lunedì 29 settembre 2014

Visioni di Franco Berardi (detto BiFo)

Ricordo ancora il suo primo libro che ho letto, Neuromagma, dove ogni pagina mi chiedeva un tempo infinito di comprensione, entrando in concetti e costruzioni logiche del tutto nuove per me. Da allora l'ho sempre seguito - per quanto possibile - nei suoi ragionamenti, e posso dire senza smentire me stesso (capita raramente ormai ..!) che Franco Berardi è tra gli intellettuali italiani che prediligo, per il suo essere in rapporto perenne con la realtà che lo circonda (vedi qui e qui), la conseguente profondità di analisi, la capacità di visione.
Riporto dunque un suo bellissimo scritto dell'agosto 2014, titolato "Malinche e l’automa", che stamane ho letto d'un solo fiato, mentre ero preso dai cavoli quotidiani e inutili, e che mi ha regalato un quarto d'ora di serenità mentale al pensiero che - si - esistono persone al mondo che quando scrivono ti fanno star bene.

«Malinche e l’automa
di Franco Berardi Bifo

Quando flussi di incomprensibile enunciazione provenienti dalla Meta-macchina semiotica invadono lo spazio dello scambio simbolico, il nostro mondo collassa perché siamo incapaci di dire qualcosa di efficace sugli eventi e le cose che ci stanno intorno. I nostri discorsi girano a vuoto: sono lamenti, imprecazioni, ma non agiscono più sulla realtà.

La colonizzazione spagnola del Mesoamerica fu essenzialmente un processo di sottomissione culturale e simbolica. La “superiorità” dei colonizzatori stava essenzialmente nell’efficacia operativa delle loro produzioni tecniche. La colonizzazione distrusse l’ambiente culturale nel quale le comunità indigene avevano vissuto per secoli: la tecnologia alfabetica, il potere della parola scritta superarono devastarono e alla fine sostituirono le culture indigene. Il messaggio cristiano si contaminò con le mitologie pre-coloniali, e la cultura messicana ne emerse come effetto della sottomissione alla semiosi alfabetica e come effetto di sincretismo e contaminazione. Grazie alla superiorità funzionale della semio-macchina alfabetica gli europei sottomisero e modificarono l’universo culturale dei nativi.

Il mito di Malinche sta a fondamento dell’inconscio latino americano. Prima dell’arrivo degli spagnoli Malinche, di nobile famiglia Atzeca era stata venduta come schiava a commercianti di passaggio dopo la morte del padre. Quando arrivò Cortes, Malinche aveva appreso diversi dialetti Maya oltre alla madre lingua Nahuatl. Donna di eccezionale bellezza e di grandi risorse intellettuali, divenne l’amante di Cortes e lo accompagnò come interprete. Tradusse il dialogo tra Cortes e Montezuma, e tradusse le parole che Cortes e i suoi religiosi rivolgevano alle folle degli indigeni. Come riuscì a tradurre la mitologia Cristiana e i principi etici nella lingua mitologica di Quetzalcoatl e di Huizilopochtli?

Che tipo di trasformazioni simboliche introdusse? La traduttrice era traditrice da ogni punto di vista: tradiva il suo popolo facendo lega con gli invasori. Ma al tempo steso tradiva i conquistatori e il suo stesso amante. Dal punto di vista morale non doveva nulla al suo popolo che l’aveva resa schiava. Cortes l’aveva scelta come amante e come collaboratrice, ed ebbero un figlio, Martin, il primo Messicano. Malinche è il simbolo della fine di un mondo e anche il simbolo della formazione di un nuovo spazio semiotico e culturale. Solo quando sei capace di vedere la fine del tuo mondo, un nuovo mondo può essere immaginato. Solo quando ti liberi dalla speranza (il peggior nemico dell’intelligenza) cominci a vedere il nuovo orizzonte di possibilità. Questa è la lezione che Malinche ci offre.

Democrazia

Il 31 Ottobre 2011 George Papandreou annunciò l’intenzione del suo governo di tenere un referendum per decidere se accettare i termini dell’accordo sul salvataggio dell’eurozona. Voleva che il suo popolo potesse decidere se accettare o respingere il diktat finanziario che stava strangolando la società greca. Quella notte stessa il primo ministro eletto di Grecia fu obbligato a rassegnare le dimissioni. Proprio laddove venticinque secoli fa la democrazia fu inventata essa venne cancellata. Non tornerà in vita mai più. L’astrazione finanziaria ha ingoiato il destino di miliardi di persone nel mondo. Il salario dei lavoratori europei si è dimezzato negli ultimi dieci anni, la disoccupazione e la precarietà crescono mentre i profitti finanziari schizzano verso l’alto.

Guerra

Il continente euroasiatico va verso una proliferazione di micro-guerre che si saldano in una guerra frammentaria totale. La guerra infinita lanciata da Cheney e Bush ha aperto la strada alla costituzione del Califfato islamista.In Giappone il primo ministro è il nipote di un ministro del governo nazista del 1942. Un razzista accusato di assassinio di massa (naturalmente neoliberista) è primo ministro dell’India. La guerra euro-russa si prepara al confine ucraino. Il capitalismo è destinato a prosperare grazie alla schiavitù di massa e alla catastrofe ambientale e lo scontro tra astrazione finanziaria e bio-fascismo si diffonde. L’attività cognitiva automatizzata si separa dal corpo collettivo, e il corpo decerebrato prende la forma dell’aggressività identitaria. Il fascismo rinasce dallo spirito di vendetta dei perdenti: gli sconfitti della competizione economica si uniscono sotto le bandiere dell’identità aggressiva.

Potere bio-finanziario

Depotenziato dalla macchina globale della finanza lo stato nazionale è impotente a governare. Le corporazioni globali prendono il suo posto. L’automazione di mente linguaggio emozioni è l’architettura del potere bio-finanziario. Poco importa che la macchina militare americana giri a vuoto grazie alla strategia fallimentare di Bush. La potenza non è più politica o militare, ma si fonda sulla penetrazione di atomismi tecno linguistici nella sfera del linguaggio e della vita, e sull’automazione dell’attività cognitiva.

Il compimento

Per quanto mediocre, il romanzo The circle di Dave Eggars è una metafora della relazione tra tecnologia comunicazione, emozionalità e potere. The Circle è il nome di una corporation, la più potente del mondo: una sorta di conglomerato di Google più Facebook più Paypal più Youtube e molto altro. Tre uomini guidano la compagnia: Stockton è il pescecane finanziario, Bayley è l’utopista illuminato che vuole stabilire la perfezione sulla terra obbligando tutti a essere perfettamente trasparenti, e Ty Gospodinov è colui che ha concepito originariamente l’impresa, la mente che sta dietro tutto il progetto. Il principale personaggio del romanzo, però, è Mae, una giovane donna assunta dalla compagnia durante il processo del Compimento (Completion), la fase finale di implementazione di TrueYou, un programma che deve rendere obbligatoria la registrazione di ogni istante della vita per la continua condivisione, per la totale apertura e trasparenza. Grazie alla sua dedizione alla missione di trasparenza totale, Mae diventa la portavoce della corporation, la faccia che appare ogni giorno sugli infiniti canali della pervasiva televisione del Circle, l’ambasciatore del nuovo Credo.

The Circle è un libro sul tema della cattura definitiva dell’attenzione umana: comunicazione ininterrotta, amicizia obbligatoria, creazione di un nuovo bisogno, l’ossessivo bisogno di esprimersi e condividere continuamente. Si potrebbe osservare che Eggars sta semplicemente riproponendo Orwell, più di 60 anni dopo la pubblicazione di 1984. È vero, ma nelle pagine finali il romanzo di Eggars va oltre Orwell, quando le parole di Ty Gospodinov rivelano la potenza transumana dell’incubo totalitario del Compimento. Nell’ultima scena l’inventore e fondatore del Circle incontra clandestinamente Mae, la neofita che ha sedotto il pubblico globale. Le rivela di aver perduto il controllo della sua creatura, e di essere privato di ogni potere sul dispiegamento inarrestabile del progetto che ha originariamente concepito:  “Non volevo che questo accadesse, ma sta andando troppo veloce. Non volevo un mondo nel quale l’appartenenza al Circle è obbligatoria, in cui i governi e la vita del pianeta è tutta incanalata attraverso un unico network. Un tempo c’era la possibilità di venirne fuori, ora non più. Il compimento è la fine. Stiamo per chiudere il circolo che intrappola tutti. È un incubo totalitario.” L’automa non può essere fermato perché il creatore è stato sopraffatto dalla sua creatura: il circolo dell’attenzione continua, la cattura dell’attenzione. Il circolo del potere totale e della totale impotenza.

Potremo?

All’inizio del ventunesimo secolo siamo in una posizione simile a quella di Malinche: il conquistatore è qui, pacifico o aggressivo, funzionalmente superiore, irraggiungibile, incomprensibile. L’automa bio-info prende forma nel punto di connessione tra macchine elettroniche, linguaggi digitali e menti formattate in modo tale da essere compatibili con il codice. Il flusso di enunciazione dell’automa produce un mondo connettivo che i codici congiuntivi non possono interpretare ed è incompatibile con la civiltà sociale prodotta da cinque secoli di umanesimo illuminismo e socialismo.

L’automa è la reificazione dell’attività cognitiva connessa di milioni di semio-lavoratori in tutto il mondo. Solo diventando compatibili con il codice connettivo i semio-lavoratori possono entrare nel processo della rete. Questo implica la disattivazione dei modelli congiuntivi di comunicazione e di percezione (compassione, empatia, solidarietà, ambiguità ironia), e questo apre la strada all’assimilazione dell’organismo consapevole con l’automa digitale. L’astrazione finanziaria si fonda sull’operazione impersonale degli automatismi. Nessuno è davvero al potere, nessuno prende consapevolmente decisioni: una catena logico-matematica ha sostituito la decisione, e l’algoritmo del capitale è divenuto indipendente dalla volontà individuale del proprietario. Saprà l’intelletto generale emanciparsi dall’automa? Può la coscienza agire sull’evoluzione neurale?

Riemergeranno in forma postumana il piacere, l’affetto, l’empatia? Sapremo tradurre in linguaggio umano il linguaggio connettivo della macchina automatica che ronza sempre più forte nelle nostre teste? A queste domande solo Malinche può rispondere, aprendosi all’altro incomprensibile, tradendo il suo popolo e reinventando un linguaggio per esprimere quello che non può essere detto (Agosto 2014)».

domenica 21 settembre 2014

Evergreen

Tra le varie catene che girano su facebook e whatsapp, la "top ten" degli album musicali mi è piaciuta.
In effetti non più di qualche settimana fa, mentre ero in macchina con radio a palla, ascoltavo Sade (in lista) e pensavo alla immortalità di molti brani, sempreverdi come alberi secolari, e alla necessità di fare al più presto un cd con i miei preferiti.
Mera illusione, perchè se ne avessi il tempo sarebbe un ottimo momento. E invece non lo è.
Ad ogni modo, stamane è arrivato il post dell'amico Franco Matteo che mi "nominava" in questa nuova catena. Fermarsi a dieci album senza escluderne qualcuno è impossibile: quali inserire, e con quale criterio?
Dopo lunghi mumble mumble ho scelto la mia timeline, sono andato a ritroso nel tempo cercando di acciuffare un pezzo alla volta.
Per ora mi fermo qui, ma quando ne becco uno lo aggiungo ... promesso!

1) Smooth operator - Sade
2) Everybody needs somebody to love - the Blues Brothers
3) Lets get it on - Marvin Gaye
4) I Feel Good - James Brown
5) Don't Stop 'Til You Get Enough - Michael Jackson
6) She Came In Through The Bathroom Window - Joe Cocker
7) La vie en rose - Grace Jones
8) Something - George Harrison
9) Thieves Like Us - New Order
10) Police on my back - The Clash
11) The Wall (tutto) - Pink Floyd
12) New gold dream - Simple Minds
13) A Forest - The Cure
14) Uncertain Smile - The The
15) Burning down the house - Talking Heads
16) Tunnel of love - Dire Straits
17) Sultans Of Swing - Dire Straits
18) Let's Spend The Night Together- Rolling Stoones
19) Steppin' Out - Joe Jackson
20) You've got a Friend - James Taylor




martedì 16 settembre 2014

ciao Annarita ...



Conoscevi tutti, e tutti conoscevano te.
Anche io ho avuto fin da subito questo privilegio. La simpatia che ci ha legato tra i banchi di scuola, tutto sommato un periodo anche piuttosto breve, ci ha invece poi accompagnato per un lungo tratto di vita. Solo in quest'utltimo non avevo piacere ad incontrarti, perchè ti vedevo come mai avrei voluto.
Quando ho avuto la notizia ho cominciato a cercare una foto insieme, ho scartabellato come un matto nell'archivio, e non ne ho cavato un ragno dal buco. Ero scoraggiato, ma poi d'un tratto mi son reso conto che noi le foto non le facevamo quasi mai, troppo impegnati a vivere intensamente per metterci in posa come imbecilli, come si fa adesso. Sembra che senza foto non si sia vissuto, e invece è esattamente il contrario. Mi ha sempre
affascinato la teoria di quel tipo - non ricordo chi fosse - che ogni scatto era un attimo perso per sempre.
Allora ho cominciato a scartabellare nella memoria ... quanti ricordi sono venuti fuori!
Dopo la breve parentesi del liceo dove ti ho conosciuta, nel 1978, inclusa una mitica gita sulla neve a Falcade, c'è un vuoto fino alla seconda metà degli anni '80, quando venivi a casa mia a Sala Abbagnano per darmi ripetizioni d'inglese; tu lo parlavi già molto bene, eri stata in Inghilterra almeno un paio d volte. Non volesti i soldi, e mia madre per sdebitarsi ti regalò una lacoste verde pisello che ti piacque moltissimo!
Poi il periodo del Tipo Tapo, le serate a tirare tardi, a parlare di "quello stronzo ... ", i primi weekend a "lu Vallo", i Talking Heads, i tuoi mal di testa, violentissimi già allora, le pillole per l'acne.
E poi ancora gli innumerevoli weekend a Licosa, inizio anni '90, la prima musica house e le nottate al D&D, le grigliate a Ogliastro, l'inverno a casa di Misha ... un periodo meraviglioso anche quello.
Ci siamo persi e ritrovati innumerevoli volte, ma era sempre come se ci fossimo lasciati cinque minuti prima. Fino al tuo matrimonio, che ricordo con nitidezza, la chiesetta di Sala Abbagnano, una giornata torrida di luglio, il giorno del mio compleanno, caldo secco e forte, ma tu eri fresca e radiosa, il primo matrimonio "fast food" nella storia di Salerno: taglio della torta nel piazzale e tutti a casa. Sei sempre stata molto "easy", anticonformista, e questo tratto mi ha sempre affascinato in te. E' stato a quel punto che ti ho "persa", sei entrata in una vita nuova, ne hai generate altre due, mentre io incasinavo la mia.
Fino a quando ci incontrammo a piazza Portanova, maggio 2002 più o meno, ero con Egidio di pochi mesi e ricordo ancora come lo guardasti con amore, non l'ho mai più dimenticato.

Tutto il resto è paranoia, la malattia combattuta con tutte le forze, il tuo ostentarla su facebook fin dal 2009, una novità assoluta anche questa, la condivisione del proprio male per esorcizzarlo. Sapessi quante "cesse" hanno scritto sulla tua bacheca ora che non puoi rispondere, quante lacrime di coccodrillo, quanta ipocrisia, quanta falsità. Forse è anche per questo che non sono venuto al tuo funerale, per evitare la finzione di ossequiare una bara vuota. Perchè era vuota, non ho alcun dubbio. Te ne sei andata chissà dove, allora io sono venuto a cercarti al mare, sulla spiaggia, il tuo posto preferito, mentre tutti piangevano una bara vuota. Ti ho pensato, amica mia, al mare, all'ultima volta che ti ho vista, ho pensato alla vita difficile che hai avuto, ma anche alle centinaia di risate che ci siamo fatti insieme. Tra qualche settimana chiamo Mattia, chissà, magari ha voglia di fare una partitina a tennis. E' un ragazzino meravigliso, un piccolo grande uomo, ha scritto una cosa sulla tua bacheca talmente semplice ma così toccante che se l'avessi letta saresti scoppiata a piangere, come ho fatto io. Tela copioincollo qui sotto, non si sa mai ... :-)
Ti hanno portato al cimitero di Capaccio, verrò a trovarti lì.
Mi mancherai, ti bacio, amica mia.

                                                                                 Adriano



Road to nowhere (Talking Heads, 1985)
                            

domenica 11 maggio 2014

Lo stipendio dei grillini

Mai prima d'ora - e ci volevano i genovesi come Beppe Grillo, notoriamente attaccati al denaro - si era parlato così spesso degli stipendi dei parlamentari italiani.
Se ne è parlato fino alla noia, tanto che non vi è intervista rilasciata  in giro da qualunque grillino che la questione della restituzione dei soldi non venga costantemente "rinfacciata".
Però dal mio punto di vista non può essere questa LA linea politica di un movimento, perchè il continuo, costante ed asfissiante rinfaccio della restituzione sembra coprire il vuoto sotteso ad un movimento che dice solo No, ma che soprattutto non ha messo al centro della propria azione la questione delle questioni, La Giustizia, di cui non v'è traccia nel programma politico


Ad ogni modo, prendo spunto dal selfie che vedete qui sopra, pubblicato dal deputato salernitano Angelo Tofalo nel quale - ovviamente - fa l'autoscatto con malcelato vanto per comunicare urbi et orbi di aver restituito 49.061,67 euro alle imprese dello Stato Italiano, prendo spunto - dicevo - per evidenziare un banalissimo calcolo, che è il seguente: lo stipendio netto di un parlamentare alla camera dei deputati, come nel caso di Tofalo, oscilla più o meno intorno ai 13 mila euro/mese (fonte).
Moltiplicando questa somma per 13 mesi, ossia fino al tutto il mese di marzo 2014, poichè  il selfie è dell'inizio aprile, abbiamo il totale NETTO  di 169 mila euro.
Sottraendo la somma che Tofalo afferma di aver restituito in 13 mesi, che per comodità arrotondo a 49 mila, abbiamo come risulatato 120 mila euro, che divisi a loro volta per 13 danno come stipendio netto di un grillino la somma mensile di euro 9 mila 23o. E ciò al solo fine di precisare che quando sentirete un grillino in televisione dire che guadagna 2 mila e 500 euro, non è assolutamente vero.
Ma vi è anche un'altra questione che vorrei evidenziare, e cioè l'accanimento con cui stanno conducendo questa campagna elettorale in vista delle prossime elezioni europee, il 25 maggio, elezioni dove io annullerò la scheda con un pennarello indelebile.
Annullo la scheda per il semplice motivo che sia il parlamento che il parlamentare europeo non servono ad una beata minchia. E' notorio infatti che il parlamento europeo non ha alcun potere legislativo e che tutto viene demandato alla Commissione europea, e che il Presidente del Consiglio non viene eletto dai cittadini europei così come il Presidente della Commissione europea, anch'esso escluso dal vaglio elettorale.
Dunque i parlamentari che andranno a sedere nel parlamento europeo non hanno alcun potere legislativo, né possono modificare in alcun modo il Trattato di Maastricht, che è un contratto vincolante e soprattutto che non prevede alcun diritto di recesso: ne consegue che tutte le belle intenzioni del leader nonchè padre-padrone del Movimento 5 stelle su cosa fare una volta entrati nel parlamento europeo resteranno - appunto - solo intenzioni, non potendo cambiare assolutamente nulla.
Perchè dunque Grillo ci tiene tanto ad entrare nel parlamento europeo?
I motivi - a mio avviso - sono due. Il primo è che le elezioni europee sono un test politico nazionale, e Grillo vuole misurare le sue forze. In secondo luogo - essendo lui un genovese - vedo principalmente un fatto economico. Sappiamo infatti che Grillo gestisce una quota parte dei fondi parlamentari e se ci atteniamo a dei semplici calcoli come quello fatto poc'anzi vediamo che dei 164 parlamentari eletti, tolti i fuoriusciti/cacciati dal padre-padrone ne restano 153, moltiplicati per 13 mila euro al mese danno 1 milione 989 mila euro/mese e 23 milioni 868 mila euro in un anno (!). Poco più di 45 miliardi/anno delle vecchie amate lire. Queste somme transitano tutte (?) sui conti correnti di Banca Etica, la banca preferita di Beppe Grillo.
Grazie al moltiplicatore dei depositi Banca Etica potrà moltiplicare x 50 volte la sua base di offerta monetaria, ossia un miliardo e 200 milioni di euro, duemila 250 miliardi di vecchie lire. Niente male, vero? A maggior ragione se tutti questi soldi dipendono giuridicamene da un'associazione fatta di sole tre persone: Beppe Grillo, suo nipote Enrico, e il commercialista. Il movimento (di denaro) aumenterebbe dunque ulteriormente con l'ingresso dei grillini nel parlamento europeo, e non ho neanche contato gli stipendi dei "dipendenti" regionali, provinciali e comunali.
Ora: Beppe Grillo è azionista Telecom, infatti ha partecipato con gran rumore mediatico a varie assemblee degli azionisti; è anche azionista Monte dei Paschi, perchè ha partecipato facendo anche li un gran casino, pertanto la domanda sorge spontanea: Beppe Grillo è azionista anche di Banca Etica? Sarebbe un gran colpo di culo per lui, visto che possiede azioni Telecom e MPS che valgono zero, mentre quelle di Banca Etica sembrano essere in forte rialzo ;-)







venerdì 14 febbraio 2014

Siamo ciò che mangiamo

Siamo ciò che mangiamo: una cattiva alimentazione aumenta il rischio di un impoverimento cognitivo. E viceversa.
Il fatto che un individuo scelga di alimentarsi con un determinato prodotto indica che la sua mente e la sua coscienza sono al livello evolutivo del cibo cui si sente attratto. L’uomo è ciò che mangia e in base a ciò che pensa, e di conseguenza si comporta. Ciò che entra nel nostro organismo attraverso l’alimentazione, l’acqua, l’aria, il pensiero degli altri, i suoni ecc. costruisce il nostro organismo. Se ciò che forma il nostro corpo è povero di nutrienti, contaminato o impuro anche la mente, la coscienza e lo spirito ne subiranno gli effetti.

C’è una profonda correlazione tra ciò che mangia l’individuo la sua salute, il suo pensiero, il suo carattere, la sua condotta, la sua sfera energetica, morale e spirituale, il suo relazionarsi con l’ambiente. A causa della loro interazione vengono ad instaurarsi 4 stadi di intossicazione. Il primo è quello fisico: la malattia che si manifesta per mezzo del dolore, condiziona l’individuo rendendolo inabile a gestire la propria vita, i propri interessi, la propria attività lavorativa. Questa situazione condiziona la sua mente, i suoi pensieri e quindi la sua coscienza.

La malattia viene a generarsi a causa di intossicazione progressiva dell’organismo; quando le tossine accumulate superano le capacità dell’organismo di smaltirle e neutralizzare i loro effetti negativi, la parte più debole viene colpita e insorge la malattia: uno stato di intossicazione cronica che avvelena non solo il corpo ma compromette anche i suoi organi e le sue funzioni vitali.

Dato che le 4 componenti fondamentali dell’entità umana sono tra loro inseparabili, quando una di queste è preponderante sulle altre viene a generarsi una sorta di scompenso nella natura essenziale dell’essere umano. Tutte le 4 componenti devono evolvere simultaneamente affinché l’individuo possa realizzarsi integralmente. L’individuo che si interessa prevalentemente di una di queste trascurando le altre non sarà mai un individuo felice, in piena forma fisica, con pensieri di saggezza ed una coscienza sensibile.

Il perfetto equilibrio tra le parti, è ciò che consente alle cose di esistere. La forza che fa tendere le cose alla loro interazione simbiotica è ciò che genera la vita nell’universo. Il bene si manifesta attraverso l’intesa delle parti. Senza armonia tra le parti nulla di costruttivo può manifestarsi nell’universo materiale. La disarmonia porta alla distruzione, al non essere, all’estinzione.

La mente e il pensiero hanno un enorme effetto sulla chimica del corpo e sul funzionamento degli organi e delle ghiandole, fino ad alterare la struttura chimica. I pensieri hanno effetti positivi o negativi sul DNA e possono far ammalare o guarire. Ogni aminoacido dei circuiti cerebrali viene sintetizzato nel cervello a partire da un aminoacido precursore. E’ possibile aumentare o diminuire certe funzioni cerebrali, introducendo con la dieta certi aminoacidi in misura maggiore o minore degli altri. Molto importante è l’acetilcolina, da cui dipenderebbero lucidità di pensiero e memoria il cui precursore, la colina, si trova nel lievito di birra, nei legumi, specie nella soia, nel germe di grano e in tutti i semi oleosi.

Il cervello nutrito con sostanze pure acquista caratteristiche fisiologiche positive: il pensiero si fa più lucido e penetrante, la mente si dilata, aumenta la capacità di autocontrollo, si sviluppa un più alto livello di consapevolezza, si ha maggiore resistenza nel lavoro mentale e fisico, scompare lo stato di nevrosi, di tensione, si attenua la spinta a reagire con aggressività.

Questo è confermato dagli studi sull’attività elettrica cerebrale in cui si osserva il ritmo di base alfa connesso con il rilassamento neuromuscolare del soggetto. Modificando la dieta si influisce inevitabilmente anche sul comportamento della persona. Il pensiero, l’amore, il piacere, la memoria sono generati da reazioni biochimiche cerebrali dipendenti da nutrienti alimentari: la scelta degli alimenti influenza i comportamenti e le emozioni quotidiane. Ogni cibo entra in relazione con la nostra coscienza e con la mente, per contro la carne nutre la nostra parte più sanguigna, terrena, materiale ed è portatrice di energia bassa legata all’istintualità del mondo animale.

Il cuore genera un campo elettromagnetico 60 volte più ampio e 1000 volte più grande di quello del cervello e si estende fino a 5 metri dal corpo, come un potente trasmettitore di onde elettromagnetiche.

Il cuore, come il cervello, è dotato di capacità cognitive. Tutte le informazioni chimiche (neurotrasmettitori) che sono rilevabili nel cervello possono essere rilevate anche nel cuore. Il cuore rilascia due ormoni che influenzano il cervello che influiscono su diversi organi del corpo e aree del cervello e che regolano a loro volta gli stati emotivi, influenzano la memoria, sintetizzano e rilasciano adrenalina e dopamina.

Tutti gli stati d’animo e le emozioni si riflettono su tutte le cellule e le funzioni del corpo. Le emozioni negative generano disarmonia nelle funzioni fisiche. L’uomo collerico riversa torrenti di rabbia nel circuito delle sue cellule, distrugge le strutture dei tessuti e la loro forza vitale. Molti interventi chirurgici possono essere evitati se vengono rimosse le cause mentali ed emozionali che le hanno generate.

Le emozioni mettono in moto dei meccanismi complessi, per esempio quando si subisce un attacco di paura o panico le ghiandole secernono adrenalina, questa fa aumentare la pressione sanguigna e la rapidità della circolazione. Sentimenti come l’odio, la gelosia, la paura se persistono possono arrivare a provocare dei cambiamenti organici e quindi delle vere malattie.

Riferendosi ai quattro corpi dell'essere umano di cui parla la Teosofia (fisico, eterico, astrale e dell'Io), Leadbeater afferma che essi, pur trovandosi su piani diversi, sono in comunicazione tra loro, per cui, essendo la carne il nutrimento più grossolano, chi se ne ciba avrà anche dei corpi superiori composti di materia più grossolana, impura. Tra l'altro, ottundendo la sensibilità.

Il corpo astrale è sensibile alla condizione di quello fisico, la sua stessa purezza dipende dalla condizione di quello fisico. Gli inquinanti e le tossine, oltre ad essere dannosi per l’organismo, rendono il corpo astrale più denso. Come il corpo fisico anche gli altri corpi hanno bisogno di essere alimentati e richiedono per il loro sviluppo particolari energie che l’organismo deve sintetizzare a partire dall’alimentazione.

mercoledì 22 gennaio 2014

Eurocrazia: what else?

Qualcuno probabilmente ricorda la pubblicità di una famosa marca di cioccolato che recitava più o meno così: "Il mondo ha un cuore che si chiama Europa; l'Europa ha un cuore che si chiama Svizzera; la Svizzera ha un cuore che si chiama Lindt. Lindt, cuore di cioccolato".
Al di là del claim, per quanto efficace, emerge sicuramente un aspetto geografico: la Svizzera è il cuore d'Europa.
Ebbene, il cuore d'Europa non ha aderito alla comunità europea, e nessuno sa il perchè, o forse si. Ma neanche l'Inghilterra ha aderito, o almeno solo in parte, la meno importante.
Dunque, sappiamo che la Svizzera non è solo un cuore di cioccolato nel cuore dell'Europa, ma anche il cuore finanziario ed economico di mezzo mondo, se non del mondo intero. Se c'è qualcosa che la Svizzera da secoli difende con le unghie e con i denti è il segreto bancario, ossia il segreto sui movimenti finanziari ed economici di mezzo mondo, se non del mondo intero appunto.
Così come anche l'Inghilterra ha anch'essa un'importanza mondiale dal punto di vista economico-finanziario.
Cosa hanno in comune Inghilterra e Svizzera, a parte la loro preponderante potenza nel campo economico e finanziario?
Bhè, la risposta è semplice: entrambe mantengono la sovranità monetaria.
Non ostante siano due superpotenze economico-finanziarie, e non ostante la Svizzera sia anche geograficamente posizionata nel cuore dell'Europa, entrambi gli stati non hanno aderito all'euro, sistema di pagamento cui invece hano aderito gli altri paesi dell'unione europea: Italia, Francia, Spagna, Germania, Grecia, Austria, Portogallo, solo per citare i principali che nel bene e nel male, hanno scritto la storia europea e mondiale degli ultimi duemila anni.
Oggi gli stati della cosiddetta "zona euro" sono diciotto.
Diciotto stati che hanno abdicato alla loro soranità monetaria, fondamentale per scelte di politica economica di una nazione, abbassando consapevolmente (?) il loro status ma soprattutto facendosi gestire da personaggi che non sono nemmeno democraticamente eletti.
Sappiamo infatti che il parlamento europeo non ha alcun potere legislativo e che tutto viene demandato alla Commissione europea, e soprattutto che il suo Presidente del Consiglio non viene eletto dai cittadini europei, così come il Presidente della Commissione europea, che anch'esso non viene democraticamente eletto.
Ricapitolando:
1) Svizzera e Inghilterra non fanno parte della zona euro, ossia continuano ad utilizzare la propria sovranità monetaria;
2) la Svizzera non fa neanche parte dell'Unione Europea, pur costituendone il cuore geografico, economico e finanziario;
3) esiste il Parlamento Europeo eletto dai cittadini europei che però non ha potere legislativo;
4) le leggi europee vengono fatte dalla Commissione Europea insieme al Consiglio Europeo, i cui presidenti non vengono però eletti dai cittadini europei.
What else?

martedì 14 gennaio 2014

Hoolywood e i trafficanti di sogni

tratto da: disinformazione.it
 
La cinematografia è sempre stata, assieme alla cugina più giovane televisione, il veicolo principale di controllo delle masse. Proprio per questo motivo, ogni Regime che si rispetti, ha sempre ingabbiato e gestito i mezzi di comunicazione di massa.
I mass media, cartacei, radiofonici, cibernetici e visivi non solo giocano un ruolo fondamentale nella modifica e manipolazione della percezione della realtà, ma possono innescare e accelerare determinati processi cognitivi e fisiologici che conducono l’uomo direttamente nelle prigioni coercitive del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale: il cosiddetto mondialismo.
Chi controlla questi sistemi, ha il potere di vita e di morte su centinaia di milioni, per non dire miliardi di individui.
La funzione della televisione viene ben descritta nel monologo di Howard Beale, interpretato da Peter Finch, nel film di Sidney Lumet: “Network” (da noi “Quinto Potere”) del 1976.
“Meno del 3% di voialtri legge libri, meno del 15% di voi legge giornali o riviste.
Perché l'unica verità che conoscete è quella che ricevete alla tv. Attualmente, c'è da noi un'intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso alla tv.
La tv è la loro Bibbia, la suprema rivelazione!
La tv può creare o distruggere presidenti, papi, primi ministri. La tv è la più spaventosa, maledettissima forza di questo mondo senza Dio. E poveri noi se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati…
Perché questa società è ora nella mani della CCA, la Communication Corporation of America, e quando una tra le più grandi corporazioni del mondo controlla la più efficiente macchina per una propaganda fasulla e vuota, in questo mondo senza Dio, io non so quali altre cazzate verranno spacciate per verità, qui!
Quindi ascoltatemi. Ascoltatemi! La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni, giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere.
Da noi non potrete mai ottenere la verità. Vi diremo tutto quello che volete sentire mentendo senza vergogna. Vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire!
Noi commerciamo illusioni, niente di tutto questo è vero!
Ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede. Conoscete soltanto noi. Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui. Cominciate a credere che la tv è la realtà, e che le vostre vite sono irreali. Voi fate tutto quello che la tv vi dice: vi vestite come in tv, mangiate come in tv, tirate su bambini come in tv, persino pensate come in tv! Questa è pazzia di massa! Siete tutti matti!
In nome di Dio, siete voialtri la realtà. Noi, siamo le illusioni.
Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora. Spegneteli immediatamente! Spegneteli e lasciateli spenti!
Howard Beale, da buon commentatore televisivo, parla dei rischi insiti della tv, ma il suo discorso si può allargare ed estendere al cinema e ad ogni altro mezzo di comunicazione.
Ha proprio ragione: la tv e il cinema non sono la realtà, sono strumenti nelle mani dei controllori che sfornano falsità, illusioni e sogni.
Sfruttano le conoscenza profonde dell’animo umano, della psiche, dell’inconscio e della psicologia sociale delle masse, per veicolare quello che vogliono che noi sentiamo e vediamo.
Moltissime persone, soffocate e strozzate da un sistema parassitario disumanizzante che sta lentamente stringendo il cappio intorno al collo di milioni di persone, vogliono sognare, allontanarsi dai propri problemi quotidiani (economici, sociali, religiosi, lavorativi, salutari, ecc.) e il Sistema ci accontenta: crea film di avventura, saghe fantascientifiche, romantici strappalacrime, eroi che salvano il mondo, fiction, serie televisive infinite che hanno proprio questo intento: staccarci dalla realtà e tenerci il più a lungo possibile lontano. Il punto è che non lo fanno per il nostro bene…
Ci mettono le ali ai piedi, ci fanno volare e sognare a occhi aperti, e nel frattempo, oltre a spillarci i soldi (creando bisogni, culture e mode), i nostri veri problemi di tutti i giorni, non si sono mossi di un millimetro, anzi si sono nel frattempo accumulati…
Modificano e manipolano la realtà, la impastano per i propri tornaconti, dandoci infine un polpettone di mezze verità misto a bugie.

Disintegrazione mirata delle culture
La disintegrazione delle culture nazionali, delle identità è un passaggio obbligatorio.
Per usare le parole del sociologo Randolph Bourne, la disintegrazione culturale crea “orde di uomini e di donne senza patria spirituale, dei fuorilegge culturali senza gusto, senza norme e senza direttive se non quelle della massa” (1)
Il liberismo viene esaltato in tutti gli ambiti (economica, finanza, politica, religione…) come massima espressione di democrazia e libertà, ma l’uomo delle società liberali, perde il suo status di cittadino, perde la sua individualità (intesa come espressione spirituale), scivolando verso la condizione di massa, e in questa si perde l’unicità: siamo tutti uno.
Vogliono farci credere che “siamo tutti uguali”, anche se, alcuni sono più uguali di altri. (2)
Gli Stati Uniti d’America sono un paese giovanissimo se confrontato con il Vecchio Continente europeo; un paese formato da un miscuglio di gruppi etnici e individui tra i più diversi al mondo.
In America non esiste alcun principio di nazionalità, e il poeta tedesco Nikolau Lenau è molto esplicito in questo, descrivendo l’americano come una persona che “non conosce altro che i denaro; egli non ha altra idea. Di conseguenza lo Stato non è un’istituzione spirituale ed etica, ma soltanto una convenzione materiale”. (3)
Purtroppo anche qui da noi in Europa sta avvenendo una simile strategia: le potentissime massonerie stanno unificando i paesi europei, cancellando le differenze sociali, religiose, culturali, storiche, economiche e monetarie. Il tutto sotto l’ombrello e la bandiera dell’euro

Non l’unificazione per unire, ma l’unione per disintegrare!
L’omogeneizzazione dei popoli europei
L’antropologa Ida Magli è precisa sullo scopo finale della globalizzazione: “il Governo unico mondiale. La riduzione all’uguaglianza di comportamento per tutti i popoli: una sola lingua, una sola religione, una sola moneta, una sola identità, una sola cultura, un solo Stato. La “guida” sottostante a quella dei governanti sembrerebbe massonica, in quanto questi sono fin dall’inizio gli ideali massonici”. (4)
Con il Trattato di Schengen hanno eliminato i confini, e ogni Stato ha sempre avuto confini.
Uno Stato non è tale se non possiede un determinato territorio. (5)

L’Italia - continua la dottoressa Magli - non è più uno Stato. Cosa che del resto, è lo scopo primario dell’unificazione europea: l’eliminazione degli Stati”.

American dream
Dal XX secolo gli americani si sentono il centro del mondo, la potenza suprema e il modello da esportare, magari con bombe al fosforo a frammentazione e uranio impoverito.
La loro convinzione non dipende solo dal fatto che possiedono l’esercito più potente al mondo, ma nella visione e convinzione che la loro società è la realizzazione di tutti i sogni degli altri popoli: giustizia, libertà, democrazia, ricchezza, ecc.
La realtà è esattamente il contrario, ma il popolo americano, lobotomizzato e decerebrato da decenni di propaganda radiotelevisiva crede ciecamente in tale modello.
La mission ultima dell’Impero statunitense è il soddisfacimento dei bisogni materiali, tanto sognati ed osannati dalle grandi masse.
Le pellicole di celluloide e la televisione, come detto prima, rappresentano il narcotico sociale perfetto: anestetizzano le menti, fanno evadere dai problemi di tutti i giorni, fanno sognare lo spettatore grazie a illusioni irrealizzabili, trasformando la finzione in realtà e la realtà in finzione.
Una realtà de facto inventata, creata ad arte e impiantata nei cervelli grazie all’immenso potere della suggestionabilità delle immagini e dei suoni.
Quello che vediamo al cinema, per il cervello, è più reale della realtà stessa, e siccome quello che si vede è più bello e meno doloroso, viene accettato con più facilità. Lo schermo diviene una specie di bypass cerebrale che va direttamente a colpire l’inconscio dello spettatore (6)
Jack Warner, uno dei padri della potentissima Warner già agli inizi degli anni Trenta aveva ben chiaro la potenza della macchina propagandistica del cinema: “i film possono e devono giocare una parte importantissima nella crescita culturale ed educativa dell’umanità. Noi dobbiamo sforzarci di fare pellicole che procurino alla gente qualcosa di più di una semplice, oziosa, ora o due di divertimento”.
Tutti i grandi tycoon dei mezzi mediatici avevano compreso fin da sùbito, che i film non rappresentavano solo uno strumento di puro intrattenimento, ma potevano plasmare la società, dare forma alle menti di milioni di persone.

L’invasione mondiale del cinema a stelle e strisce
Nel 1913 negli USA ci sono 20.000 sale di proiezione che vendono 5 miliardi di biglietti ogni anno, portando nelle casse delle industrie 300 milioni di dollari.
Gli Stati Uniti, con circa 120 milioni di abitanti, registrano ogni settimana 110 milioni di spettatori.
Nel 1955 i film americani giungono ad occupare il 75% del tempo-proiezione in Belgio, Danimarca, il 70% in Grecia, Finlandia, il 63% dell’Europa occidentale.
Nel 1993 tali percentuali sono ancora più incredibili: l’americanizzazione del mondo, va avanti, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale a ritmo esponenziale.
Ed è soprattutto qui in Europa che l’invasione hollywoodiana si fa sentire alla grande: quasi il 60% dei programmi televisivi e circa l’80% dei film sono infatti di produzione statunitense.

Il finto antirazzismo
Il soggetto principale di migliaia di chilometri di pellicole hollywoodiane è non a caso l’antirazzismo.
Se questa potrebbe a prima vista apparire una funzione utile, l’antirazzismo americano non mira a proteggere le differenze razziali, mira invece all’annullamento delle stesse razze, del diverso, come espressione non solo fisica (negro, indiano, ebreo, giallo, ecc.), ma anche come sistema di valori.
In pratica è la negazione radicale del diverso.
Esattamente la copia di quello che hanno messo in pratica qui in Europa, con la nascita dell’euro: cancellando la diversità, l’economie, la storie e le monete nazionali, siamo tutti uguali, perché è proprio nell’uguaglianza che avviene l’assimilazione.
Il modello razziale, cioè il modello di valori da imporre a tutti gli altri nel mondo, vuoi con la forza e la conquista (guerre), vuoi con la manipolazione mentale (cinema e televisione) è quello WASP: White Anglo Saxon Protestants.
Loro conservano la propria identità, perché loro assorbono, o meglio, omologano le altre razze.

Le major hollywoodiane
Le principali e miliardarie industrie filmiche, vengono chiamate anche major e sono rappresentate da cinque colossi Five Biggest o Big Five: Paramount (Zukor), Warner Bros (Warner), Loew-MGM (Mayer), Twentieth Century-Fox (William Fox) e RKO; e da tre un po’ più piccoli, ma sempre potenti, Three Smaller o Little Three: Universal (Laemmle), Columbia (F.lli Cohen) e United Artists.

Paramount
Cronologicamente, la prima delle major, per così dire, di “prima classe”, è la Paramount, casa fondata e diretta per vent’anni dall’ebreo Adolph Zukor, nato nel 1873 a Ricse in Ungheria, figlio di un pellicciaio benestante.
Ecco in sintesi il pensiero di Zuckor: “ve lo dico come ungherese, come ebreo, come artista e come filosofo. Gli uomini vogliono anche sognare. Hanno bisogno dei loro sogni. Ebbene, noi fabbricheremo dei sogni, sogni in serie, sogni divertenti, che costano poco. Voi mi prestate 5000 dollari e in pochi anni ne avrete 500.000. Osservate la gente, vuole delle illusioni”.
La gente vuole illusioni, paga per avere le illusioni e loro li creano.
Il potere commerciale della Paramount è sempre stato basato sul sistema del blocco (block bookin, noleggio in blocco), cioè un sistema che costringe i gestori delle sale ad affittare non il solo film desiderato, ma una lista completa di pellicole.
Nel 1929 la casa, acquista dalla seconda grande compagnia radiofonica CBS, il 49% delle azioni in cambio di azioni Paramount del valore di 5 milioni di dollari.
Nel 1935, dopo la bancarotta, Leonard Goldenson riorganizza la major come Paramount Pictures Inc., la cui presidenza viene assunta dal banchiere John Otterson e il capo studio è Emanuel Cohen.
Nell’ottobre del 1966 la Paramount viene assorbita da un conglomerato industriale-finaziario: la Gulf & Western Industries, e un accordo con la MCA, proprietaria della Universal Films, porta alla fondazione della CIC, Cinema International Corporation, per la distribuzione di film sul mercato internazionale, che diviene in breve la prima casa del settore, arrivando a gestire fino ad un terzo del mercato complessivo.
Nel settembre 1994 la Paramount Communcations viene comperata per 10 miliardi di dollari dal gruppo televisivo di Boston, Viacom, proprietaria dei canali MTV. L’obiettivo è formare, dopo Time-Warner, News Corporation e Walt Disney, il quarto colosso dell’entertainment americano.
Il trust Viacom-Paramount International è un conglomerato che controlla 12 stazioni televisive, 14 radio, 3593 negozi d videocassette (Blockbuster) e 1927 sale cinematografiche.
Nel settembre 1999 Viacom acquista la CBS (14 tv e 160 radio) per 34,5 miliardi di dollari  arrivando a controllare e gestire 200 siti internet, MTV, 138 reti via cavo, 200 canali tv tradizionali e 144 emittenti radio.

Universal
Carl Laemmle emigrato negli States dalla Germania, ha fatto di tutto: impiegato in un negozio all’ingrosso e poi in un magazzino, contabile di un gioielliere e poi di un mercante di bestiame, venditore di quotidiani domenicali per arrotondare le entrate. A Chicago nel 1906 apre il suo primo teatro, dopo tre anni, è il più potente distributore di pellicole filmine degli Stati Uniti. La sua nuova società inizia una dura lotta giudiziaria contro il Trust di Edison che si concluderà nel 1915 con la sconfitta e lo smembramento dell’oligopolio fondato dall’inventore della lampadina.
A marzo del 1910 è proprio il tedesco ad imprimere una svolta storica nella cinematografia mondiale, inaugurando l’era dello star system. Fino ad allora infatti gli attori e le attrici erano poco noti al grande pubblico. Nasce così anche il gossip.
Nel 1912 aiutato dal cognato Isadore Bernstein, Laemmle fonda la Universal Pipe Fitting o Universal Film Manufacturing Company che poi diventerà Universal Studios e la sede viene trasferita a Hollywood.
Nel 1990 il conglomerato nipponico Matsushita Electric Industrial rileva la MCA e l’Universal Pictures per 6,5 miliardi di dollari. Successivamente, per 5,7 miliardi di dollari il controllo passa alla Seagram del canadese Edgar Bronfoman e poi Bronfman Jr che già possiede il 19% del gruppo Time-Warner.
Infine nel giugno 2000, per fronteggiare i tre colossi CBS-Viacom (Paramount), NewsCorp-Bertelsmann (Twentieh) e AOL-TimeWarner (Warner Bros), la Seagram (Universal) si fonde con Vivendi, il maggior gruppo francese Vivendi-Universal.

20th Century-Fox
Wilhelm Fried, diventato successivamente William Fox, è nato nel 1879 a Tulchva in Ungheria. Dopo aver lavorato come foderatore di cappelli per la Solomon & Son, con l’aiuto del finanziare Sol Brill, acquista il suo primo locale e nel giro di poco tempo arriva a possedere 25 locali di proiezione cinematografica.
La ditta Fox inizia nel 1913 a produrre cortometraggi a New York e nel New Jersey. Girati una cinquantina di film, nel 1916 si trasferisce nell’Eldorado californiano, Hollywood.
La Fox Film Corporation diviene il primo conglomerato filmico e nel 1927 conta mille sale di proiezione. Nello stesso anno la Fox acquista la maggioranza azionaria della Loew’s Incorporated, la società finanziaria tramite la quale ottiene il controllo della MGM, costituendo la nuova Fox-Loew la più grande società dell’industria del cinema.
Nel 1935, dopo la grande Depressione, la Fox si fonde con la 20th Century Pictures Incorporated.

MGM: Metro Goldwyn Mayer
Louis (Lazar) Burt Mayer dopo aver commercializzato in rottami di ferro, nel 1912 si associa con Ben Stern e con Adolph Mayer per costituire la Louis B. Mayer Film Company con sede a Boston.
Mayer, proprietario di una catena di locali diffusa soprattutto nel New England, entra nel grande giro della distribuzione.
Nel frattempo Samuel Goldwyn, che ha lasciato la Paramount nel 1919 fonda con i fratelli Edgar e Arch Selwyn la Goldwyn Pictures.
Il terzo polo della futura MGM è Marcus Loew e la sua Loew’s Incorporaed, società di distribuzione che inizia acquistando la Metro Pictures
Nel 1924 Loew fonda con Goldwyn la Metro-Goldwyn Productions e si trasferisce a Hollywood. A maggio dello stesso anno nasce la famosissima MGM, Metro Goldwyn Mayer che diventerà il complesso cinematografico più grande del mondo: una stazione ferroviaria, un porto e anche una giungla. Ma quello che ha caratterizzato la MGM rispetto le altre major, era la presenza delle star (Greta Garbo, Clark Gable, Spencer Tracy, Joan Crawford, Judy Garland e moltissimi altri).
Tra il 1964 e il 1967 uno dei maggiori azionisti Philph Levin, vende le sue azioni che vengono comperate da Edgar Bronfman della Universal, dando il via alla dissoluzione della major.
Nel 1969 la MGM finisce nella mani del finanziere armeno Kirk Kerkorian e questo nel 1986 la cede a Ted Turner per 1,5 miliardi di dollari.
Ad acquistare la grande industria produttrice di sogni è nel 1991 l’italiano Giancarlo Parretti, accompagnato e aiutato dal finanziere Floro Fiorini, noto alle cronache per lo scandalo del Banco Ambrosiano e della loggia P2.
Per concludere le vicissitudini della major, nel 2004 spiazzando la Time-Warner, la Sony Corporation rileva la MGM per ben 5 miliardi di dollari, accaparrandosi così di fatto una libreria di 4100 pellicole, tra le quali ben 200 Premi Oscar.

Warner Bros
La Warner Bros, prende appunto il nome dai fratelli Warner: Sam (Samuel), Jack, Albert (Abraham) ed Harry.
Dopo aver iniziato la loro attività nel 1917 con una piccola sala di proiezione, divengono in breve direttori della catena teatrale First National e fondano la vera e propria compagnia.
Nel 1923 acquistando la Viagraph Company, proprietaria di un brevetto di registrazione sonora che accompagna i film muti, la Warner diviene, grazie alla rivoluzione sonora, una tra le più affermate major di Hollywood.
Nel 1989 la Warner si fonde con il gruppo editoriale Time generando un mostro gigantesco Time-Warner, il più potente conglomerato multimediale del mondo.

Columbia
Possiamo dire che è la prima delle cosiddette piccole major, anche se per piccolo non si vuole sminuirne la portata.
La Columbia deriva dalla Cohn Brothers e poi CBS Film Sales Corporation, di proprietà di Harry Cohn e dal fratello Jack (derivato da Jacob).
Dopo varie vicissitudini, negli anni Settanta per sopravvivere alla crisi, deve vendere gli studios e fondersi con la Warner. Negli anni Ottanta passa alla Coca-Cola ma è solo nel 1989 che la Columbia Pictures si fonda con la Tri-Star Pictures per formare il Motion Pictures Group.
Nel 1991 la compagnia cambia nome in Sony Pictures Entertainment con Columbia e Tri-Star come società sussidiarie di produzione filmica.

RKO
L’ultima delle grandi case è nata nel 1928 col nome di Radio-Keith-Orpheum Radio Pictures anche se le sue origini risalgono agli inizi del secolo. Sorge dalla Film Booking Offices of America Incorporated, dalla KAO Keith-Albee-Orpheum Corporation e dalla RCA Radio Corporation of America del potentissimo gruppo Rockefeller.

I finanziatori
I veri padroni di questi oligopoli multimediali sono sempre stati e lo sono ancora oggi, i grandi imperi finanziari:
- Rockefeller (agente statunitense dell’impero europeo dei Rothschild);
- Morgan (che dopo la morte del fondatore JP Morgan e il Glass-Steagall Act del 1933 che scinde le banche di deposito da quelle di affari, l’istituto si biforca in JP Morgan e Morgan Stanley & Co.);
- Kuhn, Loeb & Co.;
La seconda metà dell’Ottocento è proprio il periodo basilare nella nascita delle principali lobbies e industrie del pianeta. Nascono non solo le imprese cinematografiche, ma praticamente sorgono le più importanti industrie di ogni genere: farmaceutiche, acciaio, agro-alimentari, petrolifere-energetiche, ecc.
La nascita di questi colossi è stata permessa dalle banche d’affari dell’epoca che hanno finanziato.
Quali erano queste banche? Risponde Carrol Quigley, docente di storia a Princeton e Harvard: “i nomi di talune di queste banche ci sono famigliari, e dovrebbero esserlo anche di più. Sono i Baring, Lazard, Erlanger, Warburg, Schroder, Seligman, Speyer, Mirabaud, Mallet, Lazard, e soprattutto i Rothschild e i Morgan”. Di queste 12 banche, ben 9 erano di proprietà ebraica, e se teniamo conto che Morgan era un agente americano dei Rothschild, il numero sale a 10.
Secondo il The American Jewish Experience, le principali banche americane di origine ebraica alla fine del XIX secolo erano: J.S. Bache, Hellman, Sears & Roebuck, Goldman & Sachs, R.H. Macy, Abraham & Strauss, Albert Loeb, J.W. Seligman, S.W. Straus, Wertheim, Steinhardt, Lewisohn, Guggenheim, Kuhn & Loeb, Speyer, Belmont, Hallgarten, Lehman, Heidelbach & Ickelheimer.
Le sei maggiori case hollywoodiane, l’oligopolio che controlla e gestisce ancora oggi la filmografia a livello planetario, non solo sono state fondate con i soldi delle banche ebraiche qui sopra elencate, ma tutte sono nate da imprenditori ebrei: Paramount (Zukor), Warner Bros (Warner), Loew-MGM (Mayer), Twentieth Century-Fox (William Fox), Universal (Laemmle), Columbia (F.lli Cohen).
“Al giorno d’oggi sei produttori decidono in merito al novanta per cento delle sceneggiature e montano il novanta per cento dei film”. Frank Capra, regista
 
Note
[1]Trafficanti di sogni. Hollywood, creatura ebraica”, Giantonio Valli, ed. Effepi
[2] Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”, frase celebre tratta dal romando “La fattoria degli animali” del 1947 di George Orwell
[3] Idem, pag. 264
[4] Intervista alla d.ssa Ida Magli dal “Civico20 News” di Torino. 2 marzo 2011, www.bdtorino.net
[5] Idem
[6] Idem, pag. 285