martedì 27 aprile 2010

La "questione polacca"

Ancora una volta la Polonia al centro di grandi questioni internazionali.
Dopo mille anni di storia, di cui invito a leggere un breve ma efficate riassunto, il 10 aprile 2010 ritorna prepotentemente sulla scena in seguito alla sciagura aerea che - di fatto - azzera il governo in carica.
Infatti, l'aereo con a bordo il presidente polacco Lech Kaczynski è precipitato mentre era in fase di atterraggio all'aeroporto militare di Smolensk, nella Russia occidentale, e nessuna delle 96 persone a bordo è sopravvissuata allo schianto del Tupolev-Tu 154. Decapitata la leadership del paese: oltre a Kaczynsk e sua moglie Maria, sono morti diversi ministri, il governatore della banca centrale polacca, il capo di stato maggiore dell'esercito.
Ma la certezza di una sciagura vacilla appena qualche ora dopo aprendo la strada a mille altre ipotesi non appena comincia a circolare in rete un video fatto da giornalista ucraino, corso immediatamente sul posto, nel quale si odono "chiaramente" alcuni spari di arma da fuoco di piccolo calibro ma nessun corpo delle presunte vittime.
Pochi giorni dopo, il 15/04/10, l'autore del video originale in cui si sentono gli spari, di nome Adrij Mendierej, viene trovato a Kiev con un coltello infilato nel torace; portato in rianimazione, muore il giorno seguente con il respiratore staccato e con altre tre coltellate sul corpo.

Mentre il sito theflucase.com della giornalista scientifica austriaca Jane Burgermeister è ancora chiuso a seguito di un attacco informatico, occorre considerare che è stato oscurato subito dopo aver espresso dubbi fondati sul cosiddetto incidente aereo in cui sono morti, in Russia, i vertici esecutivi della Polonia. La Burgermeister faceva notare come esistevano molte contraddizioni nella dinamica dell'incidente e che erano stati colpiti i sostenitori della Ministra Ewa Kopacz, l'unico esponente politico europeo che non solo aveva rifiutato l'acquisto di vaccini contro la "strana" pandemia suina ma che lo aveva addirittura definito una truffa! L’assenza di resti umani nel luogo dell’incidente alimenta speculazioni.

Il giornalista televisivo polacco Slawomir Wisniewski, che è stato il primo a raggiungere il sito in cui è caduto l’aereo Tupolev, ha affermato che non c’era nessuno a bordo dell’aereo ad eccezione dei membri dell’equipaggio.
In una intervista al giornale Rzeczpospolita (RZ), ha detto di non aver riconosciuto elementi riferibili a persone:"non c’erano segni delle centinaia di persone uccise nell’incidente” e:”non c’erano sedili, valigie, borse, semplicemente nulla e soprattutto nessun resto umano, solo un terribile silenzio”. Wisniewski ha detto di aver filmato un altro incidente aereo nel 1987 e di aver visto i resti di corpi dappertutto. Ha detto inoltre: “il fatto di non averli visti a Smolensk mi fa sospettare che non c’erano passeggeri a bordo, solo l’equipaggio …”.
Wisniewski è stato malmenato e gettato a terra da agenti dei servizi segreti russi, che hanno sequestrato il film, ma è riuscito a tenere il nastro che è stato poi messo su internet.

Le assenze di qualsiasi segno di corpi alimentano le speculazioni che le élite polacche sono state attirate verso l'aeroporto, o in altro luogo, e rapite in Polonia e poi trasferite in carcere, forse anche in prigioni della CIA, per un interrogatorio, prima di essere uccise.L'incidente aereo in Smolensk è stato poi messo in scena per spiegare la loro scomparsa.

Il governatore della banca centrale polacca, il capo della sicurezza nazionale ed i generali dell'esercito, che si presume siano morti nello schianto, nonché il Presidente, due candidati presidenziali e gran parte del partito di opposizione, hanno aperto la strada al Primo Ministro polacco Donald Tusk per seguire politiche pro-Euro, pro-F.M.I. e pro-Gazprom che arricchiranno i globalisti.

Ci sono state anche segnalazioni di agenti polacchi entrati nello studio di una delle vittime dell’incidente per cercare tra i suoi file solo due ore dopo che l'incidente aereo è stato annunciato, suggerendo quindi che l'incidente sia stato pianificato.

video-denuncia di Jane Burgermeister

prisonplanet.com

climatrix.org

mercoledì 21 aprile 2010

Rimpianti o rimorsi?

Meglio vivere di rimorsi o di rimpianti?
Torturarsi la coscienza per gli errori commessi, o per le occasioni mancate?
Non è facile rispondere. Su due piedi verrebbe da dire che è meglio fare sbagliando che non fare per paura di sbagliare, aggiungendo a corollario che sbagliando s'impara.
Ma a ben pensare potrebbe ragionarsi "a contrario", ovvero che se le scelte sbagliate nel bene e nel male alimentano l'esperienza, d'altro canto il cumulo di esperienza rende cinici di fronte alla vita, smorzando non tanto la speranza quanto soprattutto il desiderio.
"Ogni azione ha una conseguenza”, urla il Rimorso.
"Alcuni treni non passano due volte”, sospira il Rimpianto.
Dunque, chi di noi sa esattamente cosa fare davanti al bivio?
Voglio dare ai miei numerosi lettori una finta certezza: mentre il rimorso è un errore compiuto al cento per cento, il rimpianto è un errore in potenza; quando entriamo nel campo delle probabilità, come nel secondo caso, apriamo la porta al dubbio, per cui la scelta rimane tra l'errore e il dubbio.
Quale secondo voi il male minore? Io non ho dubbi ...