martedì 12 agosto 2008

Onan il barbaro?

La Chiesa Cattolica condanna il coito interrotto, detto anche onanismo.
Onanismo è un termine fatto derivare dal nome del personaggio biblico Onan, che utilizzò la pratica anticoncezionale del coitus interruptus per evitare volontariamente la nascita di figli che non avrebbero potuto portare il suo nome: "Giuda prese una moglie per il suo primogenito Er, la quale si chiamava Tamar. Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso al Signore e il Signore lo fece morire. Allora Giuda disse a Onan "Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così posterità per il fratello". Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare posterità al fratello. Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui. - Genesi 38,6-10" -
Onanismo è quindi l'atto diretto a impedire la generazione della prole mediante pratiche anticoncezionali, e da qui la condanna della chiesa sulla “dispersione del seme”. Nell'uso corrente - ma talvolta anche nella terminologia medico-psicologica - alla parola onanismo viene invece accostato impropriamente il significato di pratica della masturbazione.
Ora, a parte la considerazione del passo biblico particolarmente truculento, nel quale Dio fa morire Er, primogenito di Giuda, perché gli si era “reso odioso”, e non se ne spiega la ragione, ma che dovette essere particolarmente grande per meritare la morte come punizione; vi è poi anche la "strana richiesta" che Dio fa ad Onan, imponendogli di congiungersi carnalmente con la vedova di Er, Tamar, per garantirne la prole; pratica che Onan si rifiuta di eseguire - o meglio - che esegue soltanto a metà, perché se la scopava senza "venirle" dentro. Una furbizia che gli è costata la vita.
Al di là dunque del torbido passo biblico, nel quale Dio uccide un tizio perché gli stava sulle palle e obbliga un terzo a scoparsi una giovane vedova per metterla incinta, il brano della Genesi è centrale per tutta la morale sessuale della civiltà occidentale, fortemente pervasa di cultura e morale cattolica.
Infatti, vietando lo spargimento del seme extra vulvare, e vietando al contempo qualunque pratica anticoncezionale invasiva o dannosa per la donna (pillole, spirali etc.) incluso il preservativo, l’attività sessuale dei cattolici ne risulta particolarmente compromessa e irta di ostacoli. Vorrei quindi spezzare una lancia in loro favore aprendo un varco, accendere un lumicino di speranza mediante l’utilizzo di una piccola forzatura etimologica, che è la seguente.
Il coito (dal latino coitus, verbo coeo=venire insieme) è il raggiungimento dell’orgasmo, che nell’uomo si manifesta palesemente con la fuoriuscita del seme, mentre nella donna è più nascosto, e per i meno smaliziati può anche essere finto. Pertanto il coito interrotto, ossia l’interruzione dell’eiaculazione, è un ossimoro in quanto non può esservi alcuno stopping nella fuoriuscita di liquido seminale, che anzi cade copiosamente altrove. Per cui, ripeto, nel "coito interrotto" non può esservi alcuna interruzione orgasmatica perchè altrimenti non può parlarsi di coito. In buona sostanza, quando c'è il coito c'è anche il seme, i due elementi sono indivisibili, soprattutto nell'uomo. Niente coito, niente seme. Con linguaggio pubblicitario: "no coito, no sbory".
Ciò che la Chiesa - e la relativa morale cattolica - condanna è dunque la dispersione del liquido, impropriamente definita coitus interruptus, che io invece, con un neologismo testè creato, preferirei chiamare "spargy", adatto anche al latino: spargo, is, sparsi, sparsum, ere.
A questo punto, ecco la domanda: è lecito, per la Chiesa Cattolica, condannare senza appello una pratica anticoncezionale naturale come lo "spargy", non invasiva né pericolosa per la coppia, utilizzando un passo biblico di rara crudezza e morbosità? La mia risposta è No, non può. A maggior ragione quando vieta l’utilizzo di qualunque altro sistema anticoncezionale, incluso il preservativo, che io personalmente aborro perché dà fastidio e inquina l’ambiente.
La Chiesa, come tutte le religioni e le relative credenze, a mio avviso impone una finta morale, centrata come abbiamo visto su di uno spaventoso brano della Genesi, al solo scopo di effettuare il controllo delle nascite e le conseguenti pressioni demografiche, cui sono inestricabilmente connessi produzione ed esaurimento delle risorse, organizzazione familiare, rapporti sociali e di proprietà, inclusi le preferenze e i tabù alimentari.
Per le connessioni tra questi fattori determinanti consiglio la lettura di un libro illuminante, “Cannibali e re”, scritto dall’antropologo Marvin Harris, il quale, tacciato di determinismo culturale dai suoi detrattori, così conclude la prefazione: «[…] Le varie culture si sono sviluppate lungo sentieri paralleli e convergenti, altamente prevedibili in base ad una conoscenza dei processi di produzione, riproduzione, intensificazione e sfruttamento dell’ambiente. […] A mio giudizio libero arbitrio e scelta morale non hanno avuto praticamente alcun effetto significativo sulle linee di sviluppo dei sistemi sociali, e coloro che si preoccupano di proteggere la dignità umana dal determinismo devono porsi, come faccio io, la seguente domanda: perché fino ad oggi la vita sociale si è espressa in forma prevedibili anziché imprevedibili? Sono convinto che uno dei maggiori ostacoli esistenti all’esercizio della libera scelta per realizzare gli obiettivi improbabili della pace, dell’uguaglianza e del benessere è la mancata conoscenza dei processi evolutivi materiali che spiegano il prevalere delle guerre, dell’ineguaglianza e della povertà.
Si deve a questo voluto misconoscimento della scienza e della cultura se il mondo è pieno di moralisti che pretendono di aver scelto liberamente ciò che inconsapevolmente sono stati costretti a volere, mentre milioni di persone che vorrebbero essere libere finiscono col piegarsi a nuove forme di schiavitù perché non comprendono i fattori che condizionano la libertà di scelta.
Per cambiare in meglio la vita sociale bisogna cominciare a capire perché solitamente cambia in peggio; ecco perché l’ignoranza dei fattori causali dell’evoluzione culturale ed il misconoscimento dei limiti dell’agire intenzionale li considero come forme di malafede
».
In conclusione, cari cattolici praticanti e non, secondo il mio modestissimo parere potete tranquillamente accoppiarvi e spargere il seme ovunque senza con questo andare contro alcuna morale religiosa, trattandosi di una pratica anticoncezionale naturale, non invasiva, e come abbiamo sin qui visto tutta centrata sull'interpretazione di un passo della genesi morboso e truculento che ai nostri giorni dovrebbe chiedere asilo alla convenzione di ginevra per i diritti umani. Certo non è sicura al 100%, ma per ridurre al minimo i rischi di ingravidare la donna il consiglio fondamentale è: con lo spargy fanne solo una e buona, mai "la doppietta".

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