conoscendo le vere cause della sua condizione il cittadino può essere convinto ad accettare austerity e sacrifici. Perché se sapesse che i suoi sacrifici servono a finanziare i grandi speculatori stranieri e non a raddrizzare l’economia del suo Paese, forse non chiederebbe con accanimento lo scontrino al commerciante, convinto di punire un ladro e aiutare la ripresa della sua nazione!

Poi Mr. Goodkat –che di economia ne capisce più di me– mi fa notare qualcosa che, una volta che te l’hanno spiegata, pensi subito: Cavolo… è ovvio che sia così!

La lotta all’evasione portata avanti in maniera massiccia, in questo periodo storico non può che peggiorare la situazione, perché le piccole aziende che evadevano, adesso si sentono strangolate e chiudono, e quelle che non chiudono entrano in un clima di paura dove non assumono personale e non acquistano più macchinari. In pratica, se tu costringi a pagare le tasse chi non le pagava, proprio in un periodo di forte crisi, non fai altro che obbligarli a chiudere o smettere di fare nuovi investimenti. E la situazione già critica, precipita. Infatti questo è esattamente ciò che sta accadendo.

Detto senza perifrasi, l’attuale lotta all’evasione fiscale e contributiva ha la mera funzione di drenare ricchezza reale da famiglie e imprese medio-piccole ( perché i grandi evasori sono e restano intoccabili ) verso le banche italiane e straniere che, come abbiamo visto, sono detentrici di buona parte del nostro debito pubblico. Mi spiega Mr. Goodkat che la lotta all’evasione è un’azione dannosa se il vero obiettivo vuole essere la ripresa economica. Secondo voi gli economisti non sanno bene che le tasse vanno fatte pagare in maniera severa quando l’economia è florida, non quando tutti faticano a tirare avanti? Lo sanno eccome, ma i politici stanno facendo l’esatto contrario: massimo lassismo quando le cose vanno bene e “Santa Inquisizione” quando le cose vanno male. Il problema, come ogni persona intelligente capisce, va risolto a monte, nella revisione di tutto il sistema economico al fine di limitare il potere delle grandi corporazioni, delle lobby, di coloro che manovrano capitali con le cui cifre solo gli astronomi riescono a raccapezzarsi!

Non si può risolvere questa situazione andando a cercare i soldi nelle tasche dei cittadini, anche se sono colpevoli perché sono evasori –e anche se questa è la prima soluzione che ti viene in mente quando fai il ministro–, perché se assumiamo meno personale, investiamo meno, siamo tutti più poveri e compriamo meno… il denaro non circola più e la crisi non può che accentuarsi. Dal tempo dei Romani a oggi, se si vuole che l’economia resti in salute e il denaro circoli, tutti i grandi leader hanno sempre saputo come fare: investire in grandi opere pubbliche, incentivare al massimo l’impresa, l’imprenditoria, l’iniziativa del singolo… sgravandola di tasse, e far pagare meno tasse ai contribuenti in modo che abbiano più soldi in tasca per ricominciare a comprare (il Partito Italia Nuova nel suo nuovo sistema fiscale propone, fra le altre cose, di pagare in busta paga il lordo anziché il netto ai dipendenti).

Insomma, ciò che andrebbe fatto, è tutto il contrario di quello che si sta facendo oggi!

A una mente lucida queste manovre non possono che apparire folli, a meno che –e qui torniamo sempre sullo stesso punto– lo scopo non sia la ripresa economica, bensì la svendita del Paese. In questo caso i conti tornano e si comprende che le manovre attuali sono le più giuste e le più efficaci».

mercoledì 15 agosto 2012

LETTERA APERTA AL MONDO - Appello universale per il supporto delle nuove Scienze e Tecnologie energetiche



Dott. Eugene F. Mallove, presidente di New Energy Foundation e direttore della rivista Infinte Energy.

A tutte le persone del mondo che sono curiose e di mente aperta, dotate di buona volontà, di capacità di giudizio e di immaginazione. A scienziati e ingegneri, filantropi, ambientalisti, studiosi di energia, investitori in alta tecnologia, professionisti della sanità, giornalisti, artisti, scrittori, finanzieri, gente dello spettacolo e leader politici. Che siate conservatori, progressisti, democratici, repubblicani, libertari o anarchici, che siate agnostici, buddisti, cristiani, ebrei, indù, musulmani, atei, o di qualunque altro credo spirituale, questo messaggio è diretto a tutte le persone di buona volontà come voi.

Caro amico:
Inizio con alcune riflessioni di uomini saggi, che possano fare da sfondo a questo accorato appello perché tu prenda in considerazione e sostenga la ricerca e lo sviluppo di forme di energia radicalmente nuove. Si tratta di fonti energetiche in grado di capovolgere il mondo dalla testa ai piedi, e di segnare l’alba di un nuovo giorno glorioso per la nostra civiltà.

“L’eccezione mette alla prova la regola”. Oppure, detto in un altro modo: “L’eccezione dimostra che la regola è sbagliata”. Se esiste una eccezione ad una regola qualunque, e questa può essere dimostrata e osservata, quella regola è sbagliata. - Richard P. Feynman (1963), Premio Nobel per la Fisica 1965.

Il progresso della fisica è a-sistematico. Questo significa che la fisica a volte si inoltra verso nuovi territori senza aver sufficientemente consolidato quelli su cui già si trova. Presume a volte troppo facilmente che certi risultati siano confermati, e basa su di essi il proprio progresso, esponendosi così al rischio di dover fare in futuro una retromarcia ancora più vistosa. Questo fenomeno diventa evidente in una materia il cui sviluppo dei concetti fondamentali avviene spesso in modo lento. Le nuove generazioni compaiono all’orizzonte prima che il concetto si sia consolidato, e presumono - con il tipico entusiasmo a-critico della gioventù – che tutto ciò che gli viene insegnato a scuola sia oro colato, mentre dimenticano i dubbi e le incertezze dei loro predecessori, nella fretta di trasformare i concetti in applicazioni utili ad ottenere nuovi trionfi. Ogni nuovo giovane fisico corre il rischio di dimenticare i dubbi del passato e le incertezze del presente, e di accettare con mente a-critica i concetti al livello di sviluppo in cui li ha trovati. - Percy W. Bridgman (1961), Premio Nobel per la Fisica 1946.

Il Nobel americano per la Fisica 1988, Leon M. Lederman, non è certo un propositore della ricerca di forme radicalmente nuove di energia. Lo si potrebbe definire uno “scettico patologico”, in base ad almeno una sua opinione, espressa in The God Particle (1993, p.122). Nonostante questo, egli sente in qualche modo che potremmo essere alle soglie di una rivoluzione della fisica. Di recente ha dichiarato: “Lo si sente nell’aria… il senso di una rivoluzione imminente è molto forte”. (New York Times, 11 novembre 2003, p.D12). Lederman non ha idea di quanto sia accurata la sua affermazione, ma non lo è certo per motivi che sarebbe disposto ad accettare facilmente.

Forse Lederman si riferisce a certi argomenti esoterici di fisica accademica, come la “Teoria delle stringhe“, oppure “l’oscura energia cosmica”, ma non certo a tecnologie pratiche basate su una fisica radicalmente nuova. Poiché soffre dei problemi intellettuali sopra descritti dal Nobel P. W. Bridgman, Lederman non ha mai preso in considerazione l’enorme quantità di ricerca che certamente rivoluzionerà le fondamenta della fisica, e ci darà il controllo di nuove e fantastiche forme di energia.

Peggio per Lederman, e peggio per tutti noi, visto che non ha voluto interessarsi di queste cose. Ci sarebbe certo tornato utile il supporto di gente come Lederman, se solo volesse tornare con i piedi per terra ed esaminare a mente aperta la validità dei dati sperimentali che oggi mettono in pericolo le loro beneamate teorie.

In un articolo di “Science” del 1 novembre 2002, 18 esperti riferiscono di aver esaminato tutte le alternative disponibili oggi ai combustibili fossili, trovando che tutte hanno “severe deficienze“ nella loro capacità di affrontare i problemi ambientali, e nel rappresentare adeguate soluzioni al crescente bisogno di energia del pianeta.

Il professore di Fisica Martin Hoffert, leader di quel gruppo di ricerca, ha dichiarato alla stampa che gli Stati Uniti dovrebbero implementare un programma urgente di ricerca energetica, come il progetto Manhattan della bomba atomica o le missioni lunari Apollo. Secondo il New York Times (4 novembre 2003, D1), Hoffert ha dichiarato che “ci vorrebbero forse sei o sette progetti colossali che operano simultaneamente ... [e che] dovremmo prepararci ad investire diverse centinaia di miliardi di dollari nei prossimi dieci-quindici anni”.

Ebbene, io ho qualcosa da dire a questi esperti: le soluzioni ai nostri problemi energetici sono a portata di mano, e sicuramente richiedono ricerca e investimenti iniziali, ma non certo i miliardi di dollari a cui questi “esperti” dell’establishment sono abituati dalla generosità del nostro governo. Al massimo saranno necessarie alcune decine di milioni di dollari, per creare dei robusti prototipi di generatori di energia elettrica basati su nuove scoperte in fisica energetica che già sono avvenute.

Questo è in sintesi lo scopo del presente appello: fare crescere la consapevolezza e gli investimenti per queste fonti energetiche radicalmente alternative.

Alla domanda se è possibile che la scienza moderna abbia sottovalutato o ignorato importanti scoperte scientifiche che, se trasformate in tecnologie rivoluzionarie, risolverebbero praticamente ogni aspetto della nostra civiltà, io rispondo di sì.

Non starò ad elencare i mille orrori e problemi di questo mondo che potrebbero essere ridotti o eliminati con una abbondante, sicura, pulita e radicalmente nuova forma di energia, se venisse utilizzata in tecnologie di grande diffusione. Questi problemi li conoscete già. Vorrei invece parlarvi dell’importante percorso verso la risoluzione di molti di questi problemi, che possiamo tutti intraprendere adesso, ma dei quali avete probabilmente sentito parlare molto poco. O forse avrete pensato che questo percorso non esista del tutto. Io vi posso garantire che esiste, e che ormai migliaia di ricercatori sono su quella strada. Hanno già percorso troppo cammino su quel sentiero poco battuto senza un supporto adeguato, ed io lo so bene poiché sono uno di loro.

Sicuramente non abbiamo ancora raggiunto i nostri obiettivi, ma grazie ad una meticolosa ricerca scientifica, a enormi sacrifici, e all’instancabile lavoro contro una feroce opposizione, questi obiettivi sono ora molto più vicini alla loro realizzazione. E la strada maestra, in senso scientifico, è ormai tracciata. Ora abbiamo bisogno del vostro supporto, per procedere e raggiungere la nostra destinazione comune: un mondo con abbondante, pulita e sicura energia da fonti che non siano sotto un controllo geo-politico centralizzato.

Per favore date ascolto a questo appello. Certamente non vi chiedo di credermi sulla parola, ma vi invito a leggere, valutare, studiare o rivedere la raccolta di materiali indicati. Dopo averli esaminati, mi auguro, sentirete il bisogno di agire. Se vi resteranno domande sulle nostre affermazioni che ancora non hanno risposta, io ed i miei colleghi siamo a vostra disposizione per rispondere con fatti tangibili, e non con un gesto della mano.

Chi sono io per chiedervi qualcosa per conto di altri, che possa essere la vostra attenzione per pochi istanti, oppure il vostro supporto finanziario e morale? Sono uno scienziato e un ingegnere, con due lauree in ingegneria al MIT (1969, 1970), e una cattedra alla School of Public Health dell’Università di Harvard (1975). Ho lavorato tutta la vita come uno scienziato impegnato, nonostante i miei galloni da ingegnere. Mi sono sempre sforzato di capire come funzioni l’universo, e questo lavoro rappresenta per me una avventura stimolante, difficile e infinita, nonostante tutti quelli che erroneamente sostengono che “stiamo avvicinandoci alla fine della scienza“, oppure alla “teoria finale del tutto“.

Oltre al mio lavoro di ricerca sovvenzionato dal governo al MIT e ad Harward, e in seguito da corporazioni private, ho anche allargato i miei orizzonti scrivendo di scienza come autore e come giornalista. Articoli miei e su di me sono comparsi su pubblicazioni come il MIT Technology Review, la sezione “Outlook” del Sunday Washington Post, il New York Times, Popular Science, Analog, TWA Ambassador Magazine, Wired, e il New Hampshire Magazine. Ho partecipato a diversi programmi radiofonici nazionali, e per un certo periodo, nella metà degli anni ’80, sono orgoglioso di aver condotto un regolare programma di scienza e tecnologia per The Voice of America.

Se vi parlo di me non è certo per vantarmi, ma per comunicarvi qualcosa della mia esperienza, della mia sincerità e della mia integrità. Ho scritto tre libri scientifici di successo, rivolti ad un pubblico generico: “L’universo in accelerazione: evoluzione cosmica e destino umano”, “Manuale del volo cosmico: guida pionieristica del viaggio interstellare”, e “Fuoco dal ghiaccio: alla ricerca della verità nella diatriba sulla Fusione Fredda”. [1].

Il premio Nobel 1965 per la Fisica, Julian Schwinger, ha sostenuto il mio libro “Fuoco dal ghiaccio” con queste parole: "Eugene Mallove ci ha fornito una disperatamente necessaria ed accessibile visione sulla diatriba della Fusione Fredda. Spazzando via preconcetti testardamente radicati, mette a nudo la verità implicita con una provocante serie di esperimenti“. Sono particolarmente orgoglioso di questo mio ultimo libro, perché ha dato il via ad una ricerca che mi ha portato non solo a scoprire travolgenti nuove verità sulle nuove forme di energia accessibili in natura, ma - ancora più importante per me e per voi - mi ha rivelato questa stupefacente verità sulla moderna scienza “ufficiale“: la scienza ufficiale non è realmente intenzionata ad espandere la conoscenza scientifica, soprattutto quando vengono messi in pericolo dogmi e teorie scientifiche veramente fondamentali.

Ecco cosa ha risposto un famoso professore di scienze nucleari del MIT alla mia richiesta del 1991 di esaminare le relazioni di due scienziati innovatori, sui loro rivoluzionari esperimenti in reazioni nucleari a bassa energia (dette anche “Fusione Fredda“). Uno degli scienziati aveva 34 anni di esperienza come ricercatore al Los Alamos National Laboratory (LANL), l’altro era il direttore della ricerca al Bhabha Atomic Research Center in India (BARC): “Ho 50 anni di esperienza in fisica nucleare, e so cosa sia possibile e cosa no. Non prenderò più in considerazione nuovi dati. Sono tutte stupidaggini.” - Prof. Herman Feshbach, maggio 1991, al telefono con Eugene Mallove.

Spero sia evidente come l’infelice reazione del Prof. Feshbach fosse sostanzialmente antiscientifica. Mi ricorda le autorità della chiesa, ai tempi di Galileo, che si rifiutavano di guardare la Luna o Giove nel suo telescopio, perché “sapevano“ che non si sarebbe potuto vedere nulla di nuovo. Ebbene sì, molti scienziati moderni sono impregnati di preconcetti deleteri, e sono diventati nei lunghi anni dei semplici “tecnici della scienza”, oltre che i guardiani di quello che equivale ad un pernicioso “Sacro Testamento”. Non venite a disturbarci con i vostri dati empirici, la nostra teoria è più che sufficiente per stabilire cosa sia possibile e cosa no!

Se per caso siete fra coloro che pensano che “va tutto bene in casa della scienza“, e che possiamo contare sulla “scienza ufficiale” perché si mantenga sempre alla ricerca della verità, persino su argomenti di fondamentale importanza che riguardano il benessere di tutta l’umanità, vi state sbagliando di grosso, e io potrei dimostrarvelo con una voluminosa documentazione. Se volete sapere che cosa è successo in una sola istituzione, il MIT, quando un nuovo paradigma mise a rischio il ben avviato programma di ricerca sulla fusione calda, insieme a certi interessi intellettuali come quelli che il Prof. Feshbach difendeva così vigorosamente, leggete il mio rapporto di 55 pagine su questa tragedia monumentale a www.infinite-energy.com.

Ma inizialmente vi invito a riflettere in senso più ampio sulla storia della scienza, che è perennemente costellata da balzi rivoluzionari e da cambiamenti di paradigma. Questi spesso sono avvenuti contro una forte opposizione, con i dati rivoluzionari che urlavano in faccia ad una generazione di scienziati che non voleva accettarli. Leggete questo appello con attenzione, e poi decidete chi sia a dire la verità e chi sia a difendere le menzogne sulle nuove rivoluzionarie possibilità per la scienza e per la civiltà.

Da quasi nove anni dirigo Infinite Energy, la rivista scientifica sulle nuove energie e tecnologie. Per quanto di circolazione ridotta, Infinite Energy è distribuita in circa 40 paesi nel mondo, oltre ad essere presente nelle edicole di Stati Uniti e Canada. Il mio amico e collega, Sir Arthur C. Clarke, ha supportato sia con parole che con contributi alcuni dei nostri sforzi sulle nuove energie. La ricerca a cui si è dedicata Infinite Energy suggerisce che vi siano almeno tre categorie fondamentali di fonti energetiche radicalmente nuove, a cui la civiltà sta per poter accedere, per poi incanalarle in tecnologie di uso pratico. Queste sono le forme di energia completamente nuove per le quali viene lanciato questo appello. “Nuova Energia” è il termine che noi usiamo per le fonti energetiche che attualmente non sono riconosciute come accessibili dall’“establishment scientifico”, ma per le quali esiste ormai una abbondante quantità di prove convincenti. A nostro parere le tre categorie fondamentali sono:

SECONDA PARTE

Categoria 1. Nuova fisica dell’idrogeno, detta anche Fusione Fredda, o più genericamente “reazioni nucleari a bassa energia”, o LENR, fisica dell’idrino, ed altre fonti energetiche basate sull’acqua.

Abbondanti informazioni tecniche su questa ricerca si possono trovare in questi due siti www.lenr-canr.org e www.blacklightpower.com, come sul nostro, www.infinite-energy.com. Il vantaggio principale di questa “energia dall’acqua” è che nella normale acqua si trova una riserva inimmaginabile di energia, pari forse all’energia di 300 galloni di benzina per ogni gallone di semplice acqua!

Questa energia non sarebbe inquinante, non provocherebbe radiazioni pericolose, ed avrebbe in realtà un costo del combustibile pari a zero. Un solo chilometro cubo di acqua marina fornirebbe l’energia equivalente a tutte le riserve petrolifere conosciute oggi sulla terra.

In seguito ad una speciale richiesta da parte di Sir Arthur C. Clarke, la Casa Bianca mi ha incaricato, nel febbraio 2000, di preparare un memorandum tecnico sull’argomento. Questo memorandum, di 8.500 parole, è intitolato “La strana nascita dell’era del combustibile ad acqua“, ed è stato presentato prima all’amministrazione Clinton, e poi alla amministrazione Bush.

Attualmente è pubblicato su www.infinite-energy.com. Il memorandum invita ad una analisi delle sostanziali prove - in particolare le abbondanti prove raccolte negli ultimi 14 anni dai laboratori federali americani - su questa categoria di anomala nuova fisica energetica. Sfortunatamente, al di là di un educato ringraziamento, nessuna azione concreta è stata intrapresa da alcuna delle due amministrazioni.

La decima Conferenza Internazionale sulla Fusione Fredda (ICCF10) ha avuto luogo vicino e presso il MIT, nell’agosto 2003.

Pubbliche dimostrazioni di produzione di energia in eccesso in celle elettrolitiche sono di fatto avvenute nel Reparto di Ingegneria Elettrica e Scienza dei Computer del MIT. Il redattore scientifico del Wall Street Journal, Sharon Begley, che era presente al ICCF10, il 5 settembre 2003 ha scritto un ottimo articolo sul WSJ, intitolato “La fusione fredda non è morta, sta agonizzando per la disattenzione della scienza“.

Fra le altre sorprendenti novità tecniche del ICCF10 c’è stata la presentazione di una ben finanziata corporation israeliana, la Energetics Technology, che sembra aver compiuto passi da gigante nel superare alcuni dei problemi che riguardano il fenomeno delle reazioni nucleari a bassa energia [“Fusione Fredda”, n.d.t.]. Non è forse ora di sottoporre i dati sperimentali di questo importante lavoro scientifico ad una commissione libera da pregiudizi, diversamente da quanto accadde nel 1989, quando un gruppo ostile manipolò in modo ingiustificabile i risultati dei propri esperimenti? Perché i vari politici che sono stati informati di questi progressi non fanno nulla in proposito? Temono forse la classica etichettatura negativa da parte dell’establishment scientifico?

Categoria 2. Energia dal vuoto, Energia Punto Zero, ZPE, energia dell'etere, o energia dello spazio. Tutte queste definizioni riguardano le enormi fonti energetiche dello stato di vuoto. Informazioni su questo estremamente radicale e innovatore tipo di fisica e di ricerca tecnologica si trovano sui siti www.aetherometry.com, www.energyscience.co.uk, www.aethera.org. A metà degli anni ’90 i dottori Paolo e Alexandra Correas, di Toronto, hanno brevettato uno stupefacente strumento tecnologico, un reattore chiamato Pulsed Abnormal Glow Discharge (PAGDTM). Nelle sue diverse configurazioni, è già in grado di produrre energia meccanica, termica ed elettrica a livello di Kilowatt.

Un video Quicktime di uno di questi strumenti, funzionante nel 2003, si trova su www.aetherometry.com/cat-abrimedia.html. Un test positivo del PAGD, condotto da un gruppo indipendente, che comprendeva le Israel Aircraft Industries (IAI) e la Ontario Hydro, non ha purtroppo portato ad accordi commerciali per lo sviluppo ulteriore di questa meraviglia scientifica, che è stata meticolosamente documentata nei tre stati che hanno concesso ai Correas il brevetto.

I Correas e il Dr. Harold Aspden, ex-direttore dell’ufficio brevetti della IBM in Europa (dal 1963 al 1983), hanno fornito convincenti spiegazioni teoriche, basate su esperimenti concreti su una varietà di fenomeni fondamentali, che permettono di comprendere come questa impensabile energia dallo stato di vuoto possa essere estratta con il reattore PADG. La possibilità di vedere nell’arco di soli due o tre anni dei generatori autosufficienti, che producano energia a livello di molti Kilowatt, sembra dipendere solamente dalla capacità di ottenere un finanziamento relativamente limitato per lo sviluppo scientifico- ingegneristico, nell’ordine di alcune decine di milioni di dollari.

Categoria 3. Energia ambientale, ovvero energia termica sensibile (in particolare l’energia da movimento molecolare), attraverso una significativa estensione della Seconda Legge della Termodinamica. I risultati di una importante conferenza scientifica offrono una preziosa spiegazione su questo argomento: First International Conference on Quantum Limits to the Second Law (San Diego, CA, July 28-31, 2002), Professor Daniel P. Sheehan, Editor, American Institute of Physics, Conference Proceedings, #643, 2002.

Come riferito nel rapporto finale, vi è stato il forte consenso di un significativo numero degli scienziati presenti sulla possibilità di costruire macchine che convertano l’energia termica ambientale in utilizzo pratico, senza un serbatoio di bassa temperatura che raccolga il calore di scarto. Questo rappresenterebbe una diretta contraddizione della “presuntamente sacrosanta” Seconda Legge della Termodinamica. Questi macchinari rappresenterebbero una realizzazione quasi perfetta della cosiddetta free energy. Accurate simulazioni di questi macchinari sono state realizzate, e i risultati sono stati pubblicati su riviste scientifiche “peer-reviewed”. Alcuni dei relatori predicono che alcuni prototipi di questi macchinari potrebbero essere realizzati in dimensioni ridotte nell’arco di cinque anni.

La breve descrizione delle tre categorie di nuova energia presentate più sopra è solamente la punta dell’iceberg delle informazioni disponibili e verificabili oggi su queste fonti energetiche, che sono pronte ad affrontare qualunque esame critico-scientifico. Ovviamente, se l’establishment scientifico si fida soltanto delle teorie dei testi pubblicati, e se le persone di buona volontà, che potrebbero far avanzare questa ricerca, scelgono di “non guardare nel telescopio“, avverrà che queste meravigliose tecnologie non saranno sviluppate così rapidamente, o non saranno sviluppate del tutto. Questo ha rappresentato e rappresenta una tragedia monumentale in praticamente tutte le categorie dell’esperienza umana, che potrebbero essere trasformate da queste ora apparentemente “spiacevoli” scoperte.

Potrei scrivere molto di più sulle trame corrotte all’interno della apparentemente pulita ed etica Casa della Scienza, su azioni che hanno impedito ad informazioni, pubblicate da Infinite Energy, di arrivare dove meritavano di arrivare, e cioè sulle più autorevoli pubblicazioni come Science and Nature. Oh certo, molte, moltissime relazioni tecniche sono state coraggiosamente pubblicate sulla nuova energia, ma le più importanti pubblicazioni mainstream, che stabiliscono i confini del discorso scientifico – come ad esempio Science and Nature - respingono senza esaminarlo qualunque articolo che minacci i paradigmi fondamentali della fisica, della chimica o della biologia.

Sembrerà difficile da credere - come sarebbe stato difficile per me crederlo 15 anni fa, quando scrissi “Fuoco dal Ghiaccio” - ma è una triste e tangibile verità. In ogni caso, non stiamo a piangerci addosso, ma cerchiamo di procedere uniti per porre fine una volta per tutte a questo grottesco ostruzionismo anti-scientifico.

[Segue una prolissa e verbosa esortazione a sostenere la rivista Infinite Energy, con un lungo elenco dei suoi meriti e delle sue qualità, che evitiamo di tradurre per la sua relativa futilità].

Oggi ci troviamo di fronte ad una seria minaccia di tutti gli idro-carburi [combustibili fossili], e il conseguente incubo geopolitico è qualcosa di assolutamente terrificante. Non esiste praticamente settore delle attività umane che non verrebbe toccato in modo sostanziale dall’avvento di una nuova tecnologia energetica, specialmente per quel che riguarda le questioni di guerra e pace, di salute o dell’ambiente. Se quindi, nell’esaminare il materiale che vi proponiamo, resterete convinti che non si tratti di “scienza patologica“ – come cercano di farvi credere certi critici, che non hanno minimamente studiato i dati scientifici disponibili – speriamo che vogliate contribuire economicamente alla New Energy Foundation, come importante investimento nel vostro futuro, in quello dei vostri cari e della civiltà in senso lato.

Se proviamo ad immaginare un futuro, fra 20 o 50 anni, senza l’avvento di una radicalmente nuova fonte di energia - come le reazioni nucleari a bassa energia, energia dall’etere o qualche altra nuova fonte energetica - non è certo una bella immagine da vedere.

Cosa dire allora – chiederete voi - del solare, dell’eolico o delle celle a combustibile di idrogeno? Tutte cose che vanno bene, a cui Infinite Energy ogni tanto dedica uno spazio limitato. Ma un futuro con una abbondante energia pulita ha pochissime possibilità di emergere dal ben intenzionato ma estremamente limitato mondo dell’eolico, del foto-voltaico o dell’energia idrica e di altri fonti rinnovabili convenzionali.

Altresì il programma di reattore Tokamak a cosiddetta fusione calda controllata, generosamente finanziato con miliardi di dollari dai governi ad esclusione di più pratiche nuove fonti energetiche e tecnologiche, non potrà mai portarci un’era di energia pulita e abbondante dall’idrogeno pesante dell’acqua. Le convenzionali celle all’idrogeno, di cui si discute ampiamente sui media oggi, si basano comunque sul modo convenzionale di concepire l’energia dall’idrogeno combinato con l’ossigeno per formare acqua.

Tutto ciò è da migliaia a milioni di volte meno potente, per ogni grammo di idrogeno, delle già dimostrate fonti di nuova energia. Inoltre l’idrogeno per le convenzionali celle di combustibile deve essere prodotto con un’altra fonte di energia, che deve scomporre grandi quantità d’acqua per ottenere l’idrogeno combustibile

Ma tutti i processi convenzionali che utilizzano l'idrogeno come combustibile, e che usano l’acqua come materia prima, richiederanno sempre più energia di quella che si potrà ricavare, una volta che l’idrogeno sarà stato consumato.

Quindi la normale “energia dall’idrogeno” è semplicemente una falsa definizione, e non offre certamente una soluzione alle reali necessità energetiche del mondo. L’idrogeno usato in modo convenzionale è semplicemente un serbatoio di energia.

[Segue una seconda, lunga e ripetitiva implorazione per finanziare Infinite Energy e diffondere le nuove forme di energia, che evitiamo nuovamente di tradurre per la sua ridondanza].

In fede,

Dr. Eugene F. Mallove
Presidente della New Energy Foundation, Inc. e Direttore di Infinite Energy Magazine

Traduzione di Massimo Mazzucco per luogocomune.net

La lettera di Mallove pubblicata da Hoagland.

NOTE:
1 – I titoli dei libri sono stati tradotti in modo arbitrario. I titoli originali sono: The Quickening Universe: Cosmic Evolution and Human Destiny (1987, St. Martin's Press), The Starflight Handbook: A Pioneer's Guide to Interstellar Travel (1989, John Wiley & Sons, with co-author Dr. Gregory Matloff), and Fire from Ice: Searching for the Truth Behind the Cold Fusion Furor (1991, John Wiley & Sons).

mercoledì 8 agosto 2012

FIT, una federazione scandalosa

«Gent.mo Ministro Gnudi

spero abbia avuto il tempo di dare un'occhiata, se non a tutto il libro, all'indice del libro "Mezzo Secolo di Campioni" che Le ho consegnato l'altra sera in occasione della serata del Credito Sportivo a Palazzo Brancaccio.
Già dall'indice sono certo che avrà riconosciuto tanti campioni che hanno contribuito in certi momenti a rendere lieta, o meno pesante, la nostra esistenza.
Come anticipato in un flash quella sera, io mi auguro che Lei riesca a lasciare una traccia importante e il più possibile significativa nel mondo dello sport, un po' come il Governo Monti la sta lasciando sotto diversi profili, economico e anche etico, nonostante i mille laccioli imposti dai partiti  Da autentico innamorato dello sport mi auguro, e Le auguro, che ci si possa ricordare di Lei come di una persona per bene che ha inciso positivamente modificando l'intollerabile andazzo del Paese Italia anche per quanto concerne lo sport.
La cristallizzazione delle dirigenze sportive, conseguenza di una serie di norme artatamente introdotte a protezione delle stesse dirigenze, è uno dei mali peggiori del nostro sistema sportivo, autoreferenziale e dotato di un potere "politico-gestionale" enorme, ben al di là dei 450 milioni di euro che il Coni distribuisce a federazioni che in maggioranza gestiscono la cosa pubblica come se fosse privata, quasi mai amministrando con la dovuta trasparenza i propri inaccessibili bilanci.
Per prima cosa credo che se Lei riuscisse a introdurre fin da subito la regola - tassativa - che dopo due mandati di 4 anni sia i presidenti federali sia i vice-presidenti non siano rieleggibili, non si produrrebbero tutte le attuali cancrene derivanti da un potere eterno che logora chi non ce l'ha.
Almeno il secondo mandato di ciascun presidente sarebbe (forse) volto soprattutto a far bene, a lasciare un buon ricordo di sé, e non a preoccuparsi soltanto della terza rielezione e di allargare il proprio clientelismo.
Io conosco da vicino la realtà di alcune federazioni, dopo 40 anni di giornalismo sportivo e parecchie Olimpiadi in cui ho scritto di decine di sport e di incresciose situazioni politico-federali. Sulla situazione CONI e Coni Servizi non credo che abbia bisogno di mie Verità, perché a Roma non c'è chi non le conosca. Meno male il Governo Monti ci ha risparmiato il peso economico delle Olimpiadi, con tutto quel che ne sarebbe conseguito.
Ma fra le varie gestioni federali forse nessuna più di quella del tennis mi pare intollerabile, e ciò ben al di là delle interrogazioni parlamentari che Le sono state proposte da più parti politiche (altre sono in via di presentazione) e da persone che, per una volta, non mi risultano essere mosse da interessi particolari e/o personalistici.
Machiavelliche manovre statutarie hanno consentito ai due presidenti del tennis Galgani e Binaghi di restare sulla poltrona per 36 anni, dal 1976 al 1998 a Galgani, dal 2000 al 2012 a Binaghi che ha tutte le intenzioni di restarci fino al 2016 (!!!), dopo aver reso di fatto praticamente impossibile candidarsi in sua alternativa. Già nel 2008 non si era presentato alcun altro candidato, ed è impensabile che qualcuno possa farlo nel 2012. I contenuti delle due interrogazioni parlamentari pervenuteLe, e in attesa di una Sua risposta, sono più che esaustivi.
L’ultima perla a questo proposito è l’aver annunciato sabato scorso, 20 di luglio, la convocazione anticipata delle elezioni federali per il 9 di settembre. Rendendo così ancora… più impossibile (con agosto di mezzo) una eventuale candidatura alternativa: vanno raccolte firme di 300 Tennis Club, 200 atleti, 20 tecnici!
Fra l’altro, al momento in cui scrivo, non è stato ancora pubblicato il bilancio federale relativo al 2011. E non credo sia legittimo
convocare un'assemblea elettiva (prima di tutte le federazioni, quasi si temesse un suo intervento tempestivo e un probabile commissariamento) senza di esso.
La Federtennis ha lanciato 4 anni fa, promettendo il "break even" in 3 anni, l'unica tv "federale" esistente al mondo. Gli introiti ammontano a 300.000 euro l'anno, le uscite a oltre 3 milioni di euro, anche se individuarle tutte è impresa diabolica.
Il presidente Binaghi ha affidato la gestione di questo grosso investimento e di questo palese insuccesso finanziario allo zio, fratello della madre. La tv si è trasformata in una formidabile macchina per le assunzioni: credo siano già 71. Inoltre essa consente agli attuali dirigenti continue vetrine promozionali per se stessi, per gli elettori più fedeli. Vi si esaltano propagandisticamente risultati sportivi inesistenti o dubbi, dubbi soprattutto per quanto concerne l'attribuibilità al lavoro federale.
Nella tv come nelle tre società partecipate dalla FIT tramite l'escamotage CONI-Servizi, chi ha la responsabilità di effettuare i "presunti" investimenti sono dirigenti che si autocontrollano. Controllati e controllori.
Oltre 10 milioni di euro investiti in poco tempo in una tv che non potrà comunque mai avere futuro per l'esorbitante costo dei diritti televisivi per gli eventi davvero importanti. Mentre tutto il bilancio annuo della Federtennis (tolti i 14 milioni il giro di fatturato dei Campionati Internazionali d'Italia) è pari ad appena 14 milioni di
euro.
Insomma non c'è nessuna proporzione con quanto viene investito nel settore tecnico che da 30 anni fa acqua e non ha prodotto un solo "proprio" giocatore fra i primi 200 del mondo (né giocatrice, attenzione: al di fuori della propaganda, quelle che hanno conquistato risultati e posizioni sono cresciute in Spagna o in modo autonomo, non in Italia e in ambito federale!).
Ma si è creata una situazione nella quale nessuna società sportiva osa opporsi al potere politico e finanziario di chi può distribuire contributi e favori incontrollati e incontrollabili.
Esemplare il caso in cui il presidente federale Binaghi ha deciso di "regalare" demagogicamente 400.000 euro ad un'atleta già supericca (8 milioni di dollari vinti di soli premi senza contare sponsorizzazioni, esibizioni, ingaggi) senza praticamente consultare nessuno. Il messaggio che ne consegue è che un presidente può, così come per i 400.000 euro regalati a Francesca Schiavone campionessa a Parigi nel 2010 e assolutamente non necessari, disporre dei soldi che vuole e darli a chi vuole, nei modi apparentemente più legali e giustificabili.
Dovrebbe essere inconcepibile per un presidente federale che in continuazione asserisce di non avere sufficienti risorse per aiutare i giovani ad emergere in uno sport assai dispendioso (per i genitori) per chi voglia cimentarsi in attività internazionali.
E' davvero perverso il meccanismo secondo cui i presidenti federali eleggono il presidente del Coni e questi consente a loro di tutto e di più, soprattutto in prossimità delle elezioni dell'uno e degli altri.
Io spero che Lei possa fare qualcosa, intervenendo ove Lei ne riscontri gli estremi, anche commissariando quelle federazioni che
agiscono in modo sprezzante delle normali regole del viver civile ed etico.
Cordiali saluti
Ubaldo Scanagatta (www.ubitennis.com