sabato 27 marzo 2010

Atti osceni in luogo pubblico

E' questo un breve post contro la convivialità del cibo.
Mangiare in pubblico, infatti, ha qualcosa di veramente osceno, se non addirittura pornografico: l'orifizio, gli umori salivari, i rumori corporali, aerofagia, meteorismo, alito pesante, denti sporchi di sugo o intarsiati con broccoli, le buffe quando non orribili smorfie facciali ... tutto questo concorre a rendere il mangiare avanti agli altri un vero e proprio "atto osceno in luogo pubblico".
La definizione di atto osceno è contenuta nell'art. 529 del codice penale, secondo il quale: "Agli effetti della legge penale, si considerano osceni gli atti e gli oggetti che, secondo il comune sentimento, offendono il pudore".
Gli estremi del 529 cp ricorrono senza alcun dubbio nei ristoranti, che andrebbero immediatamente chiusi, tutti, indistintamente, oppure dotati di separè monoposto tipo call center, dove ognuno consuma il proprio pasto al riparo da occhi indiscreti.
Così come è stata eccessivamente sopravvalutata la convivialità della tavola, che alla fine si svela per quella che realmente è, ossia una cloaca a cielo aperto con rimasugli di cibo sparsi, macchie di unto, corpo e sangue di cristo ovunque sulla tovaglia, piatti sporchi e maleodoranti dopo soli dieci minuti.
Un ossimoro culturale in cui è raro che i commensali rieacano a parlare con la bocca piena, uno squallido rituale che anche dopo la deglutizione è comunque meglio lasciarla chiusa, perchè a quel punto anche i bordelli avrebbero diritto a riaprire.
In occasione delle prossime festività pasquali guardatevi intorno, posate un attimo la forchetta insanguinata che ha appena infilzato l'agnello di dio sgozzato soltanto il giorno prima, e osservate l'oscenità che vi circonda. Uscire da quello schifo è semplicissimo: andate in campagna, trovate un albero da frutta, allungate la mano e sedetevi alla sua ombra per mangiarla.
Il mondo vi sembrerà immediatamente più bello.