martedì 29 settembre 2009

Qualcosa è cambiato: dai fax ai babà

Qui sotto, per gentile (e tacita) concessione di simonzio, potete constatare la scissione (uno scissionista?) latero-frontale del sindaco vincenzo de luca.



Ovviamente non si allude alle turbe ossessivo-compulsive dell'ottimo jack nicholson nell'omonimo film, bensì alle contraddizioni di un uomo che da 20 anni insulta città e cittadini con i suoi deliri di onnipotenza. D'altra parte non nutro né ho mai avuto empatia per questo sindaco, che mi vanto di non aver mai votato. La sua politica è un fallimento su tutti i fronti: Salerno non è una città turistica e non lo sarà mai; non è un polo industriale e non lo è mai stato; ha cementificato più di "zi'fonzo menna", e si vede ovunque giri la testa; le infrastrutture, il porto e l'aeroporto non si sono mai visti.
Prigioniera del traffico, la città è vessata dalle multe dei vigili e dai parcheggi ultra salati necessari a far quadrare i bilanci delle decine di società miste regolarmente a rosso ma i cui dirigenti - suoi personali amici - percepiscono stipendi d'oro.
La metropolitana è al palo da sempre: gli egiziani hanno impiegato meno tempo a costruire le piramidi, mentre il cupolone di San Pietro è stato fatto in due anni.
Pontifica urbi et orbi dalla sua cupola privata, una televisione locale, senza il benchè minimo straccio di contraddittorio; forse è per questo che i più stretti collaboratori lo hanno soprannominato "pol pot".
E' stato anche eletto deputato con gli ex DS, oggi PD, ma poi li ha prontamente rinnegati alle successive elezioni amministrative.
Si apprestava ad avallare il più grande babà dai tempi del post terremoto, la costruzione e la gestione degli inceneritori per l'emergenza rifiuti in campania, ma il cambio di colore alla provincia (cirielli-pdl) blocca i suoi "piani criminali" e ripiega sul "crescent", anch'essa una porcata piena zeppa di piani criminali, circa dieci, sempre ai danni della città.
Non male per un giovane che da Ruvo del Monte, in provincia di Potenza, saliva le scale della sede provinciale PCI, in via manzo, col compito di inviare fax.
"Per ogni fax inviato farò un babà": questo deve essersi detto mentre masticava l'amara gavetta il giovane de luca, il self made man de noialtri, che ha devastato salerno allo stesso modo in cui la bile gli massacrava lo stomaco.
Quando i salernitani si sveglieranno dal lungo sonno sarà troppo tardi, e la città meraviglisa di una volta persa per sempre.

giovedì 17 settembre 2009

Ipnocrazia 2

Al culmine dell'apparenza, degli effetti speciali e della perfetta serialità digitale, in cui non esiste più l'originale e la copia, verso la metà del 1990 prendono piede e successivamente si affermano i generi denominati "reality", "fiction" e "Tv verità", mentre al cinema prevalgono film horror, biografie, ricostruzioni, snuff movies.
E' la ricerca del reale a tutti i costi, in grado di procurare l'effetto stupefacente tipico dell'immagine: poichè niente più è davvero stupefacente, tutto è stato già visto, ecco che attraverso l'alta definizione e programmi "veri" il reale irrompe nell'immaginario collettivo, quell'immaginario un tempo evocato dal cinema americano con mostri, squali, day after, asteroidi, marziani, nebbie, fantasmi e gas di ogni genere, che ha raggiunto il climax con lo schianto reale di due aerei sulle torri gemelle.
I film e i programmi televisivi hanno sempre una natura onirica, e non solo nel modo simbolico in cui presentano la realtà, ma anche e soprattutto perchè gli esseri umani che vi assistono presentano lo stesso modello di onde di quando sognano.
La capacità di far sognare la gente, vivere la vita come in un sogno sono le ossessive ambientazioni psichiche entro cui spingono con forza la nostra realtà quotidiana. La pubblicità ci invita al sogno, la tv ci invita al sogno, la politica stessa ci invita al sogno. Sognare ad occhi aperti. Il cinema, come ripetutamente affermato da attori e registi, serve a "far sognare". Questa è l'ipnocrazia: la diffusione capillare e la pervasiva di un sistema di potere centrato sul rapporto occhi/monitor. Comunicando attraverso i monitor, la realtà diventa direttamente proporzionale alla grandezza dello schermo, dove più grande è lo schermo e più siamo calati all'interno del sogno, della realtà ipnotica e onirica.
L'ipnocrazia è lo stadio terminale della democrazia pervasa dalla società dello spettacolo e dalla pubblicità. I cittadini, un tempo drogati dalla religione, vengono oggi dopati dai maxi schermi e ridotti a ruolo di spettatori. Lo spettatore è un soggetto immerso in una fonte spettacolare dalla quale placa la spasmodica sete di stupore e di meraviglia. Come un drogato, assiste allo spettacolo per stupefare se stesso, in una fuga dalla realtà che gli impedisce la partecipazione attiva agli eventi che realmente accadono intorno a lui.
Spettacolo e pubblicità invadono ogni giorno la nostra vita quotidiana "calandoci" al di sotto del reale. L'effetto narcotico indotto alla nostra percezione aiuta ulteriormente il sistema spettacolare a diffondersi. L'intensa pioggia di nozioni-informazioni provenienti dalle fonti monodirezionali riduce la capacità di procedere ad un riesame critico, e l'assenza di spirito critico e il rumore assordante producono un effetto narcotico che spinge alla vulnerabilità cognitiva, anticamera dell'ipnosi. Si spiega in tal modo la crescente pervasività delle mode e dei luoghi comuni. Nella prima fase ipnotica si verifica un cambiamento dello stato di coscienza riscontrabile da un'accentuata presenza di rilassamento e di distacco dalla realtà esterna. L'alterazione delle proprie vibrazioni cerebrali comporta il distacco graduale dall'ambiente esterno, ma ciò non vuol dire che l'ipnosi equivale al sonno perchè una persona addormentata non è in comunicazione con il mondo esterno. L'ipnosi si caratterizza invece per una fissazione dell'attenzione tramite qualsiasi cosa attragga e mantenga l'attenzione del soggetto, effettuando il depotenziamento degli abituali schemi di riferimento o sistemi di credenze tramite distrazione, shock, sorpresa, dubbio, paradossi, confusione, destrutturazione, paura, terrore.
La società dello spettacolo, che rigenera se stessa grazie alla pubblicità, è strutturata proprio in questo modo: un'industria che partendo dalle due materie prime, estasi e terrore, produce stupore, meraviglia e incredulità. E' un'industria che vende sostanze stupefacenti.

mercoledì 9 settembre 2009