mercoledì 12 ottobre 2011

L'automobile


Molte persone ancora vedono nell'automobile un simbolo di status, freudianamente un simbolo fallico, ossia l'esposizione al pubblico del proprio segno di potenza espressa in nuvole di vapore inquinante, dette anche cavalli-vapore.
Al di la della ridicola quanto anacronistica insignificanza di tale manifestazione, una valutazione di altro genere mostra quanto l'automobile sia ormai da un pezzo il peggior mezzo di trasporto.
Infatti, non appena uscito dalla concessionaria con la macchina nuova fiammante, non appena varcata la soglia in uscita dell'officina, svanisce in nuvole di vapore il 20%, anzi il 21% dell'importo appena pagato.
Macchina di 30 mila euro? Svaniti 6300 euro.
Si lo so, per te i soldi non sono un problema (bontà tua), ma per la maggior parte delle altre persone non è così. Loro si sono indebitate per comprare il macchinone da 30 mila euro, hanno firmato mezz'ora di cambiali, per cui quei 30 mila già costeranno 35 mila se consideriamo gli interessi.
Il tuo bel macchinone, dunque, dopo soli cinque minuti ha già bruciato cinquemila euro di Iva e cinquemila di interessi. Appena dieci chilometri e sei già sotto di diecimila euro: duemila euro al minuto, mille euro al chilometro.
In compenso hai una montagna di piccole comode rate da pagare, e più passa il tempo più il tuo capitale perde valore, peggio dei tango bond, delle azioni Parmalat e di quelle Lehman Brothers. L'assicurazione, invece, segue un percorso inversamente proporzionale: più il valore si abbassa, più aumenta il premio da pagare.
Miracoli delle moderne economie di mercato.
Arriva così la smania di venderla prima che sia troppo tardi, ma tentenni … tentenni troppo; e il giorno in cui finalmente ti decidi, il tuo bel macchinone vale meno del premio dell'assicurazione, come recita impudente quello stramaledetto listino Eurotax.
In tutto questo tempo in cui il fantastico investimento si assottiglia come la neve di primavera, passando dal bianco candore della vernice metallizzata al rosso fuoco del tuo conto in banca, hai buttato il sangue a cercare parcheggio, a bestemmiare nel traffico, a respirare smog, a maledire l'autore del ghirigoro fatto con il chiodo sulla fiancata.
Ah! Ho dimenticato il garage ... ancora da pagare ovviamente.
Frattanto la benzina è salita alle stelle, con un euro spari mezzo litro, e ci sono da pagare ancora i tagliandi e la prima revisione obbligatoria.
Come passa il tempo!
La tua bellissima automobile si è trasformata in un problema. Anzi, è IL problema. Talmente grande che da mesi non la porti più a lavare come amorevolmente facevi prima. All’improvviso ti è salita sulle palle, e fatica molto a scendere. Tornano in mente i giorni felici in cui aitante e piacione uscivi il sabato pomeriggio a metterti in coda per fare il guardone all'autolavaggio, insieme ad altri imbecilli come te.
Ora tutto è cambiato. Tu la odi, quella cazzo di macchina. Forse ti porta anche un po' sfiga, perchè da quando l'hai comprata non si batte chiodo con le donne, non sono più le stesse, devono essere impazzite, guardano il contenuto e non più il contenitore.
Che tempi infami!
Con un rigurgito di stomaco tornano a galla i 35 mila euro buttati nel cesso. Cosa avresti potuto fare con quei soldi, quante altre cose invece di comprare un defecante, inutile suv?
Bhè, ad esempio fittare l'auto invece di comprarla: pagando 500 euro al mese la tenevi per un po’ di anni, cinque o sei almeno. Certo l’auto non è tua, ma perché essere così possessivi? Tutta una serie di problemi sarebbero svaniti come per magia, a cominciare dall’assicurazione; invece di portarla a lavare la cambiavi, e se la rubavano chissenefrega. Figurati poi una botta al parafango...
Oppure avresti potuto fare due viaggi l’anno, uno al mare e uno in montagna, per sei o sette anni consecutivi. O magari comprare un po’ di oro con quei soldi, oggi avresti avuto il capitale raddoppiato.
Invece non hai nemmeno cambiato la cameretta ai ragazzi, ormai sono grandi, non possono andare aletto con winnie the pooh. Non sei neanche andato a puttane, ogni giorno per un anno intero, albergo e domeniche inclusi: almeno trombavi un po'.
Solo adesso ti rendi conto di quanto sei coglione, tu e il tuo bel macchinone, che oggi vale esattamente come al suo padrone: un cazzo.

giovedì 6 ottobre 2011

No comment

VEGETARIANI


CARNIVORI

martedì 13 settembre 2011

Linguaggio e deficienza

Le persone madrelingua inglese, essendo questa parlata in tutto il mondo (o quasi) in conseguenza della colonizzazione linguistica oggi coattivamente esportata anche con la c.d. "globalizzazione", non sforzandosi di dover parlare una lingua diversa dalla loro non sviluppano determinate aree del cervello ad hoc che numerose ricerche, inclusa una recentissima del MIT, hanno messo in evidenza.
Ne consegue, in buona sostanza, che le persone madrelingua inglese non dovendo sforzarsi di imparare altre lingue diverse dalla loro subiscono una diminutio, e che pertanto sono mentalmente minorate rispetto a quelle che, volenti o nolenti, sono obbligate a imparare un lingua diversa da quella nativa.
In sintesi, tutte le persone madrelingua inglese, ossia tutti gli abitanti dell'area c.d. "anglosassone" (Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Sudafrica, Nuova Zelanda, Irlanda, Zimbabwe, Barbados, Singapore, Namibia, Sri Lanka, Liberia, Bermuda, Papua Nuova Guinea, Zambia, Filippine, Giamaica, Malawi, Malta, Hong Kong), sono deficienti, nel senso che soffrono una deficienza, fatte salve quelle persone che per motivi personali o di studio (traduttori, interpreti, storici etc) imparano lingue diverse da quella madre.
Appurato che circa 350 milioni di persone sono "deficienti", va sottolineato come l'obbligo aberrante di imparare un ceppo linguistico RADICALMENTE diverso dal proprio, come nel nostro caso, nel quale siamo "costretti" quotidianamente a subire l'introduzione di fonemi inglesizzanti vuoi per lo sviluppo delle tecnologie (in minima parte) vuoi per la violenza imposta dai mass media (in questi giorni è molto in voga la parola "spread"), l'obbligo aberrante dicevo potrebbe tranquillamente essere scapolato (scapolàre (3) /♫ skapoˈlare/ [lat. parl. *excapulāre ‘disbrigarsi’, comp. di ĕx (s-) e di căpulus ‘cappio’. V. cappio ☼ sec. XIII] A v. tr. (io scàpolo) 1 (mar.) Passare oltre un ostacolo, fisso o mobile, a poca distanza o con qualche difficoltà. 2 (fig., fam.) Sfuggire, evitare una situazione difficile, pericolosa, indesiderata: il passo più rischioso è scapolato (R. Bacchelli) | scapolarla, scamparla, cavarsela: in quel giorno l'avea scapolata bella (I. Nievo) | Anche nella forma pron. (con valore intens.) scapolarsela, svignarsela (fonte: lo Zingarelli 2011).) se solo diffondessero in Italia la lingua spagnola (e non quella inglese), parlata anch'essa da 350 milioni di madrelingua e quasi un miliardo di persone nel mondo intero.
O addirittura ricorrere allo "spanglish", già adottata da eroi pop come Shakira e Ricky Martin, anche se io preferirei le neo latine o c.d. "romanze".
Tutto questo per dire che mi è appena arrivato in cassetta postale un bel corso di lingua tedesca, mentre quello di lingua francese l'ho già cominciato.
Tra una ventina d'anni potrò quindi dire d'aver studiato le seguenti lingue: italiano, latino, greco, inglese, francese, tedesco, spagnolo, dialetto cilentano, dialetto napoletano.
Ci tengo molto a non essere "deficiente". :-)
Link utili:
1) area di Broca
2) Linguaggio e cervello umano
3) Cervello e linguaggio
4) Lingue parlate nel mondo

domenica 28 agosto 2011

David Icke: una bufala?

Dopo aver letto “Guida alla cospirazione globale” lo scorso anno, ho da poco terminato l’ultimo libro di David Icke, “Il risveglio del leone”. Alcuni dubbi sento di doverli condividere con chi legge queste righe.
Premesso che la forma dei suoi scritti non appartiene né alla saggistica né alla narrativa; che non contengono alcuna nota a margine; che il sommario non aiuta il lettore alla ricerca dei contenuti; che c’è una bibliografia e un indice analitico ma a fronte dell’enorme mole d’informazioni trasmesse risultano essere più dispersivi che utili.
Ciò premesso, è evidente che già dalla forma siamo davanti a un prodotto editoriale anomalo, poiché se l’intenzione dell’autore è aprire gli occhi e la mente di chi legge con teorie e affermazioni sensazionali, risulta più difficile trovare ancoraggi bibliografici di supporto a tesi radicalmente nuove.
Se a questo aggiungiamo che le rivelazioni ch’egli ha ricevuto “in dono” e il successivo percorso personale intrapreso sono cominciati dopo una scalata in cima a un monte del Perù, e proseguite con l’assunzione di sostanze psicotrope in Brasile, cui sembra addirittura istigare all’uso per liberarci dalla prigione dei cinque sensi ed entrare in uno stato di beatitudine permanente (pg. 373, 379), bisogna ammettere che il tasso di credibilità presta il fianco a numerose critiche, e l’aprioristico rigetto-censura di tali critiche da parte di pochi o di molti finisce per trasformare la “ricerca della verità” in un atto di fede che lo stesso D.I. più volte censura come illusione e falsa realtà tipico delle credenze religiose.
Entrando nel merito:
1. i suoi libri (che ho trovato ripetitivi e ridondanti in molte parti) senza dubbio concedono una visione diversa di ciò che accade intorno a noi, anche se pensare e vedere tutto in funzione rettiliana può significare, propagare e diffondere l'idea rettiliana, come sottolinea Giuliana Conforto;
2. afferma che “si diventa ciò che si combatte, e chi lo fa rafforza solo il potere di coloro contro cui combatte” (pg.378): D.I. combatte in prima linea i rettiliani utilizzando libri e conferenze per “strappare il velo” che li copre, ma così facendo li combatte e sembra contraddirsi: dunque, perché lo fa?
3. affermazioni come «[…] in altri miei libri dimostro che, contrariamente a quanto sostiene la storia ufficiale […]» (pg.73), necessitano obbligatoriamente di una nota a margine con il richiamo alla fonte citata, poiché non tutti possono aver letto tutti i suo i libri, come nel mio caso. Le note e il relativo rimando alle fonti, intese come fonti scritte e non meri indirizzi internet caratterizzati da estrema “volatilità”, sono di fondamentale importanza per la puntuale ricostruzione di un confronto che anzi risulta assai difficile anche per i continui balzi storici che D.I. effettua nel suo “narrare”. L’uomo “duale” non può tornare all’uno senza porsi domande, come D.I. chiede di fare (pg.378), di conseguenza accettando “passivamente” una visione del mondo radicalmente diversa da quella che conosciamo;
4. tutto sembra cominciare dopo l’avvento della c.d. “cospirazione sionista”, a cavallo tra il XVII-XVIII.mo secolo, con la prima grande trasformazione dell’occidente, un “brodo primordiale” alimentato dalle grandi scoperte geografiche e dalla conseguente contaminazione culturale. E’ in quel periodo che avviene lo scisma ebraico (pg.125) e l’arrampicata al governo del mondo da parte di una famiglia che porta il fasullo cognome di Rothschild. Questi sarebbero i referenti terrestri - nella terza densità - dei rettiliani abitatori della quarta densità e manipolatori genetici. Ma tra questi e quelli passano centinaia di anni durante i qual i rettiliani si disinteressano delle nostre vicende fino all’avvento delle c.d. “stirpi ibride”, la loro personalissima “tuta spaziale”, con la quale operano sul pianeta terra (pg.242) e si apprestano, tramite loro agenti (gli “Illuminati” delle stirpi ibride, tredici in tutto) sparsi in ogni angolo del globo per conquistare il mondo e governarlo al fine di imporre la dittatura globale. Agenti rettiliani di primaria importanza sarebbero appunto i Rothschild, «[…] agenti che agiscono in superficie per conto del sistema di controllo lunare e sotterraneo […]» (pg.365);
5. i posti di comando-chiave sono tutti occupati da persone sotto il controllo rettiliano: capi di governo, banchieri, multinazionali, presidenti di istituzioni internazionali, direttori della ricerca tecno-scientifica appartenenti proprio a queste tredici stirpi ibride, e naturalmente tutto il flusso finanziario globale è sotto il loro controllo, ma non mi è chiaro il motivo per cui avrebbero nominato JFK come presidente degli Stati Uniti se non era uno di loro;
6. oppure per quale ragione i rettiliani dovrebbero permettere l'invio di razzi e missioni sulla luna, far sparare bombe atomiche sulla luna stessa se intendono rimanere ben nascosti e non essere svelati né scoperti;
7. per quale motivo poi dovrebbero consentire il finanziamento della Nasa e gli esperimenti che questa compie sulla luna se sono loro stessi a controllare il flusso di denaro che la finanzia;
8. mi domando poi perché faccia esplicita pubblicità alla software-house “Norton” (pg.400);
9. e perché ha un aspetto esteriore robusto, direi cicciotello: segue forse un’alimentazione poco equilibrata con conseguente alterazione biochimica, dipendenza emotiva e “abbassamento delle vibrazioni”? (pg.410);
10. è vivente, quindi le cose che scrive e che dice nelle pubbliche conferenze non danno fastidio a nessuno (modello Roberto Saviano), mentre se fosse davvero il custode privilegiato insieme a pochissimi altri al mondo di inauditi segreti sarebbe stato ucciso prima ancora di aprire bocca, e ciò potrebbe confermare l’ipotesi che lui è qui a parlare di rettiliani per diffondere “l’idea rettiliana”;
11. soprattutto: afferma (pg.571) che i rettiliani vivono e si nutrono delle nostre basse vibrazioni, generate in gran parte dal processo di morte e dalla paura di morire, ma al contempo progettano la riduzione del 70% della popolazione mondiale, ossia ridurre del 70% il loro “nutrimento” shock
12. il libro di D. I. nel mettere in guardia genera al contempo paura su qualsivoglia aspetto dell’esistenza umana, diffondendo e perpetuando proprio ciò di cui accusa i rettiliani, ossia tenerci schiavi sotto la costante minaccia della paura, compiendo quindi la stessa identica operazione, descrivendo un mondo pieno di pericoli e di paure ad ogni livello (salute, educazione, istruzione, giustizia, cibo, acqua, aria, etc etc), e diffondendo subdolamente un senso di panico-impotenza che troverebbe la sua unica soluzione nel collegare il corpo computer alla coscienza e staccarlo dalla mente-intelletto, senza però MAI spiegare come si fa, e invitando infine, nel capitolo intitolato “Cosa possiamo fare?” (pg.730) all’unione e all’amore reciproco di ghandiana memoria, ma quarant’anni dopo;
INFINE: qualcuno può spiegarmi perché ha stampato la stella dei Rothschild sulla fronte del “leone risvegliato”?
Quasi certamente non comprerò mai più un libro scirtto da David Icke

domenica 10 luglio 2011

Inganni Spirituali

Inganni spirituali
di: Giuliana Conforto

Lo slogan è "alzare le frequenze": non significa niente, ma fa credere che l'alto sia buono e il basso sia cattivo.

"Nuove" spiritualità coniano slogan che, al pari delle vecchie religioni, ignorano il ruolo cruciale della Vita. Perché bisogna "alzare le frequenze"? Lo dicono tutti anche gli arcangeli, assicurano quelli che li canalizzano. Allora i presunti arcangeli ignorano che le frequenze basse sono tanto buone quanto quelle alte.
L'alto è come il basso, dice il grande Ermete.
Poi c'è chi, invece, pone sull'altare alcune peculiari frequenze.
Più verosimili queste possono essere soglie, porte comunicanti tra il mondo visibile e gli infiniti mondi invisibili. Tra le tante soglie i nuclei delle nostre stesse cellule in comunione con l'universo eterico che invece ha basse frequenze, le stesse a cui si sente il canto della plasmasfera il Piccolo Universo che sta per manifestarsi all'umanità. Per attraversare le soglie bisogna usare l'unica FORZA che "scende dalle stelle alle stalle", cioè comprende tutte le frequenze: la Vita che sentiamo come verità interiore, la Via che ci consente di incarnare il vero Sé, di fonderci con il corpo di luce cioè di nascere all'eterna realtà e divenire auto coscienti.

E chi sono questi arcangeli che suggeriscono di alzare le frequenze? Forse "alieni" dotati di tecnologia avanzata, ma senza più contatto con le emozioni, ovvero con la VITA. Forse meglio "alienati" che "vivono" a spese delle emozioni umane e sono in alto, in satelliti artificiali, nascosti in isole invisibili, zone senza campo magnetico (una è sopra il Polo Nord). Da millenni dediti a dirigere chiese e governi, progettare idoli da venerare e fomentare guerre, gli alienati sono in crisi. Il campo magnetico della Terra e quello del Sole stanno cambiando a ritmi ultraceleri. Il rischio per loro è divenire visibili. Persino l'FBI parla di un pianeta eterico parallelo alla Terra. Quasi nessuno parla però del SOLE CRISTALLINO in basso, al centro della Terra.

Chi vuole nascere non da credito a slogan senza senso, compie azioni coerenti con il fine comune - l'utopia - impara a usare la risorsa infinita, la Vita, sapendo che anima i nostri corpi, ci dona coscienza, creatività e abilità da manifestare in pratica e non da sopprimere in attesa di una presunta salvezza dall'alto che non è venuta né verrà mai. Esistono infiniti universi: [u]chi vuole sapere canalizza entità di dubbia qualità, chi vuole essere opera in armonia con la grande OPERA, quella del vero SOLE che sta cambiando tutto[/u]

Qui segue un breve elenco di slogan che distorcono i reali significati:
alchimia: è passata alla storia come trasmutazione del piombo in oro; l'alchimia è organica, riguarda tutta la natura vivente e, in particolare, il corpo fisico dell'essere umano che vuole rinascere con una nuova coscienza. L'alchimia organica è in atto.

caduta: la caduta è nell'oblio delle origini, in una percezione illusoria e limitata alla vista. La risalita è usare le proprie abilità, essere sinceri, semplici, disponibili a mutare le proprie abitudini, se sono nocive a noi stessi e/o all'ambiente.

cicli astronomici: si ripete fino alla nausea che, oltre al ciclo diurno e annuo, c'è quello di 26.000 anni, la Precessione degli Equinozi, nota fin dalle scuole medie. Si ignora che la Terra ha almeno 26 cicli che stanno tutti mutando in tempi rapidissimi, perciò vanificando i vari calendari, inclusi quelli Maya. Con i recenti terremoti si è ridottoall'improvviso il ciclo più importante: il nostro giorno.

complotto rettiliano: concerne tutta la "conoscenza" a cui crede la mente minore. Crederci è però il modo migliore per dare realtà al complotto stesso e ignorare l'unico vero nemico: la propria paura che ci blocca in lotte sterili o vane attese di salvezza e ci evita di imboccare la Via: il perdono di sé, la comprensione che siamo tutti responsabili del complotto finché gli diamo credito.

democrazia: non è mai esistita; è un'oligarchia che coltiva i valori virtuali della matrix (denaro, interesse bancario, divisione tra deboli e forti, ecc.) ha bisogno di legiferare per controllare la matrix e ignora l'unica vera legge: l'AMORE, la FORZA nucleare debole che dona benessere e prosperità a tutti, ivi inclusa la dignità.

divisione tra bene e male
: la divisione tra eros e tanatos è l'arbitrio delle religioni e di tutti i moralisti che ignorano l'etica naturale, fatta di rispetto e amore sincero, frutto dell'uso pratico e reale della FORZA.

dualismo onda-corpuscolo
: è la concezione esaltata dalla fisica quantica; ha come riflesso nella società il dualismo ovvero i conflitti tra governi e opposizioni, utili a conservare il potere nelle mano dei pochi e a ignorare l'OPERA del Piccolo SOLE cristallino, il Baby Sun che nasce in una grotta, la biosfera terrestre.

fisica quantica
: teoria utile alla tecnologia attuale, alle armi intelligenti, alla TV e alla comune ignoranza della FORZA. Spacciata per conferma di spiritualità, questa teoria calcola il caso, ma non conosce le cause e, come la nebbia, lascia il tempo che trova - il tempo lineare - funzionale alla crescita del debito.

massa critica: è considerata necessaria per un cambio collettivo e si ignora che la FORZA è nucleare e così possente da provocare la fusione dei mondi e svelare il grande inganno - il cielo in alto - in un batter d'occhio.

Nibiru: citato dai catastrofisti, Nibiru è parte dell'illusione, prodotta dalle Scienze dello Spazio e della Terra; è l'idea falsa che il cielo sia vuoto e popolato di palle piene che si possono scontrare. Il vuoto non esiste e le palle sono dipinte.

rivoluzione copernicana: un'illusione ottica, dettata dall'uso dei telescopi a terra e del principio copernicano che fa credere a un vasto spazio in cielo indifferente ai moti dei corpi che lo attraversano e a tempi lunghissimi per percorrerlo.

salto quantico del pianeta: lascia intatto il tempo che trova e la mentalità minore: una tecnologia elettronica utile, ma ignara dell'Intelligenza che anima gli infiniti mondi e la nostra Mente Superiore, il cervello oscuro composto di cellule gliali.

time-shift: è un cambio del tempo; sarebbe meglio dire dei tempi e cioè dei vari cicli astronomici; è più verosimile, imminente e legato allo spostamento dei Poli (Pole-Shift) senza danni per l'umanità. Le mie tesi nel libro Il Parto della Vergine.

tutto è UNO: e perché non UNA? Dell'UNO/UNA abbiamo osservato solo la luce riflessa dalla materia vergine che compone la crosta terrestre e tutto l'universo visibile, un UTERO che sta per svanire, perché siamo giunti al suo Parto.

vibrazione: "tutto è vibrazione" frase tipica dei maestri spirituali, ha introdotto una nuova moneta - la frequenza, effetto del caso - ed è servita a ignorare le cause del movimento universal: la rotazione.

giovedì 7 luglio 2011

Siamo fruttariani?

di Silvio Sciurba
tratto da: Luogocomune
vedi anche: fruttalia

Sarò diretto e sintetico: per sua natura, l'essere umano è fruttariano.

Nessuno sa quando e perché abbia iniziato a cuocere i cibi; non esistono Darwin o Sitchin che abbiano mai dato una risposta soddisfacente al quesito ma ciò che è certo, è che il sistema digerente dell'uomo è progettato per cibarsi di cibi crudi come qualsiasi altro essere vivente: gli animali che vivono allo stato brado non cucinano né alterano in alcun modo il proprio cibo.

Per motivi di sopravvivenza o per ritualità verso gli spiriti, o forse ancora per venerazione di esseri “superiori”, l'umanità ha iniziato a cuocere i cibi fino a costruirci sopra un'intera cultura, affascinante e ingannevole allo stesso tempo.

Affascina perché stimola il corpo, coccola e appaga la mente e crea un momento sociale importante; inganna perché altera i sensi fisici, superando le barriere chimiche naturali che sono progettate per il cibo crudo, e crea un'àncora mentale come se fosse un “premio” con il quale appagare le tensioni emotive.

Prima di tutto chiariamo la definizione. Le categorie alimentari in cui sono divisi gli animali, servono sicuramente per facilitare alcuni aspetti di comprensione ma indubbiamente complicano le cose a chi conosce poco la materia. Un erbivoro, ad esempio, non è un vegetariano, perché mangia anche piccoli animali: credete che una mucca o un cervo puliscano le foglie che stanno mangiando dalle coccinelle che vi sono appoggiate sotto o dalle formiche che vi passano sopra?

Questo significa che per quanto il loro cibo ideale, ovvero il cibo su cui l'apparato digerente è stato progettato (dalla natura o da Dio non si sa), sia l'erba, la natura li ha dotati di organi per digerire di tutto.

Ma cosa succederebbe se invertissimo per proporzioni, ovvero dessimo alla mucca più cibo animale che vegetale? L'abbiamo chiamata mucca pazza.

Allo stesso modo, dire che l'essere umano è fruttariano, ...
... significa che l'apparato digerente è progettato per la frutta con la possibilità di smaltire piccole quantità di sostanze estranee.

Allontanarsi dal cibo ideale sovraccarica degli organi digestivi più del dovuto, generando un disturbo o una malattia acuta. Se persiste questo tipo di alimentazione si arriva ad una condizione patologica con un intero metabolismo alterato.

L'uomo moderno, e soprattutto quello occidentale, sta pagando a caro prezzo questo tipo di dieta: aumento di allergie, aumento di malattie di tutti i tipi compreso il cancro, vecchiaia farmaco-dipendente, morte prematura.

Chiarito il significato di “fruttariano”, vediamo una sintesi di alcuni punti importanti per comprendere quanto ci siamo allontanati dalla nostra alimentazione primordiale.

1- L'aspetto esteriore
Il corpo umano si presenta con una muscolatura piuttosto debole, senza artigli, lento nella corsa e senza zanne o denti aguzzi. E' invece un abile manipolatore e arrampicatore. Difficile pensare che quindi possa essere un predatore per cacciare animali e mangiarne la carne. In maniera intuitiva chiunque lo metterebbe tra le prede e non tra i predatori.

2- L'aspetto interiore
Saliva poco acida, grandezza dello stomaco come il pugno, intestino di lunghezza media. Questo assetto non è adatto né per la carne (cruda) per cui ci sarebbe bisogno di maggiore acidità, né per tutti i tipi di erba, poiché non abbiamo la chimica adatta per demolire molecole troppo resistenti e complesse.

3- Le necessità
In natura c'è bisogno di correre per scappare da un pericolo anche all'improvviso. Essere sazi fino a generare sonnolenza è un'assurdità. Infatti i cibi crudi saziano già in bocca e la sensazione di fame cessa quando lo stomaco non è ancora pieno, e in questo modo il corpo rimane sempre attivo pur alimentandosi. La cottura, il sale, l'olio e altri condimenti della dieta moderna, ingannano la bocca e la sensazione di sazietà arriva quando lo stomaco è pieno. L'unico cibo che l'uomo è in grado di mangiar crudo è la frutta e poche varietà di vegetali.

4- La taratura dei sensi
Gli occhi sono tarati per percepire una piccola gamma di luce e in essa riescono a riconoscere maggiori sfumature di verde (parte centrale dello spettro) rispetto che al rosso o al violetto (parti estreme). Nella bocca risiedono il senso del gusto (dolce, salato, acido e amaro) e del tatto (densità, tannicità, viscosità), mentre nel naso la percezione degli aromi che ci permettono di distinguere i vari cibi, e che li lega come nessun altro senso alla memoria e alle emozioni. La frutta è il cibo di cui riusciamo a distinguere maggiori sfumature, che ci danno un senso di pienezza e soddisfazione: un'autentica esplosione di gusto. I vegetali lo fanno in misura minore. Al contrario, i cereali e i semi sono sgradevoli o poco saporiti, non appetibili. La carne o il pesce sono quasi privi di gusto e, al contrario, sprigionano una serie di odori che un naso genuino riconoscerebbe subito come cadaverici o marcescenti.

5- La pulizia
Una digestione perfetta termina con l'espulsione totale dei rifiuti perfettamente compatti e che lasci l'ano perfettamente pulito perché, ovviamente, in natura non esiste l'albero della carta igienica. Nell'uomo questo avviene solamente con una dieta esclusiva di frutta.

6- La vitalità
Se una dieta appesantisce, crea sonnolenza e stanchezza, gonfia i tessuti e gli organi, crea muco eccessivo e abbassa la vitalità, non può essere una dieta ideale.

7- L'indole
Una essere umano che ha fame e si trovasse di fronte ad un frutto, una spiga di grano o un cervo, sceglierà la via più semplice e soddisfacente. Raccoglierebbe facilmente e velocemente il frutto e lo gusterebbe in tutta serenità, mentre non si metterebbe mai a lottare contro un cervo con i rischi che ne seguono né sgranocchierebbe con gusto una spiga appena colta. Nascendo in tali condizioni, gli uomini sarebbero un gruppo pacifico perché la violenza verso gli animali non avrebbe senso di esistere.

Menzione a parte per il latte e i latticini
Infatti non esistono i lattivori: tutti i mammiferi mangiano latte esclusivamente in fase neonatale e della propria specie. Mangiar formaggi è una cosa unica e innaturale che solo l'uomo ha deciso di fare.

Questa è la realtà della natura umana.
Purtroppo tutto questo è stato assoggettato all'artificio e alla sofisticazione.
Per cacciare, ad esempio, l'uomo non può farlo basandosi esclusivamente sulle proprie abilità e forza perciò ha bisogno di strumenti (coltelli, archi) o di costruire trappole. Operazione, tra l'altro, non priva di rischi, visto che potrebbe essere predato o farsi male.

Ha usato il calore per alterare la composizione dei cibi per abbassare la tossicità (carne, pesce, funghi); usa la stagionatura per far sviluppare microbi che pre-digeriscano sostanze eccessivamente nocive o preservino dalla naturale putrefazione (carne, formaggi); altera e copre i sapori sgradevoli (pasta, carne, formaggi).

L'allontanamento, volontario o meno, dal cibo ideale, ha generato la malattia. Essa, infatti, è la manifestazione dolorosa e fastidiosa che il corpo ci da quando cerca di pulirsi e auto-ripararsi e non è mai generata da virus o batteri. Essi, al contrario, sono microorganismi che da milioni di anni, fungono da spazzini naturali delle scorie. Ma questa è un'altra storia.

Le persone che si alimentano di sola frutta non si ammalano, sono vitali, dormono di meno ma in modo più rigenerante, ed hanno una lista farcita di vantaggi cui sono andati incontro: cessazione dei dolori mestruali, organi perfettamente funzionali, ringiovanimento della pelle, serenità mentale, etc. Ci sono tantissime testimonianze reperibili facilmente su internet.

Discorso importante sull'acqua
La frutta è composta principalmente di acqua. Le piante la filtrano dal terreno e mangiare un frutto è come bere anche se non vi sono ruscelli nelle vicinanze. E' un'assurdità pensare che si debba vivere bevendo acqua per tot litri al giorno perché questo sarebbe incompatibile coi spostamenti migratori o con la vita in zone o periodi privi di acqua.

I “fruttariani” non bevono mai, sudano pochissimo anche sotto sforzo o sotto il sole cocente e ciononostante sono sempre perfettamente idratati. Con la dieta moderna, al contrario, è quasi d'obbligo bere molto perché la mole di rifiuti che si riversa nel sangue porterebbe ad una concentrazione eccessiva di veleni.

Noi siamo quello che mangiamo (Ippocrate)

domenica 3 luglio 2011

Arabia Inaudita 2 (la vendetta?)

La principessa ribelle scuote il regno saudita
di Cecilia Zecchinelli
tratto da: Pagina 17 Corriere della Sera del 1 luglio 2011

Inutile opporsi ai «venti del cambiamento che in questa stagione soffiano sul mondo arabo, nessuno ne è immune: se qualcuno lo afferma, ebbene si sbaglia». Parole sentite e risentite negli ultimi mesi. Ma a pronunciarle è ora la figlia di re Saud che regnò in Arabia fino al 1964, la nipote del sovrano in carica, l' anziano Abdullah. Appartenente quindi al cerchio più interno e potente della famiglia che ha fondato la monarchia forse più assoluta del mondo, scossa anche lei dai «venti» del cambiamento. Non solo: Sua altezza reale Basma bint Saud, madre siriana, studi in Libano e Gran Bretagna, cinque figli ed ex imprenditrice, scrittrice e attivissima sul fronte sociale, in un' intervista alla Bbc in arabo affronta il tema del giorno nel Regno, la rivolta delle donne che dal 17 giugno hanno sfidato il divieto di guidare. Munite di patente internazionale (sono in 50 mila ad averla), sono state qualche centinaio o forse meno a impugnare il volante, documentando il loro gesto su Internet. Molte continuano a farlo, «fino alla vittoria». Dopo l' iniziale tolleranza delle autorità, martedì si sono segnalati i primi cinque arresti di guidatrici. Basma bint Saud si schiera con loro «perché nessuno può negare loro questo diritto». E se la prende poi apertamente con il Comitato per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio, o come dicono con sprezzo i sauditi i «mutawwa», ovvero la polizia religiosa. «Fondata da mio padre, dal suo iniziale compito di prevenire la corruzione - accusa la principessa - è passata ad opprimere la società e soprattutto le donne, messe sotto la lente d' ingrandimento per vedere se sono poco coperte, se incontrano qualcuno, costrette a vivere nel terrore». Poi Basma lancia un allarme: «Dovremmo stare attenti, aprire un dialogo nazionale anziché aspettare che le cose precipitino. Concediamo più libertà prima d' arrivare a uno scontro aperto». Non è la prima volta che un membro della vastissima famiglia reale chiede riforme. Tra gli anziani figli di Abdulaziz, il «principe rosso» Talal è da sempre il più esplicito, da giovane fu perfino esiliato in Egitto. Ma la sua generazione è in genere per la «stabilità»: lo è il re 89enne, lo sono ben più il «delfino» Sultan, 87 anni, e il 78enne Nayaf, temutissimo ministro dell' Interno. Tra i nipoti del fondatore del Regno come Basma, e ancor più tra i più giovani principi, sta invece crescendo l' irrequietezza. Non solo per le manovre in vista della successione, ma per la consapevolezza che perfino in Arabia l' immobilismo non è più difendibile. Dalla Siria al Bahrein, dallo Yemen all' Oman le proteste ai confini o poco lontano continuano. Finora in Arabia il fermento c' è stato tra gli sciiti dell' Est e le donne, senza violenze e sommosse. Ma il vento ha iniziato a soffiare e non si fermerà, come dice Basma.

lunedì 9 maggio 2011

Arabia Inaudita



Ho ascoltato una trasmissione su radio 3 a proposito della condizione femminile in Arabia Saudita, e mi si è accapponata la pelle.
L'Arabia Saudita tratta le donne come nel medioevo, anche peggio, ma nessuno stato occidentale si permette di censurare un simile comportamento.
In particolare gli Stati Uniti, "patria di tutte le libertà" e storico alleato dell'Arabia Saudita, non spende mezza parola su questo regime oscurantista. Come al solito applica due pesi e due misure a seconda delle proprie convenienze, ed è molto facile intuire quali possano essere in questo caso: PETROL-DOLLARI.
Le donne saudite devono vestire in modo conforme al canone islamico, ossia avere braccia e gambe interamente coperte, abiti abbastanza ampi da non evidenziare le forme del corpo, ed è fortemente raccomandata l'abaya, la tunica nera lunga fino alla caviglia per evitare spiacevoli incontri con la polizia religiosa.
Non hanno documenti personali, e la loro identità può essere attestata unicamente dal marito perché di diritto appartiene a lui; non possono avere un conto corrente o un semplice contratto intestato, e serve l'intervento del marito per qualsiasi attività implichi una soggettività giuridica.
In Arabia Inaudita le donne non possono lavorare se non in ambiti ristretti quali l'insegnamento, il settore sanitario, le "sezioni femminili" delle banche(!), non possono guidare, non possono uscire di casa o circolare senza essere accompagnate da un uomo della propria famiglia. Pensare di fare un giro in bicicletta, frequentare una palestra o una piscina pubblica sono attività assolutamente fuori questione.
Il Decreto reale No. 2/4185, del Safar 14, 1400 datato Gennaio 1980 stipula che:
a. Nessuna ballerina o cantante donna possa essere mostrata in televisione, a prescindere dal tipo di manifestazione.
b. Nessuna donna presentatrice o ospite televisiva possa apparire in TV, sia nei programmi in arabi che in quelli in lingue straniere.
c. Nessuna donna saudita possa apparire in televisione in alcun caso.
d. Nessuna immagine di donne, di nessun genere, possa apparire sui giornali e le riviste saudite
», mentre il Memorandum No. 8/759 del Shawwal 5, 1421 del 31 Dicembre 2000 del capo del consiglio dei ministri, dice che “Ogni organismo che impiega donne in professioni che non sono adatte alla loro natura e che comportano il socializzare con gli uomini, devono correggere questo errore”.
Non intendo assolutamente commentare il credo religioso islamico, né tantomeno affermare che la religione cristiana o quella ebraica siano "superiori". Per me non esiste una religione migliore o peggiore, come invece sostiene un amico, il quale afferma che quella ebraica dogma allo stesso modo ma lascia - al contrario delle altre - il beneficio del dubbio e non fa proselitismo. Per me ogni atto di fede è oscurantista, rabbuia, adombra, chiude. E' come il tifoso di calcio, il comunista, il fascista, appartenenze di genere e di specie adatte solo per gli entomologi. Punto.
Tutte le persone che ancora vivono di queste categorie probabilmente hanno nell'Arabia Inaudita la loro terra promessa. Buon viaggio.

mercoledì 30 marzo 2011

Kosher vuol dire qualità? No ...


Grandi aziende alimentari italiane (Algida, Mutti, L’Angelica, Barilla, Buitoni, Agnesi, Loacker, San Benedetto, Zuegg, Dietorelle, Ferrero, Unilever, Mulino Bianco, Pavesi, Nestlé, Rigoni d’Asiago, Perugina, Amaretti di Saronno, Rio Mare, Ferrarelle, Colussi, Scotti, Cirio, De Rica, Bertolli, De Cecco, Carapelli, Olio Sasso, Monini, Lazzaroni, Amica Chips, Heinz, Lavazza, Kimbo, Segafredo, Esselunga, Kellog’s, Santa Rosa), nel silenzio più assoluto hanno comprato la certificazione ebraica “Kosher”, dichiarando in tal modo che i loro prodotti alimentari sono così puri da poter essere mangiati anche dagli ebrei.
Ma cosa significa esattamente Kosher?
Kosher in ebraico significa “atto”, “adatto”, ed è un termine impiegato per definire cibi preparati in conformità con le regole alimentari ebraiche.
In pratica cibo adatto agli ebrei.
Le leggi dell’alimentazione ebraica (Kashrùt) affondano le radici nella Bibbia e vengono osservate da più di tremila anni, perché secondo i rabbini del Talmud mangiando cibo non Kosher (non adatto) si riducono le facoltà spirituali perché tutto ciò che mangiamo diventa parte integrante del nostro sangue, e quindi la comunicazione con la propria anima può essere (chi più, chi meno) disturbata.
Religioni e dogmi a parte, intossicando il corpo con alimenti sbagliati, cibi putrefattivi e putrescenti, metalli pesanti, ne risente la qualità stessa del sangue (che non a caso è un derivato delle digestioni) e di conseguenza anche il pensiero, il mondo animico e quello spirituale.

Sarebbe molto interessante conoscere quanto costa a noi ignari consumatori la “certificazione ebraica”, poiché è fuori discussione che questo “valore aggiunto”, mascherato da speciale certificazione, ha una ripercussione economica sul prodotto finale, per non parlare dei macchinari e delle consulenze rabbiniche.
Se qualcuno sta pensando che il cibo Kosher interessi poche e ristrette realtà, si sbaglia di grosso: tale certificazione è ormai riconosciuta e popolare nei 5 continenti con circa 7000 aziende che la vantano e che offrono ad ebrei e non ebrei oltre 40.000 prodotti alimentari.
Il fenomeno è così in ascesa che solamente negli Stati Uniti ormai la metà del cibo venduto nei supermercati è marchiato Kosher, un mercato di oltre 150 miliardi di dollari ogni anno.
Uno studio della Cornell University attesta che il 40% di tutti i cibi in circolazione sono Kosher e questo potrebbe spiegare la scelta della maggiori catene di distribuzione alimentare (Wal-Mart, Costco, ecc.) di offrire questi prodotti.
Anche in Italia la tendenza è la medesima: 200 sono le aziende autorizzate Kosher nel nostro paese, ma solo 20 usano il marchio.
Come mai questa reticenza a farsi pubblicità? Per interessi economici, allargando il bacino di vendita alle comunità ebraiche e musulmane? Per compiacere ad una minoranza religiosa, non numerosa ma certamente importante ed influente dal punto di vista economico-finanziario? Domande prive di risposta. L’unica cosa oggettiva è che i supermercati sono pieni di prodotti certificati Kosher, che costano di più e che nessuno ha chiesto.

Kosher significa salute e benessere?
Forse le industrie alimentari stanno puntando nei salutisti, nei vegetariani e in tutte quelle persone sensibili all’aspetto nutrizionale?
Indubbiamente il numero delle persone che stanno prendendo coscienza dell’importanza dell’aspetto nutrizionale è in costante crescita, anche perché il termine vegetariano non deriva da vegetale come qualcuno potrebbe pensare, ma da “vegetus” che significa “in salute”, “sano”, "vivo”. Ma il vero problema, che pochi mettono in risalto, è che il cibo Kosher non è sinonimo di salubrità, anzi.
Se così fosse la popolazione israeliana dovrebbe essere la più sana e longeva del mondo, ed evidentemente non è così, anzi è esattamente il contrario, poichè è una delle popolazioni più malate del mondo, tanto che a livello medico si parla del c.d. “paradosso israeliano”: le prescrizioni religiose vietano di consumare carne assieme a prodotti caseari nello stesso pasto, quindi vengono usate le margarine, ma il risultato è che gli israeliti hanno il tasso di colesterolemia fra i più bassi associato però ad un’incidenza di infarto e obesità fra i più alti in assoluto.
Inoltre le aziende italiane sopra elencate, sono le classiche industrie globalizzanti che producono alimenti industriali raffinati, prodotti totalmente privi di vitamine, minerali, enzimi e fibre, ricchi di grassi saturi, grassi idrogenati e zuccheri, quindi prodotti morti e mortiferi per l’organismo umano.
Questi pseudo-cibi potrebbero avere una qualsivoglia certificazione mirabolante o salutistica, ma la loro pestilenza organica rimarrebbe la medesima.
Un cibo per essere tale, cioè per alimentare correttamente le cellule, deve essere vivo, fresco, vitale e carico di princìpi nutrizionali fondamentali (enzimi, vitamine, minerali, ormoni e fibre).
Dal punto di vista del metabolismo umano, un animale sgozzato velocemente non è certamente più sano di un animale macellato; un pesce con le pinne ucciso non è certo più sano di un pesce senza le pinne; un volatile come il pollo non è più sano di uno struzzo; il latte di mucca Kosher intossica come quello di mucca allevata industrialmente.
Fare distinzioni di questo genere, denota ignoranza e anche una buona dose di furberia. Siccome gli ebrei amano molto il pesce, i saggi rabbini hanno pensato bene di stabilire che il pesce non è carne; siccome le Sacre scritture impedivano di consumare sangue, cioè di mangiare animali, i rabbini hanno ideato il dissanguamento lento.
Proprio quello che accade qui in Occidente e non per dogmi religiosi, dove moltissimi cosiddetti vegetariani mangiano pesce, uova e latte, come se non fossero di provenienza animale e come se non provocassero sofferenza animale.
Tutte le proteine di derivazione animale (carne, pesce, uova, latte e formaggi) dopo la digestione rilasciano ceneri che acidificano il terreno biologico interno, creando putrefazioni e tossine a livello intestinale, che predispongono l’organismo a qualsiasi malattia.
Questo dal punto di vista salutistico, perché da quello morale ed etico, l’uccisione di un animale per soddisfare il palato è un crimine contro Natura, un crimine contro noi stessi.
Quindi la certificazione Kosher, lungi dall’essere un indice di benessere per uomini e animali, è un marchio commerciale - seppur intriso di misticismo - che sperpera inutilmente denari (diverse centinaia miliardi di dollari all’anno), fa ingrassare i soliti noti e certifica con il sigillo di Salomone, sofferenza animale e malattia umana.
Sono cinquecento i rabbini certificatori nel mondo intero con sede centrale a New York: questi hanno il controllo totale del cibo Kosher e quindi gestiscono la pancia e la salute di centinaia di milioni di persone, ebrei e non.

FONTE

venerdì 28 gennaio 2011

Il discorso dello schiavo tipico



Uno degli aspetti più micidiali dell'attuale cultura è di far credere che sia l'unica cultura, invece è semplicemente la peggiore

Gli esempi sono nel cuore di ognuno

Ad esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni a settimana, è la cosa più pezzente che si possa immaginare

Come si fa a rubare la vita agli essere umani in cambio del cibo, del letto o della macchinetta ...

Mentre fino a ieri credevo mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi penso: questi bastardi che mi stanno rubando l'unica vita che ho

Perchè non ne avrò un'altra, ho solo questa ...

E loro mi fanno andare a lavorare cinque, sei giorni a settimana, e mi lasciano un miserabile giorno per fare cosa

Come si fa in un giorno a costruire la vita ...

domenica 16 gennaio 2011

La questione ebraica

«Gli Ebrei, quel popolo sacerdotale che ha saputo prendersi soddisfazione dai propri nemici e dominatori unicamente attraverso una RADICALE TRASVALUTAZIONE dei loro valori, dunque attraverso un atto improntato alla più spirituale vendetta.
Sono stati gli ebrei, stringendolo ben saldo con i denti dell'odio, il rovesciamento dell'equazione di valore bello=nobile=potente=bello=caro agli dèi, trasmutandolo in "solo i poveri, gli impotenti e gli umili sono i buoni, i sofferenti, gli indigenti e gli infermi, gli unici per i quali esiste beatitudine, mentre invece voi, nobili e potenti, siete per l'eternità i malvagi, i crudeli, i lascivi, e sarete anche per l'eternità i maledetti e i dannati ... Sul tronco di codesto albero della vendetta e dell'odio, l'odio giudaico (e non per il giudaico - ndR) germogliò questo Gesu di Nazareth, il redentore che portava beatitudine e vittoria a i poveri, agli infermi, ai peccatori, cioè la seduzione nella sua forma più inquietante e più inarrestabile ... Israele stesso ha dovuto metter in croce dinanzi a tutto il mondo - come un nemico mortale - il VERO STRUMENTO della sua vendetta affinchè tutto il mondo potesse abboccare a quest'esca
».
F. Nietzsche: Genealogia della morale (1887)