lunedì 1 novembre 2010

Eco, Riotta e i complottisti

Già da alcune settimane il Sole 24 Ore, diretto dal filo americano Gianni Riotta, pubblica intere pagine sul fenomeno del populismo e dei suoi rischi-pericoli.
Utilizzando a proprio uso e consumo l’ultimo libro di Umberto Eco nel quale l’autore – stringi stringi – parte dal testo dei “Protocolli dei Savi di Sion” alla base dell’antisemitismo, per scaricare tutta la sua possente mole culturale contro i propugnatori e i diffusori di notizie false, Gianni Riotta senza essere smentito dall’autore usa quindi il romanzo per pubblicare frasi del tipo « … la sola arma contro l’odio e l’intolleranza sarebbero amore e comunità, ma cercarle nella stagione del populismo paranoico sembra sforzo vano»; oppure del tipo «… secondo le teorie della cospirazione sul web tutto quello che crediamo di sapere è falso».
E subito dopo confessa: «… mi capitò di partecipare qualche volta ai dibattiti di Bildeberg, che per i complottisti reggono segretamente il mondo, e quando mi accusarono ribattei che se fossi stato uno di loro l’Inter non sarebbe andrebbe così male». E’ tutto scritto qui (http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-10-31/odio-nome-rosa-064124.shtml?uuid=AYEG3yfC)
In effetti “il Riotta” partecipò alla riunione Bildeberg tenutasi a Bruxelles dal 1° al 3 giugno del 2000 (http://www.bilderberg.org/2000.htm) in qualità di “Deputy Editor” (vice direttore) del quotidiano La Stampa di Torino, giornale di proprietà della famiglia Agnelli, e all’epoca c’erano anche Gianni Agnelli (Honourary Chairman, Fiat SpA), suo fratello Umberto (Chairman, IFIL), Ambrosetti Alfredo (Ambrosetti Group - www.ambrosetti.eu), Bernabè Franco (Special Representative of Italy for Reconstruction Initiatives in the Balkans), Fresco Paolo (Chairman Fiat SpA), Ruggiero Renato (Chairman, Schroder Salomon Smith Barney Italy), Tremonti Giulio (Member of the Finance Commission), Padoa-Schioppa Tommaso (Member of the Executive Board European Central Bank) e vari altri come Wolfowitz Paul (Dean, Nitze School of Advanced International Studies, The John Hopkins University), Trichet Jean-Claude (Governor, Banque de France), Sutherland Peter D (Chairman Goldman Sachs International; Chairman BP Amoco PLC), l’immancabile Soros George (Chairman Soros Fund Management), Solana Madariaga Javier (Secretary General Council of the European Union), Rockefeller David (Chairman Chase Manhattan Bank International Advisory Council). Mi fermo qua.
Dunque “il Riotta” partecipa ma non conta nulla, perché altrimenti da tifoso interista avrebbe modificato le cattive sorti della sua squadra del cuore. Il ragionamento non fa una grinza: se fossi tra i cinquanta uomini più potenti della terra - dice "er Riotta"" - modificherei a mio piacimento il campionato di calcio italiano e farei vincere l’Inter di cui sono acceso tifoso, ma poiché l’inter va malissimo io non conto un bel niente.
Domanda: ma allora perché era li?
Vincitore di borse di studio Fulbright (http://www.fulbright.it/it), caro amico di Eco fin dai tempi di Golem, coetaneo di Gad Lerner di cui ne segue come un’ombra le poltrone (vice direttore a La Stampa, direzione del TG1), Gianni Riotta mente sapendo di mentire, come tutti i mentitori di professione, per altro quasi tutti giornalisti e i rimanenti senza dubbio in politica: infatti nell’anno 1999/2000 l’Inter si piazza al 4° posto nel campionato di calcio ed è finalista in coppa Italia, l’anno dopo (2000/2001) finisce il campionato italiano al 5° posto, mentre nell’anno 2001/2002 è terza classificata in Italia e tra le prime quattro in coppa Uefa.
Ma al di là di questi peccati tutto sommato veniali, si evidenzia come Gianni Riotta sia perfettamente organico al Sistema, non solo per l’attacco ai complottisti di cui il potere si preoccupa davvero poco in base al dogma che un potere si sostituisce con un altro potere uguale e contrario, quanto piuttosto per il suo personale curriculum vitae, (qui un bel siparietto: http://www.lucatelese.it/?p=41).
Umberto Eco, invece, finalmente svela la sua posizione, gesto che in Italia è sconosciuto a tutti gli intellettuali per il semplice motivo che la funzione degli intellettuali italiani non ha mai assunto ruoli determinanti nella formazione della coscienza critica del paese, al contrario degli omologhi francesi.
Dunque Umberto Eco è schierato, con il potere of corse, quando tramite il burattino Riotta afferma che Internet è una fucina di luoghi comuni intrisa di falsi clamorosi e pericolosi dai quali la gente non è in grado di difendersi perché domina il relativismo (Relativismo) perchè, quando si parte da premesse false avremo conseguenze vere o false ma non riusciremo a distinguere le une dalle altre (ex falso sequitur quodlibet http://it.wikipedia.org/wiki/Ex_falso_sequitur_quodlibet), per cui lo strapotere del falso germina sul disincanto seguito al fallimento delle rivoluzioni, dello scientismo e dell’impianto teorico illuminista basato sulla forza delle idee contro l’ignoranza e il male.
Io sono ovviamente convinto del contrario.
Il relativismo è dato dalla oligo-direzionalità delle fonti d’informazione, che in quanto “oligos” rendono scarsa la possibilità di scelta: pertanto il relativismo dell’informazione, fonte del relativismo culturale, è filiazione diretta degli oligo-poli dell’informazione stessa, di cui Eco e Riotta sono parti organiche da alcuni decenni.
Se gli ultra-sessantenni dicono “l’ho visto in Tv quindi è vero”, oggi gli under 30 dicono “l’ho letto/visto su internet quindi è vero” (http://www.selpress.com/treccani/esr_visualizza.asp?chkIm=18).
Dov’erano Eco e Riotta quando la televisione manipolava le coscienze plasmandole ad uso e consumo del potere dominante? Qualcuno di lor signori ha per caso contraddetto o semplicemente commentato Karl Popper quando nel 1994 denunciava lo strapotere televisivo?
Sono i due volti di una stessa medaglia, Eco e Riotta, quello del relativismo delle fonti, cui prima d’ora non si erano mai sognati di schierarsi per paura (forse) di perdere la pagnotta, mentre per la paura dello tsunami che nel bene e nel male stravolge l’informazione oggi additano i relativisti, i complottisti, i cospirazionisti, i negazionisti, cercando di addossare ad altri colpe che loro stessi hanno contribuito a generare con la loro ignavia.
Finiranno nell’anti-inferno, indegni di meritare sia le gioie del Paradiso, sia le pene dell'Inferno, a causa proprio del loro non essersi schierati né a favore del bene, né a favore del male, costretti a girare nudi per l'eternità attorno a un’insegna - non descritta, forse di una vana bandiera - punti da vespe e mosconi, mentre il loro sangue, unito alle loro lacrime, si mescola al fango dell'Inferno, come se questi dannati fossero dei cadaveri, morti viventi sepolti vivi, col corpo straziato dai vermi (Dante Alighieri, Inferno, canto III - http://it.wikipedia.org/wiki/Ignavi.